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cultura

"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 12

giovedì 12 luglio 2018
"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 12

L'OPERA: "Porta" di Albert Braun, opera in ferro e rete 

L’oggetto che sto per descrivere è una porta da calcio. Colui che l’ha creata è Albert Braun. Questa porta mi mette felicità, perché immagino i bambini che si divertono giocando a calcio. Ma chissà perché Albert ha voluto creare una porta da calcio, e perché proprio davanti ad un albero? Forse, quando l’ha creata non c’era, ma questa è solo un’ipotesi. Ma potrebbe essere che l’albero c’era già da molto prima. Beh, comunque la porta sta lì da molto tempo perché è arrugginita e ha anche la rete rotta, ma forse questo la rende ancora più bella. L’albero mi fa pensare al giocatore che si trova nell’area di rigore, con la responsabilità di fare gol e gli altri alberi/giocatori che guardano. Il giocatore pensa: “Signore, ti prego, guida il mio piede (che è anche la mia radice), fammi segnare questo tiro. Ma se proprio non mi puoi aiutare non dirlo alle persone che verranno in questo giardino!”. Mi domando a cosa stava pensando Albert quando creava la scultura, perché poteva anche costruire una fontana, o una persona che compie un’azione, ma lui ha voluto creare una porta. Secondo me la porta da calcio sta a significare un simbolo di fratellanza, perché tutti con una palla e una porta si mettono a giocare a calcio, senza guardare al colore della pelle, all’età... E questo potrebbe essere il significato che Albert voleva dare tramite la sua opera. Ma quello che mi stupisce di più è che ha suscitato in me delle emozioni che non avrei mai sentito e immaginato di provare, perché il calcio non è il mio sport preferito e non mi piace giocarci in modo competitivo. Oggi ho pensato al calcio come amicizia. Grazie Albert!

FLAVIO D’ANDREA, Classe 1D Scuola Media "Luca Signorelli", Orvieto

«TIRA! TIRA!» urlavano i compagni di squadra, ma Luna era immobile davanti alla porta. Si giocava la finale: Urano contro Nettuno. Erano 3 pari, ma Luna, che era davanti alla porta, non voleva tirare. Era rimasta immobile a pensare alla porta, alla sua maestosità. «Chissà se i palloni che le tiriamo le fanno male? O magari per lei sono dolci carezze? Chissà quali domande si sarà fatta su noi che giochiamo con lei? E forse si sta facendo delle domande anche su di me?» si chiedeva Luna. Quando smise di pensare tirò talmente forte che la porta cadde su un altro pianeta, la Terra. Urano aveva vinto e tutti gli Uranesi erano felici. Tutti tranne Luna, che era preoccupata per la fine che aveva fatto la porta. Allora, una volta giunta a casa, andò avanti con la macchina del tempo per vedere il destino che aveva atteso alla porta. Così la vide in mezzo ad un giardino con tantissime sculture e c'era una ragazza che la osservava in tutta la sua bellezza. La ragazza ero io... 

GEMMA NERBANO, Classe 1C Scuola Media "Luca Signorelli", Orvieto

 

 

IL PROGETTO, LE PUNTATE PRECEDENTI

1. PULPOPUGNO

2. FEUERPALAST MIT 21 SAULEN

3. PICCHIO PINOCCHIO

4. MANTRA

5. DAMMI UNA MANO

6. FRUTTA PER LA SERPARA

7. ALBERGO GOLDONI

8. BOROPHRYNE

9. BETONBANANA

10. MISS

11. MUSEO DEL FUMETTO