politica
Il PD celebra la Conferenza programmatica. Tratteggiata l'Orvieto del 2020
sabato 15 novembre 2008
di laura
Partito Democratico di Orvieto schierato, se non al completo, in numero visibilmente consistente per celebrare l'attesa Conferenza Programmatica, con alcune presenze clou dei partiti dell'attuale e forse della futura coalizione di centro sinistra ma, a dire il vero, con una presenza più esigua di società civile. Questo lo scenario di Palazzo dei Sette dove, fino alla tarda serata di venerdì 14, dopo l'introduzione del documento, o meglio degli “Appunti programmatici del Partito Democratico di Orvieto” da parte del Presidente del PD orvietano Franco Picchialepri, numerosi interventi si sono succeduti fino alle conclusioni del vice segretario nazionale Dario Franceschini.
Una conclusione deludente tuttavia, perché chi sperava di sentire in diretta le posizioni politiche e le considerazioni dell'attuale Sindaco Stefano Mocio, tanto più dopo un tranciante intervento della competitor interna Loriana Stella, non ne ha avuto la possibilità. Stefano Mocio, infatti, che doveva essere l'ultimo a parlare prima della chiusura di Franceschini, ha rinunciato al suo intervento rimandando alle considerazioni già fatte in sede di Coordinamento comunale, e lasciando così stupito e insoddisfatto l'uditorio. Un inatteso riserbo, che certo spiazza ma impedisce di comprendere, in modo chiaro e pubblico, cosa, al di là dei riti che persistono, si sta veramente giocando dentro il PD. Una cosa “il partito nuovo” sembra non capire ancora: che se deve essere nuovo veramente bisogna cambiare, in primo luogo, anche i modi e i tempi della comunicazione. Nodo che è stato affrontato, per la tangente, solo da Pino Greco, che ha sottolineato come sarebbe stato bene avere prima, almeno gli iscritti, e magari usando le nuove tecnologie, i documenti oggi presentati, così da rendere più stringente e aderente la discussione.
A partire dalla crisi dell'economia globale, premessa degli appunti e leit motiv di quasi tutti gli interventi, le prospettive programmatiche del PD di Orvieto tratteggiano sia la forma partito, sia i principi, i valori, i bisogni su cui andare a un programma politico lanciato verso il 2020, quasi a lasciar sottintendere, in questa fase che vede la diatriba Mocio-Stella, che due consiliature almeno, per portare avanti un programma, ci vogliono. Partito dell'innovazione, delle responsabilità e dei valori, della partecipazione e della democrazia, dell'uguaglianza delle opportunità – questo il modello descritto – capace di far fronte ai bisogni sociali emergenti (anziani, donne, infanzia, integrazione, sicurezza) e di declinare un nuovo modello di sviluppo fondato sull'ecocompatibilità e la qualità della vita.
Tra i principi e i valori dell'Orvieto 2020: Orvieto città del mondo e della pace, antifascista, democratica, solidale, dei giovani, dei diritti, delle qualità; Orvieto libera, ecologica, Orvieto città unita, in un rapporto qualità/servizi armonico ed equilibrato tra centro, periferie e borghi rurali. E poi le politiche del benessere, rivolte in particolare ai bambini e ai giovani, agli anziani da trasformare in risorsa sociale, forti anche di quel valido e folto associazionismo ben radicato e attivo nell'Orvietano. Né manca la città dei saperi e della creatività, in cui sono la musica e il teatro a fare la parte del leone. Questi, grosso modo, gli spunti su cui aprire a una più ampia partecipazione con la società e costruire quella che sarà la base di un programma di governo con cui andare al confronto con i possibili alleati per le amministrative 2009.
Se Mocio non ha parlato, di un programma come base delle alleanze e non di premature alleanze precostituite ha parlato Marino Capoccia nel suo intervento; lasciando intendere, ai fautori delle primarie ad ogni costo, che le primarie per principio sono una falsa modernità, e che è invece sulla pazienza dell'elaborazione di un programma da condividere che vanno costruite sia le alleanze che la candidatura alla guida della città. Diversi gli interventi che hanno sottolineato la necessità di un percorso collettivo e partecipato che superi verticismo e decisionismo, tra questi quelli di Silvia Fringuello, Gianni Mencarelli, Maurizio Conticelli, che ha subordinato proprio a questo aspetto la sua vicinanza o meno al PD che andrà a proporsi alle prossime amministrative.
