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"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 17

lunedì 23 ottobre 2017
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 17

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!

Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri

IL PLAYBOY

Mi trovo su uno scivolo nei giardinetti di Montecchio: un signore anziano è seduto su di una panchina, ha un gilet beige e dei lunghi pantaloni neri, sembra un raffinato signore dell’alta borghesia, seduto a pensare a quanto bella e breve sia la vita e a ripensare alle avventure vissute in giovane età, le “marachellate”, le notti passate a studiare e le cavolate fatte per conquistare una giovane fanciulla.

Il signore sembra molto tranquillo, in passato credo sia stato un uomo apprezzato dalle donne: un “playboy” stile-coniglietto. I capelli, che sembrano essere stati leccati da una mucca, tirati indietro scoprono una cicatrice forse procurata da una donna la quale non gradiva il corteggiamento del signore.

L’uomo, ormai seduto da diversi minuti, prende il suo vecchio orologio da taschino in mano, forse lo stesso orologio con cui controllava l’ora per andare agli appuntamenti con le sue ragazze, poi se ne va, forse torna a casa da sua moglie, che una volta lo mise al guinzaglio, o forse sta andando a conquistare un’altra donna della sua lunga lista.

Alessandro Pelliccia, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

UNA COLLANA MOLTO LUNGA

Dopo aver camminato moltissimo per trovare una persona da descrivere, mi sono fermato a un bar e al tavolo vicino al mio c’è un ragazzo con un viso molto simpatico, sorridente e amichevole: ha dei baffi a manubrio e l’espressione è felice. Le guance sono rosee e danno l’impressione di essere lisce, gli occhi azzurri come il mare. Ha la fronte liscia e non molto ampia, il naso è lungo e piccolo; i capelli sono lisci e non molto lunghi, le labbra carnose e molto rosse. Il mento è pronunciato e sporgente e i denti sono gialli forse a causa del fumo, il suo alito è cattivo e la voce è calma.

Dal suo modo di parlare con la ragazza accanto a lui, deduco che il suo carattere sia calmo, affettuoso e anche gentile, visto che le sta offrendo da bere. Il portamento è rilassato e disinvolto, il suo modo di fare è da amicone. Indossa una maglietta a maniche corte sopra i jeans e ha una collana molto lunga che mi ha colpito, secondo me ha un significato molto profondo: può darsi che sia un regalo dei suoi genitori che forse ora nemmeno ci sono più, per questo la indossa. Da piccolo deve essere stato molto triste per questo, ma ora si è ripreso, forse perchè ha trovato la ragazza giusta per lui.

Francesco Stella, II C
A.S. 2016-2017
“M. Buonarroti", Montecchio

L'UOMO CON LA GIACCA

Mi trovo in una panchina nel parco di Montecchio.
Sto facendo colazione, quando vedo passare davanti a me un tipo elegantissimo.
È vestito con una giacca nera con sotto una camicia bianca.
Ha una cravatta molto lunga, orrenda, di color viola con delle striscette che, dalla mia postazione, sembrano grigio chiaro.
Porta dei pantaloni dello stesso colore della giacca, neri.
Ha poi delle scarpe nere che sembrano rivestite di pelle di coccodrillo.
Visto com’è vestito, penso che sia un uomo d’affari oppure un dipendente della piccola banca del paese.
In una mano porta le chiavi della sua macchina, ma le tiene così strette che non sono riuscito a capire di che marca sia.
Nell’altra mano, invece, porta una valigetta di colore marrone chiaro con il manico di pelle marrone scuro.
Cammina molto velocemente, forse perché quella valigetta è del suo capo e gliela deve portare con urgenza? Oppure sta facendo tardi al lavoro?
Non ne ho proprio idea.

Nicolò Rellini, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

 

 

 

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