"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 4

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!
Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri
IL BILINGUE MUSCOLOSO
Mi trovo di fronte al bar “Da Brozzi “ dove ho trovato il mio soggetto. E’ una persona alta e muscolosa con pettorali smaglianti, capelli castani a caschetto e occhiali da sole in testa. Da quanto sembra va in palestra minimo quattro volte a settimana. Come le altre parti del corpo, ha anche un naso muscoloso. Le orecchie sono simili a quelle di un elefante, forse da piccolo disobbediva ai genitori e per questo gli tiravano le orecchie!
Si è appena bevuto una birra insieme al suo amico, entrambi sembrano avere venticinque anni circa. Ha una voce sonora, calma e parla due lingue: italiano e inglese. Guarda il suo cellulare, uno Huawei, e si gusta il panino che la cameriera gli ha appena servito. Penso che ami il caldo dal momento che si è seduto all’unico tavolo al sole di tutto il bar.
Ora sta facendo la fila per pagare. Sembra una persona colta, dal carattere forte e docile, però pronta a fare la solita “cavolata” da giovane. Porta dei pantaloncini corti di colore beige e scarpe basse nere. Mentre si muove noto che ha un’ andatura svelta, un po’ scoordinata e procede passi lunghi.
Magari si laureato in scienze motorie e ha insegnato all’estero, ma non ha avuto molta fortuna ed è ritornato in Italia; chissà, forse, per colpa dell’alcool, ha fatto qualche danno e quindi, prima di essere odiato dalla gente, si è trasferito ad Orvieto. Potrebbe essere fidanzato con una coetanea di Orvieto, una ragazza molto gelosa, che lo tartassa di telefonate e messaggi su WhatsApp, visto che è stato sempre con il cellulare in mano... Se ne sta andando e io spero per lui che abbia un gran futuro.
Damiano Cleri, I C
A.S. 2016-2017
"M. Buonarroti", Montecchio
IL CORTEGGIATORE
Finalmente ho constatato di aver finito la mia ricerca. Mi trovo in una piazza. La mia preda è un anziano signore, sulla settantina. Probabilmente sta solo cercando di godersi la sua meritata pensione, in una bella giornata. È seduto comodamente con le gambe accavallate e un braccio poggiato lungo il bordo della panchina, come se dovesse circondare una persona al suo fianco: magari la sua vecchia moglie di cui, in un tragico incidente, è rimasto vedovo. Mi avvicino per osservarlo meglio: ha delle mani rovinate, a mio parere, non solo dalla vecchiaia, ma anche dal suo lavoro. Forse era un muratore o, ancor più un addetto ai traslochi, oppure un agricoltore che lavorava nelle campagne nei dintorni…
Nel frattempo è passata un scolaresca dell’asilo ed una bambina con la sua voce stridula ha gridato: “C’è un vecchietto!”. Lui, però, non mi è sembrato infastidito, anzi si è messo a sghignazzare. Si vede che adora i bambini. Ora gli si avvicina una signora della sua età, forse anche un po’ più vecchia, e gli si siede nella panca accanto. Dopo una breve chiacchierata sul più e il meno e i dolori causati dalla vecchiaia, il signore le propone, corteggiandola: “Vuole che l’accompagno a casa?”, ma lei continua a rifiutare: “No, ce la faccio da sola, non si scomodi. Non sono ancora così vecchia!”. È probabile che da giovani si amassero, ma una volta sposato, il signore non l’ha più considerata, nonostante il loro duraturo amore. Poi una volta vedovo, ha riprovato a mettersi con lei, ma la signora non ha voluto perché amica della ormai morta moglie del signore.
Il settantenne ripensa per una decina di minuti sulla sua vita e i suoi amori, sfregandosi il pollice e l’indice della mano sul mento e smanettando un po’ con il suo telefonino Nokia. Poi se ne va. Lo seguo nascondendomi dietro a cespugli e muretti: è molto eccitante. Mi sento come 007. Con la tipica camminata fiera e zoppicante da vecchietto, il signore fa due passi per il paese, fermandosi a fare due parole con tutte le persone che incontra: è molto amato in paese. Adesso lo vedo in lontananza sparire in un portone marrone…
Samuele Custodi, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto
ARCHIVIO
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 1
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