Fascino antico, spirito nuovo. Il Corteo Storico fa bella Orvieto

Fascino antico, spirito nuovo. Voglia di guardare avanti, senza per questo stravolgere una tradizione avviata nel 1951. Timidi ma non trascurabili segnali, da incoraggiare e calibrare insieme per fare sempre meglio. Perché al pari di altre feste comandate e ricorrenze del calendario, la giornata del Corpus Domini a Orvieto porta tutti a fare conti e confronti, con aneddoti, racconti e ricordi.
"Sono gli stessi orvietani – ripetono dall'Associazione Lea Pacini – a chiederci che gli eventi del Corpus Domini restino tali, con l'uscita in parata mattutina del corteo storico contestuale a quella della processione religiosa, ritagliandosi però dei momenti più propriamente spettacolari".
Sì, perché tanto festoso splendore non può più restare muto e confinato negli armadi per un intero anno. Tanto attaccamento cittadino non può fiorire a fine maggio e spegnersi all'inizio di giugno. E tanta contraddittoria retorica non può soffocare la grandezza di un sogno medievale che per continuare ad essere tale deve attingere a nuova linfa.
Specchio caratteriale di un'intera città, il corteo storico ha mandato in archivio domenica 7 giugno quella che viene considerata la sua 64esima edizione. Segnata da alcune piccole ma importanti novità. A partire dal percorso e dall'articolazione di parata, tripartita in Corteo del Podestà, Corteo del Capitano del Popolo e Corteo della Città. Una definizione maggiore che ha comportato anche qualche lieve spostamento nell'ordine dei figuranti.
"Questo perché il corteo storico di Orvieto – spiegano dall'associazione – non prende in esame un anno specifico ma cento anni, dalla metà del 1200 alla metà del 1300. L'intenzione, quindi, è quella di rappresentare uno spaccato della città presentandola secondo una maggiore attendibilità storica. Si tratta di un patrimonio di un'eleganza incomparabile ed artigianalmente irripetibile, cerchiamo di mostrarlo come tale".
A determinare l'ordine di uscita delle rappresentanze dei quartieri, come da tradizione, quello di arrivo della Staffetta ovvero: Olmo, Corsica, Serancia e Santa Maria della Stella. Per il secondo anno, in Piazza della Repubblica è stato riproposto secondo un antico cerimoniale recuperato l'omaggio del Capitano del Popolo al Podestà con le bandiere delle terre assoggettate schierate sul balcone del municipio, tornate a regalare a orvietani e turisti un suggestivo colpo d'occhio.
Non ha tradito l'attesa, nemmeno la sfilata della sesta quadriglia di armigeri dalle Picche Ferrate – con costumi che non uscivano dagli anni '80, opportunamente rimessi in sesto dalle sarte del corteo con nuove borchie – e l'ottavo cavaliere Monaldeschi della Vipera, che ha indossato un mantello mai uscito.
In cima alle novità di quest'anno, la collaborazione avviata tra l'Associazione Lea Pacini e il Gruppo Vetrya Spa, concretizzatasi nell'immediato con il lancio dell'applicazione "Corteo Storico Orvieto", disponibile gratuitamente su Apple Store e Google Play. Tra le funzioni previste: il percorso interattivo, il collegamento con i principali social media, la sezione fotografica e l’innovativa funzione radar in grado di riconoscere in tempo reale la posizione e la storia dei principali personaggi che compongono il corteo attraverso la tecnologia di prossimità con l'attivazione del Bluetooth sul dispositivo.
Sei, per ora, le figure rese tracciabili. Ovvero: Capitano del Popolo, Podestà, Gonfaloniere di Giustizia, Signori Sette, Giudice della Colletta, Camerlengo. Ulteriore passo, questo, verso il futuro che vede la società sostenere alcuni progetti come la realizzazione di teche che consentiranno di musealizzare i costumi più pregiati. Mai come quest'anno, inoltre, la macchina organizzativa è diventata social, ha interagito, ricordato di volta in volta gli appuntamenti - dal concerto in S.Andrea al convegno promosso dalla Fidapa, passando per le visite guidate gratuite in sede per toccare con mano arredi e corredi - e, a colpi di hashtag #corteo2015, incentivato la condivisione di aggiornamenti e foto, inediti backstage compresi.
Dallo schieramento ai momenti della preparazione, poco è sfuggito agli obiettivi dell'Associazione Fotoamaorvieto – fondata nel 2013 con lo scopo di promuovere, senza scopo di lucro, la cultura, la tecnica e il linguaggio fotografico – che fin dalla sua origine collabora con il corteo. Nell'immancabile bilancio del giorno dopo, attardarsi su scollamenti tra la parte storica e quella religiosa, tempi morti, sbavature, mancamenti o mancanze, nel nome del rigore statico di figuranti e pubblico, appare francamente un po' anacronistico di fronte all'esigenza-urgenza di promozione turistica, conoscenza storica e conservazione dinamica.
L'auspicio, neanche a dirlo, è che tanto fermento non resti solo virtuale.
Inossidabile Olmo. È bianco-verde anche la 50esima Staffetta dei Quartieri

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