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Progetto Paglia, Ambientalisti a Confindustria: "Reazione stupisce nel metodo e nel merito"

lunedì 15 aprile 2019
Progetto Paglia, Ambientalisti a Confindustria: "Reazione stupisce nel metodo e nel merito"

Stupisce il commento irritato di Confindustria Umbria alla nota diramata dal Coordinamento delle Associazioni di Protezione Ambientale dell’Orvietano in cui si portano all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni elementi di presumibile criticità in merito ad un ipotetico progetto di manutenzione da parte dei privati di tratti di sponde fluviali, con possibilità di “valorizzare” in senso energetico le biomasse derivanti. Progetto incluso nel Secondo Report Intermedio del Contratto di Fiume per il Paglia.

Stupisce nel metodo e nel merito.

Nel metodo perché tali osservazioni critiche non sono innanzitutto una novità, ma erano già state portate all’attenzione dei coordinatori dei tavoli di lavoro del CdF circa un anno e mezzo fa, insieme a diverse altre. Ma anche perché si ritiene quanto meno curioso minacciare, solo per un rilievo critico, il ritiro dal CdF in assenza di una chiara presa di posizione da parte di tutte le altre componenti del CdF stesso. Se ritengo di essere oggetto di una critica ingiusta non minaccio di uscire dal gioco se tutti gli altri non mi danno ragione ma cerco di oppormi con valide argomentazioni.

Nella parte relativa al merito si cercherà nel seguito di contestualizzare la presa di posizione e di argomentarla ulteriormente.

Come Coordinamento, in questo periodo di transizione che precede le elezioni amministrative e vede contemporaneamente una fase di stasi delle attività del CdF in attesa di capire su quali risorse le progettualità finora espresse possano contare, ci siamo dati l’obiettivo di organizzare un convegno pubblico in cui vorremmo offrire, con esperienze e casi di studio, una visione diversa su una possibile gestione degli alvei fluviali attenta alle componenti ambientali, ma allo stesso tempo mirata alla prevenzione del rischio idrogeologico. Tale convegno si svolgerà la mattina del prossimo 4 maggio a Orvieto, presso il Palazzo dei Sette.

In preparazione dell’evento abbiamo ripreso le osservazioni sulle criticità a suo tempo da noi sollevate nel CdF Paglia e stiamo cercando di condividerle e riattualizzarle alla luce degli ultimi eventi. Interverremo a breve anche riguardo ai progetti, spesso ecologicamente devastanti, portati avanti dal Consorzio di Bonifica, sia all’interno che fuori dal CdF.

Per entrare ora nello specifico del progetto presentato da Confindustria Umbria, in genere gli interventi sulle sponde ai fini della prevenzione delle piene dovrebbero limitarsi all’eliminazione degli alberi secchi, o di parti di alberi seccate, materiali che la piena può portare con sé verso valle e che potrebbero incagliarsi in alcuni punti generando pericolosi effetti barriera, ecc., ecc.   

Partendo dall’imprescindibile considerazione sull’importanza ecologica delle fasce tampone di vegetazione ripariale, i rischi che ipotizziamo rispetto a questo progetto sono sostanzialmente due, legati tra loro:

·       Da una parte che, pur in presenza di una proposta interessante che “democratizza” e diffonde la cura per i beni comuni, in assenza di un preciso e vincolante disciplinare tecnico i privati possano intervenire ciascuno in maniera personale e difforme gli uni dagli altri (l’aspetto della deregulation).

·       Dall’altra che, in presenza invece sul territorio di un impianto attivo di trasformazione delle biomasse vegetali (come quello in corso di realizzazione a Città della Pieve… si veda il lungo articolo sul Corriere dell’Umbria del 5 aprile scorso), il quale impianto non può che invogliare l’acquisizione di “combustibile” per il suo funzionamento, in assenza di regole ci possa essere da parte dei privati la corsa a tagliare tutta la vegetazione sulle sponde fluviali e a conferirla come biomassa da “valorizzare”, anche in virtù del miraggio di un concreto e cospicuo ritorno economico. 

 

Nota di: Filippo Belisario – Referente del Tavolo “Qualità Ambientale” nel CdF Paglia in rappresentanza del Coordinamento delle Associazioni di Protezione Ambientale dell’Orvietano

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