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cultura

"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 15

lunedì 30 luglio 2018
"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 15

L'OPERA: "FEUERKRÖTE" di Paul Wiedmer, opera in ferro e piante rampicanti

Sono in gita a La Serpara, e sto con Ginevra a cercare la statua che dobbiamo descrivere. Saliamo in alto con delle scale, salutiamo i nostri amici che hanno già trovato la loro postazione e ci sediamo un attimo per riposare. Intorno a noi ci sono alcuni alberi, un laghetto ed un grande cespuglio. Mentre stiamo parlando, balzo dritta dritta in piedi: il grande cespuglio ha sputato fuoco! Guardandolo meglio, in realtà ora comincio a capire bene di cosa si tratta: è una struttura in ferro, avente la forma di un drago, ricoperta da quell’ammasso di foglie. Il ferro che sosteneva il tutto è leggermente arrugginito ed è formato da un filo molto lungo, perchè doveva formare quel grande drago sputa-fuoco. La persona che lo aveva costruito doveva essere spericolata, amante della natura e della caccia, perchè la statua avrebbe potuto stare a significare la potenza degli animali e della natura. Magari l’avrebbe potuta aver fatta un artista giovane, al quale leggevano storie con figure mitologiche prima di andare a letto, così, nel buio della notte, sognava la fiamma che usciva dalle narici del drago di tanto in tanto. Certe volte lo sognava al Polo Nord, davanti ad un laghetto ghiacciato, e per riscaldarsi, sputava fuoco. Chissà quante persone sono venute a visitare La Serpara e quanti bambini hanno fatto finta di combattere contro questa scultura, o di venire bruciati, o addirittura di avere una bacchetta magica per trasformarla in foglie. Chissà se inizialmente lo scultore voleva fare il suo animale preferito, la rana, poi pensando ai quattro elementi (acqua, aria, fuoco, terra) ha creato questa bellezza. Sta di fatto che dopo alcuni anni è ancora bella e misteriosa come era in origine: le foglie verdi e neanche una bruciata dalla fiamma, niente di rotto o piegato. Resterà ancora lì, sotto il sole cocente e la pioggia battente, a sfidare la sorte e ad aspettare altri bambini che fantasticheranno di fronte a questo bellissimo drago così come abbiamo fatto noi.

GIORGIA FOSCOLI, Classe 1D Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto

Davanti a me c’è una statua molto particolare, che potrebbe essere appartenuta a un amante di sculture strane che aveva una figlia che però aveva paura del fuoco che sputava. Oppure a degli esploratori che l’avevano costruita per proteggersi dagli animali feroci. Penso proprio che in ogni caso chi l’abbia costruita abbia avuto un’esperienza paurosa. Magari simile a questa. «Per quanto dobbiamo scappare ancora, Jack?». «Finche l’incantesimo non sarà concluso, Amelia». «Ma sono già quattro giorni che scappiamo! Non ce la faccio più!». Era una creatura immensa, gigante che sputava fuoco dalla bocca. Finalmente però, dopo aver aspettato un altro giorno ancora, il drago si fermò in un giardino. Il fuoco però cambiò: stavolta usciva dal naso, ma non era più pericoloso. Con il tempo il drago venne ricoperto di foglie e restò lì per sempre.

GINEVRA SARRI, Classe 1C Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto 

IL PROGETTO, LE PUNTATE PRECEDENTI

1. PULPOPUGNO

2. FEUERPALAST MIT 21 SAULEN

3. PICCHIO PINOCCHIO

4. MANTRA

5. DAMMI UNA MANO

6. FRUTTA PER LA SERPARA

7. ALBERGO GOLDONI

8. BOROPHRYNE

9. BETONBANANA

10. MISS

11. MUSEO DEL FUMETTO

12. PORTA

13. RESPIRO VOLANTE

14. SOTTOFUOCO