cultura

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 5

lunedì 17 luglio 2017
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 5

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!

Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri


LA SIGNORA

Dopo un po’ che girovago per le strette viuzze di Montecchio, ecco trovato il mio soggetto: una signora, sulla settantina, penso. L’ho incontrata due volte, una davanti al bar e un’altra davanti al macellaio, ed è una fortuna che l’abbia ritrovata perché avevo iniziato a descriverla, ma poi se ne è andata e l’ho persa di vista. È seduta su una panchina verde, molto rovinata, è intenta a parlare con un uomo della stessa età, credo, molto (ma molto) grosso con altrettanti grossi baffi grigi che gli coprono la bocca. “Guarda che bella giornata con questo sole!”, dice l’uomo. “Già, ma li hai visti questi ragazzini che corrono in giro? Secondo te che fanno?, dice lei. “Ah, ma io che ne so!”. Ora l’uomo con i grandi baffi ci guarda, ma subito dopo distoglie lo sguardo. La donna sembra molto comoda seduta in quella posizione: ha le gambe incrociate e una mano è appoggiata sulla sua borsa color beige con delle macchie coloratissime sopra, mentre l’altra è sulle cosce.

Penso che voglia rilassarsi un po’ dopo che stamattina si è alzata prestissimo, ha fatto la lavatrice, ha steso i panni, ha stirato e ha dato da mangiare ai suoi due gatti che adesso staranno a oziare sul divano. Mi avvicino pian piano e mi siedo davanti a lei, su una panca di legno che sembra molto vecchia. Ecco. Ora la donna è davanti a me: è vestita con una maglietta rossa, che ha comprato pochi giorni prima al mercato, in piazza, l’ho sentita parlare davanti al bar con un’altra signora. Ha un gilet nero, dei pantaloni neri che hanno un piccolo buco, in basso, nella parte posteriore, sulla caviglia e delle scarpe marroni. Ma la cosa che salta all’occhio sono i suoi calzini rosa-fluo, sotto i pantaloni neri, probabilmente quei calzini sono della nipote che è stata a dormire da lei, confondendoli con i suoi perché non aveva gli occhiali e non riusciva a distinguerli (come fa mia nonna).

È bionda, frutto della tinta, penso, ha dei bellissimi occhi azzurri e molte rughe sul viso, soprattutto sotto gli occhi. Il suo sguardo è rivolto verso l’alto, mentre si gratta un po’ il mento e si tocca i capelli: forse sta pensando a quando andare dal parrucchiere, che cosa deve preparare per pranzo o se deve ricomprare altro cibo per gatti. Può darsi che stia pensando tutto nello stesso momento. Il macellaio esce dal negozio e si avvicina, ecco, ora è proprio accanto a me. “Cosa fate tutti voi in giro?”, chiede con tono gentile. “Ehm.. descriviamo”, gli rispondiamo noi. “Mhm…bello!”. E ritorna dentro perché è appena entrata in negozio una donna molto chiacchierona che sembra avere molta fretta. Ora posso continuare.

Mi alzo e faccio per andarmene: passando vicino alla signora, noto che ha la fede al dito. Quindi è sposata: forse il marito è insieme ai gatti a casa, parcheggiato sul divano e sta guardando la televisione, ma senza riuscire a cambiare canale perché non sa quali pulsanti deve premere, perciò si guarda un programma, che magari neanche gli piace, oppure non gli importa, perché ormai si è addormentato con i gatti. Ora ritorniamo al bar, salutando tutti quei signori che ci fanno un cenno con la mano.

Julie Delli Poggi, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

GARÇON FRANÇAIS

Sono ad Orvieto, precisamente sulle scalinate del Duomo, c'è molta gente...appena arrivata ho notato subito un gruppo di studenti francesi, forse venuti in gita per qualche giorno.
Tra di loro c'è un ragazzo, sui 12 anni, che è particolarmente attento alle spiegazioni dell'insegnante sul Duomo: questo mi fa pensare che sia un ragazzo studioso e attento, a cui piace la scuola.
Indossa una maglietta a righe orizzontali rosse, celesti e bianche, simili a quelle dei pantaloni...anche loro a righe, anche se verticali, gialle e arancioni; la scelta dei vestiti mi fa capire che è un ragazzo gioioso, allegro e amante dei colori accesi. Anche il cappello che ha in testa è abbastanza vivace tutto a pois viola... solo le scarpe non rispecchiano la sua personalità, nere e chiuse.
Si sono seduti dalla parte opposta del Duomo, lui è l'unico, rispetto agli altri, seduto a terra.

Stanno disegnando, lui resta molto attento, sia a quello che dice il loro insegnante, sia ai particolari per il disegno... adesso che ci penso meglio, può darsi che stia descrivendo come me, solo che, a differenza di me, stia descrivendo il Duomo, infatti accanto all’astuccio ha un libro con la copertina del Duomo. E' abbastanza alto, di carnagione scura, come un ragazzo che va molto al mare o al lago, il portamento è disinvolto e rilassato, di una persona in pace con se stessa. Grazie al fatto che si stanno alzando, ora riesco a notare meglio il volto... Oltre al fatto che da lontano non lo riuscivo a vedere, c'era anche il problema che continuava a muovere la testa verticalmente e orizzontalmente, inoltre ogni tanto si girava, magari per osservare i testi, o i disegni, degli altri suoi compagni.

Ha un viso abbastanza rotondo e piccolo, con un’ espressione felice ma anche stupida, per il semplice fatto che ogni tanto fa delle facciacce strane ai suoi compagni, probabilmente per delle battute sciocche. Gli occhi, particolarmente strani, sono a mandorla e sbarrati di un color verde-azzurro, che esprime felicità e allegria: una personalità vivace, insomma, che si riusciva a capire già dai colori accesi dei vestiti.

Ora che si è avvicinato di più al Duomo e, di conseguenza, a me, osservo e mi stupisco allo stesso tempo, che abbiamo lo stesso quaderno; verde-acqua con dei piccoli anelli che uniscono i fogli.
Girandosi noto che porta uno zainetto, cosa che avevo già intuito, ma che non riuscivo a vedere bene: è verde, marroncino e giallo con dei disegni bianchi stilizzati. Ora però se ne sta andando con il suo gruppo, dopo aver mangiato con un amico il gelato, probabilmente, guardando il colore, cioccolato. Sta andando verso un bar, chissà magari per descrivere o disegnare qualcos’altro.

Carlotta Di Giovambattista, II C
A.S. 2016-2017
"M. Buonarroti", Montecchio

 

ARCHIVIO

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 1

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 2

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 3

"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 4