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cultura

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 7

giovedì 3 agosto 2017
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 7

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!

Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri

PICCOLA SIGNORA

Oggi, insieme alla mia classe, sono andata a Montecchio per incontrare i nostri “compagni” di lettere, con i quali abbiamo partecipato al progetto “Occhi allo specchio”.
Siamo arrivati a Montecchio verso le 9:15 e con il professore siamo andati a vedere la loro scuola. La professoressa Bennati era simpaticissima: faceva tante battute e ad ogni frase che diceva ci aggiungeva una risata...
Ma passiamo al dunque. Il professore ci ha dato un compito: descrivere soggettivamente con aspetti oggettivi una persona di Montecchio, ho deciso quindi di descrivere una piccola signora anziana.
Era seduta al tavolo davanti al bar insieme a due suoi compaesani che sono stati descritti da dei miei compagni.
La signora era di statura bassa e snella, aveva due occhioni marroni che sprigionavano felicità, ma allo stesso tempo stanchezza, perché, come mi ha detto il nonno di Viola, che la conosceva, aveva 97 anni, la piccola signora…
Era vestita con degli abiti di un colore marroncino chiaro che si abbinavano al colore dei suoi occhi e dei suoi capelli: devo dire che sembrava un piccolo cioccolatino alla nocciola.
Secondo me, la signora da giovane è stata un’operaia, una donna con molti hobby, una persona sicura di sé, piena di vita, insomma una signora con una vita molto attiva.

Giulia Luciani, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

UNA RAGAZZA FRANCESE

Mi trovo in piazza Duomo e stranamente non trovo nessuno che mi colpisca in modo particolare.
Forse eccola...è proprio lì...è una ragazza credo poco più grande di me, ma di nazionalità francese. Si trova in compagnia di altri ragazzi che disegnano o descrivono il Duomo di Orvieto, poiché in mano hanno tutti un quaderno e, con loro, ci sono alcuni adulti, forse professori. Magari frequenta una classe di un liceo artistico e si trova qui in gita scolastica.
Mentre la guardo qualcuno la chiama con il nome “Sophie”, lei si volta e inizia a parlare nella sua lingua con una voce squillante. Poi si alza in piedi e così posso notare il suo abbigliamento: indossa una canottiera a fiori molto lunga ed un paio di jeans strappati neri, ai piedi ha un paio di scarpe sportive viola e bianche, infine sulle spalle ha un piccolo zaino a righe colorate. I suoi capelli ricci, lunghi, biondi e sciolti si intonano alla sua carnagione chiara e agli occhi verdi. Il viso è leggermente arrotondato, con guance rosee evidenti, il naso piccolino all’insù e una bocca carnosa.
Osservandola da più di dieci minuti, mi sto accorgendo dei suoi modi di fare eleganti, è gentile con i suoi amici e ben moderata nel rispondere ai suoi professori.
Ora se ne sta andando e chissà se un giorno la rincontrerò in altri posti e situazioni. Ma eccola che torna indietro perchè ha dimenticato il suo blocchetto per i disegni! In fondo non siamo poi così diverse visto che è sbadata come me.

Lisa Giudici, II C
A.S. 2016-2017
"M. Buonarroti", Montecchio

 

 

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