cultura

Street art sulla cabina per riscoprire Aldo Netti, l'ingegnere che portò la luce a Orvieto

martedì 28 novembre 2017
di Davide Pompei
Street art sulla cabina per riscoprire Aldo Netti, l'ingegnere che portò la luce a Orvieto

Pioniere nel campo dell'energia elettrica, agli inizi del Novecento illuminò circa 130 paesi dell'Italia Centrale, tra Umbria e Lazio. Amico di Guglielmo Marconi, frequentò Thomas Edison, Galileo Ferraris e Giuseppe Colombo. A lui, Orvieto deve l'impianto realizzato nel 1896 e un capolavoro dismesso di archeologia industriale come la Centrale Idroelettrica di Sugano, in funzione fino al 1945, che sfruttando la vicinanza con le Fonti del Tione e il torrente in località Bottacce fece luce al Teatro Mancinelli.

Narnese di Stifone, dove nacque nel 1869, ma orvietano nei fatti – abitò all'ombra del Duomo, nel palazzo affrescato che ne porta il nome – Aldobrando Netti riscattò le umili origini del padre mugnaio e l'abbandono delle scuole a 12 anni con la laurea in Ingegneria Industriale conseguita all'Istituto Superiore Politecnico di Milano, quando ne aveva dieci in più.

Oltre un secolo dopo, una creazione artistica realizzata dal duo Dom Quix proprio su una cabina elettrica, quella di e-distribuzione – la società del Gruppo Enel che gestisce la rete di distribuzione elettrica di media e bassa tensione – situata lungo Via Po', a Sferracavallo, consente di ricordare l'uomo che "ha amato e contribuito allo sviluppo della sua terra attraverso l’energia elettrica".

Luce e territorio sono anche ragion d’essere dell'opera muraria, presentata come annunciato venerdì 24 novembre nei locali del Centro Sociale del quartiere, a circa un mese dalla fine dei lavori avviati sabato 21 ottobre, e seguita da un aperitivo a base di olio novo, sella di San Venanzo e vino, sulle note del trio blues "The Chops". Con la forza dei colori, la torretta riqualificata si fa simbolo della storia elettrica del territorio e restituisce alla collettività una reinterpretazione artistica della figura principe.

"L'intenzione – hanno spiegato i giovani artisti, guidando la lettura dell'opera per una sua corretta decodificazione – era riportare l’attenzione sull’attuale necessità di utilizzare fonti sostenibili, ma anche far leva sulla memoria collettiva in riferimento a Netti e al suo straordinario operato. Il duplice ritratto viene inglobato in quell'idea di dinamismo e movimento messo in moto dall'intuito. E sottolineato dai colori. L'opera è pensata come una vera e propria scultura intorno a cui girare. I fiori rimandano al simbolismo hippie, ma fanno anche riferimento alla vegetazione che ha preso il sopravvento sull'Officina di Sugano".

Coltiva il sogno di vederla sistemata, Valentino Maggi, promotore del progetto di riqualificazione dell'ex Centrale Idroelettrica. "La sua storia – ha detto l'ex consigliere comunale, con un lungo trascorso all'Enel – mi ha sempre affascinato. La mozione con cui chiesi di ripristinare la centrale fu accolta all'unanimità, ma per una serie di motivi non ebbe seguito. Nel 1999 era ancora possibile recuperare qualcosa. Netti fu deputato del Regno d'Italia ed amava Orvieto come la sua città natale. Se non fosse morto così presto all'età di 56 anni, probabilmente avrebbe contribuito a cambiarla. Per onorare il suo genio doveva essere fatto molto di più".

In contatto con l'ultima discendente dell'ingegnere, il ricercatore e studioso Giuseppe Fortunati, membro dell’associazione ViviNarni e autore della gran parte dei materiali che online si trovano su di lui. "L'idea – ha confidato, ripercorrendo con il supporto di un video le tappe salienti della biografia – è quella di realizzare a Narni un piccolo Museo dell'Energia, dedicato all'ingegnere Netti, a fini divulgativo-turistici. La casa natale e il mulino del padre sono già state rimesse a posto. Possiamo lavorare insieme in questa direzione. Speriamo che Netti continui ad illuminare la nostra storia".

