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cultura

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 6

venerdì 28 luglio 2017
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 6

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!

Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri

LA SIGNORA CON IL LIBRO

Ho trovato il mio personaggio da descrivere: è una signora che sta leggendo un libro...non so di cosa si tratta...
Porta degli occhiali neri, orecchini molto grandi e dorati, una minigonna nera e sandali neri con i brillantini. I capelli, di colore marrone con meches biondo naturale, sono molto corti, forse perchè si avvicina l’estate. Porta una borsa nera della Puma dove ha riposto un libro molto grande che stava leggendo; ne ha tirato fuori un altro dicendo al signore che sta lì con lei che nel pomeriggio avrebbe portato quel libro in biblioteca e avrebbe preso un libro giallo di Andrea Camilleri; se legge Andrea Camilleri deve essere appassionata di Montalbano.
Adesso è salita in una casa che si trova sopra il bar dove era seduta e si è affacciata alla finestra, quindi posso continuare a descrivere. Beve molto: prima, quando stava seduta al bar, aveva una borraccia e ora, che sta affacciata alla finestra, ha una piccola bottiglia d’acqua in mano.
Credo che la sua vita potrebbe essere stata triste fin dall’infanzia e che, solo dopo essersi sposata (infatti aveva un anello al dito), potrebbe aver ritrovato l’allegria e la simpatia. Sembra una signora molto solare, che trasmette energia. Ora, però, è uscita di casa, l’ho persa di vista, ma ho bene in mente la sua immagine. Penso che abbia due figli maschi piccoli, perché mi pare molto giovane, circa una trentacinquina di anni. Magari la sua famiglia di origine vive in qualche metropoli, come Milano o Roma, potrebbe avere due fratelli e una sorella e molti nipoti, ma si incontrano solo durante le feste di Pasqua o di Natale.
Ecco, è tornata, sta parlando con il postino in inglese...però prima parlava in italiano!
Il suo lavoro potrebbe essere quello di professoressa di latino e greco, ma non credo perchè altrimenti a quest'ora non era seduta al bar, ma era a litigare con qualche ragazzo che non si era imparato l’alfabeto greco a memoria. Oppure potrebbe fare la scrittrice visto che aveva la borsa piena di libri; forse prende spunto dai libri che legge per scrivere dei libri tutti suoi o forse anche la bancaria e magari lavora il pomeriggio...

Alisia Ferretti, I C
A.S. 2016-2017
"M. Buonarroti", Montecchio

ROLANDO

Oggi io e tutti i miei compagni di classe abbiamo fatto un'uscita a Montecchio grazie al progetto "Occhi allo specchio". Il nostro scopo, quando siamo arrivati, oltre a visitare Montecchio, era quello di descrivere delle persone senza farci scoprire. Girovagando per il paesino, insieme a Caterina, cercando persone da descrivere, un rumore metallico mi attira l'attenzione e vedo un signore anziano sulla settantina che sta aggiustando una cassetta per la posta del centro anziani.
Secondo me, quest'uomo è una persona socievole e un personaggio un po' "storico", importante, perché ogni persona che passa lo saluta e ci fa una chiacchierata.
Sento delle voci che chiamano:"ROLANDO! ROLANDO!" e lui risponde, quindi ne deduco che il suo nome sia Rolando.
Non è tanto alto, è un uomo di bassa statura e un po' grassottello, sovrappeso.
E' vestito in modo vecchio stile, con una camicia a righe bianche e blu, che mi fa ricordare i colori del mare, dell'acqua cristallina.
Ha i pantaloni mimetici, con chiazze nere, marroni e verdi scuro, che si abbinano con i suoi grandissimi scarponi, sembrano quasi stivali per la pesca.
Rolando è molto accaldato, sudato: i goccioloni di sudore che gli scendono dalla sua testa pelata come una patata pronta per essere cotta, gli vanno a finire sulla "toppa", un cerotto che ha in testa, una grande macchia squadrata di color bianco che si espande in una tovaglia "acciaffata" dalle rughe.
Da lontano non riesco a vedere il colore dei suoi occhi, però vedo i suoi grandi occhiali appannati da sudore; sono gli occhiali fatti a goccia: quasi tutti i più anziani hanno quegli occhiali, li hanno perfino mio nonno e mio zio.
Stando seduto su un muretto di Montecchio, Rolando mi vede e, incuriosito, mi chiede cosa sto facendo, così io gli dico che sto descrivendo il paese e allora lui ci racconta tutta la storia di Montecchio e le cose più importanti avvenute lì.
E’ un signore molto interessante e colto, però, facendoci amicizia, ti accorgi anche che è un uomo molto simpatico, infatti ci ha raccontato anche della barzellette e dei proverbi del luogo, tutte molto divertenti.

Nicolò Di Lucio, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

 

 

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