Tra gli altri interventi, tutti sul filo di parole chiave quali riformismo, solidarismo, pluralismo, quelli di Liliana Grasso, Massimo Morcella, Mario Tiberi, Adriana Bugnini. Più istituzionale che politico l'intervento di Massimo Gambetta, che ha illustrato e difeso l'operato dell'amministrazione, mentre Giorgio Posti, oltre a mettere l'accento sul decremento della popolarità del governo Berlusconi, ha parlato di un'Orvieto tanto più forte e produttiva quanto più saprà collegarsi al comprensorio. E la necessità di un'Orvieto aperta, capace di fondare il suo sviluppo su base interregionale, è stata sottolineata in vari passaggi anche dall'attuale vice sindaco Marino Capoccia. Per quanto riguarda gli interventi esterni al partito, unico quello di Franco Raimondo Barbabella, che sulla base di linee programmatiche mirate e incisive ha fatto intendere una disponibilità del Partito Socialista a confrontarsi e a ragionare.
Molto atteso l'intervento di Loriana Stella, proiettato verso un'Orvieto capace di futuro. Sottolineato, ancora una volta, il bisogno di discontinuità, e ricordati i presupposti su cui è avvenuta l'elezione del segretario Carlo Emanuele Trappolino: partecipazione, conoscenza, comunicazione, mobilità delle classi dirigenti, potere diffuso, morale, ricerca e sviluppo nella politica, ridistribuzione del sapere, permeabilità. “Tutti obiettivi che condivido – ha aggiunto – ma siamo sicuri che sono praticati?” Particolarmente forti alcuni passaggi, laddove Loriana Stella ha affermato che non serve a nessuno un Partito Democratico “gestito alla sovietica"; e che è sbagliato “galleggiare sull'esistente o fare cassa con i soldi dei cittadini poco informati e pagare i debiti vendendo i gioielli di famiglia”. Chiaro, ancora una volta, l'appello alle primarie e, sia pure tra le righe, fatta intravedere la sua volontà a candidarsi. “Le grandi resistenze frapposte in questi giorni alle primarie – ha detto – appaiono molto gravi. La conferenza programmatica e il lavoro fin qui svolto sono una buona base per il futuro, ma tutto deve essere sorretto da una visione nuova, da una pratica democratica quotidiana, coerente con la scelta di candidati competenti e popolari". Chiaro anche l'asse Stella-Conticelli, che sceglie praticamente lo stesso slogan: "Orvieto capace di futuro".
Resta da vedere, a questo punto, se prevarrà la fase degli oltranzisti delle primarie, stretti intorno alla Stella, o la linea Capoccia che, lasciando sulle primarie un interrogativo non esplicitamente sciolto, rimanda ai tempi e al merito di un programma da stilare. A questo proposito, secondo quanto oggi dichiarato, sulla base degli appunti di programma si passerà ad ulteriori momenti partecipativi e all'elaborazione di una piattaforma programmatica più precisa. Anche se i segnali sono, per il momento, tutt'altro che incoraggianti, ci aspettiamo, da un partito nuovo, una comunicazione nuova, più diffusa, più aperta. Leggiamo, nel punto programmatico 3.11:
Trasparenza e accesso alle informazioni
La qualità della comunicazione fa la qualità della politica e la qualità della politica fa la qualità della comunicazione. Questa simmetria deve essere messa al centro di una nuova concezione della comunicazione. Comunicazione per dare spazio a quel “senso comune” democratico che può fecondare una nuova stagione di trasparenza, partecipazione, impegno civile. In particolare le tecnologie digitali, il world wide web, i social network possono dare opportunità di partecipazione a una moltitudine che pare in cerca di rappresentazione politica.
Bene, ci piacerebbe che questo punto diventasse operativo da subito e che, anche così, si provasse a costruire una base programmatica condivisa. Non è facile, ma ogni rinnovamento passa per più di un prezzo che non si può non pagare.
In corelata, i principali documenti della Conferenza programmatica


Appunti programmatici: Orvieto nell'Umbria migliore
Le politiche del benessere
La città creativa

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