Si è detto pronto alla collaborazione tra istituzioni, il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani. "Come Amministrazione Comunale – ha ricordato – abbiamo ripreso proprietà del progetto di valorizzazione dell'ex impianto idroelettrico, destinato a diventare Centro di Documentazione per le Energie Alternative, dopo circa dieci anni dall'acquisto del bene che nel 2006 venne inserito nella progettazione del Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano con la prospettiva di utilizzare l'energia prodotta dall’impianto per dare luce alle aree archeologiche. Gran parte di quell'acqua è utilizzata per l'imbottigliamento.

Servono fondi per quasi 500.000 euro. Ad oggi, le priorità sono state altre ma quel sito è inserito in uno dei percorsi pedonali, sull'asse della Via Romea, ed è facilmente raggiungibile. Dopo quest'opera muraria che accende l'attenzione sulla figura di Aldo Netti, dovremmo organizzare un incontro con le scuole di Sferracavallo e, in primavera, un'escursione" come quella promossa da "CamminEsploratori" non più tardi di  domenica 26 novembre. Quando le temperature consentiranno di lavorare all'aperto, poi, vedranno luce anche nuove opere murarie.

L'iniziativa rientra nel progetto portato avanti da "Orvieto Street Art" in collaborazione con l'Amministrazione Comunale ed e-distribuzione che "proseguirà nei prossimi mesi nel comune impegno a favore del decoro urbano, dell’innovazione e della sostenibilità ambientale". I muri che vengono fatti parlare attraverso la street art sono, in prevalenza, quelli di impianti e strutture dislocate sul territorio e messe a disposizione da e-distribuzione per la valorizzazione artistica e culturale delle infrastrutture urbane e la sensibilizzazione sul tema delle energie rinnovabili.

Ma non solo, dal momento che le opere murarie finora realizzate ad Orvieto – una quarantina, in tutto, dal primo dipinto nel 2016 dagli artisti Guerrilla Spam e Hopnn in prossimità del Cippo dei Sette Martiri di Camorena nella ricorrenza dell'eccidio, al termine del progetto scolastico "Strade dell'arte in strada" condotto insieme all'Associazione "Banano Connection" – hanno a che fare con la denuncia sociale così come il legame storico con il territorio. In prospettiva, saranno mappate in formato digitale su un apposito portale.

Così da censire, a colpi di QR Code, il mondo animale raffigurato ad Orvieto Scalo da Stefania Liccardo, insieme alle scene di caccia di Osarella e quelle sportive allo Stadio "De Martino", il "Pesce grande mangia pesce piccolo" di Damiano Olivieri, ospitato nella zona rurale di Corbara, e i 150 metri del muro di contenimento di Osarella dove hanno portato forme e colori Antonio Sciacca, Valerio De Luca, Damiano Olivieri, Nicolò Cedeno, Yohan Musumarra, Rosaria Benini, Alex Senna e Irwinsuimuri. E la "Disobbedienza" su un'abitazione privata, firmata Exit Enter.

Colori, ai piedi della Rupe, per la torretta Enel collocata nei pressi del Ciclodromo che ha fatto da tela per Ache77. Se "La Balena" di Damiano Olivieti nuota nell'Area Spettacoli Viaggianti di Orvieto Scalo, "SOS Orso Polare" realizzata in stile cartoon dall'artista pisana Rame13, lancia un appello per l’ambiente e la sostenibilità dalla facciata della cabina di e-distribuzione di Ciconia. Suoi, ma anche di Manuela Montenero e Miles, i disegni di "Orvieto in Jazz" nella scalata interna del Parcheggio Pluripiano di Via Roma.

Altre scale, quelle adiacenti a Palazzo Crispo Marsciano che da Piazza Marconi portano all'Anello della Rupe, colorate dai lavori della crew "Progeas Family". E ancora i murales all'interno della Fortezza Albornoz fino al sottopasso delle Scuole Elementari di Orvieto Scalo dove ha trovato posto un'originale rivisitazione delle vetrate del Duomo, opera di Rickyboy. Non risparmiata dal colore – e, per la verità, anche dalle critiche – "La Caduta del Diavolo" fermata su un pilone in cemento da Camilla Falsini.

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