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"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 16

lunedì 16 ottobre 2017
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 16

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!

Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri

IL SUPERVECCHIETTO

Mi trovo in via Camillo Benso di Cavour, sopra a un muretto che si affaccia sul mercato di Montecchio. Ho deciso di descrivere un vecchietto che ho dovuto rincorrere per tutta la città. Non è molto alto e questo dipende dalle gambe corte e tozze, perché il corpo invece è slanciato. Mi sembra un uomo sulla settantina o poco più. E’ quasi completamente pelato, se non fosse per dei capelli poco sopra al collo. Porta dei vestiti tipici degli anziani: maglione grigio, camicia a righe celesti, pantaloni neri e scarponi marroni. Il signore porta occhiali da vista con lenti oscuranti, probabilmente si sente giovane dentro.

Adesso mi sono spostato in piazza Giuseppe Garibaldi, ed il “Supervecchietto” (sì, così ho voluto chiamarlo), è sempre solo, parlando probabilmente con sua moglie che non c’è più e che non potrà salutare ogni giorno prima di andare a giocare a bocce o al bar. Ho notato che è molto raffreddato, sarà perché a casa non funziona il riscaldamento. Ha delle chiavi appese alla cintura, sono moltissime, ne ho notata però una un po’ strana. Spero sia per un qualche baule del tesoro che ha conquistato da giovane facendo il cosiddetto “percorso impossibile”.

Avvicinandomi sempre di più, vedo che ha il naso un po’ a patata e le orecchie sono praticamente perfette. Sulle mani ha delle chiazze di color marroncino, proprio come le ha mio nonno. Stranamente non ha la gobba. Parla con un suo amico dicendo che ai tempi in cui lui lavorava in Comune la legge era uguale per tutti. Poi continua dicendo che anche gli innocenti oggi vanno in “gattabuia”. I suoi scarponi, solo ora me ne sono accorto, sono sporchi di terra: quasi sicuramente ha un orto con delle galline.
Mi piace molto questo “supervecchietto” e vorrei conoscerlo più amichevolmente.

Tommaso Muzi, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

L’UOMO CHE VUOLE TORNARE UN ADOLESCENTE

Sono davanti al Duomo di Orvieto, ci sono molti turisti. Essendoci parecchie persone, ho l’imbarazzo della scelta. L’ho trovato, sarà lui l’uomo che descriverò. E’ un signore inglese con la carnagione chiara di quella che, esposta al sole, diventa immediatamente rossa come un pomodoro di stagione. E’ in visita a Orvieto e, secondo me, deve rispettare l’orario di partenza del gruppo, dal momento che controlla spesso l’orologio sul polso sinistro. E’ da solo, senza amici e senza moglie, la quale probabilmente è andata a vedere le vetrine e lui, stanco di lei, è rimasto seduto sulla scalinata del Duomo.

Ha i capelli sfibrati, di un colore dorato con qualche capello bianco qua e là. Le sopracciglia sono praticamente invisibili e gli occhi quasi chiusi, forse è assonnato perché questa mattina si è svegliato presto per venire a visitare Orvieto. Ha un paio di occhiali da vista appoggiati sul naso allungato e bitorzoluto; bocca sottile e labbra screpolate. Sono riuscita a sentire la sua voce: rauca e bassa; però, poiché gli inglesi parlano molto velocemente, non riesco a capire cosa stanno dicendo.

E’ un uomo di una certa età ma si veste con abiti moderni e alla moda come un trentenne. Secondo me vuole sentirsi giovane malgrado gli anni che passano. E’ un uomo sicuro di sé, senza pregiudizi e rimpianti. Da piccolo deve avere avuto un’infanzia felice, ma quando è diventato adolescente ha avuto dei problemi con i suoi genitori. Forse voleva essere un ragazzo spensierato come gli altri e invece era costretto a vivere rinchiuso in casa dai genitori, i quali non volevano che prendesse cattive abitudini stando con ragazzi poco raccomandabili. Ora, però, si è sposato e vive la sua vita come se non ci fosse un domani.  Ah… ecco... è arrivata la moglie. Mi sono girata per un momento e non li vedo più. Penso che ormai se ne siano andati.

Valeria Segaluscio
I C, A.S. 2016-2017
"M. Buonarroti", Montecchio

 

 

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