ambiente

Ambientalisti all'attacco sulla prevista centrale a biomasse. Sull'accordo con ACEA si chiede partecipazione vera

mercoledì 19 marzo 2008
di laura
Si discuterà nel Consiglio Comunale di domani, giovedì 20 marzo, l'accordo tra il Comune di Orvieto e la Soc. SAO S.p.A., da tempo nel mirino dei gruppi consiliari di opposizione e delle associazioni ambientaliste: in discussione, oltre alla riorganizzazione della raccolta dei rifiuti urbani nel Comune di Orvieto, le linee guida del Piano energetico comunale che l'ammistrazione ha in animo di realizzare, con successivo e più dettagliato progetto, con ACEA, l'importante società che ha ultimamente inglobato il gruppo SAO. E se la riorganizzazione della raccolta dei rifiuti preoccupa la CGIL e il gruppo consiliare Altra Città, che di questa preoccupazione si è fatto interprete, soprattutto per la decisione di ACEA di cedere il troncone della raccolta e dello spazzamento, mantenendo solo il trattamento dei rifiuti in discarica, a preoccupare ancora di più le minoranze consiliarri e alcune associazioni ambientaliste (Cittadinanza Attiva, Ars, CNP, Amici della Terra, WWF, Il Ginepro), sono le linee guida del Piano energetico comunale e, in particolare, la decisione di realizzare una centrale a biomasse tra 5 e 10 Mgw, a seconda dell'effettiva disponibilità dei materiali da riconvertire. L'argomento è stato vagliato in Conferenza dei capigruppo lo scorso lunedì, data la sua delicatezza e il suo interesse con la presenza di diversi cittadini, quasi tutti appartenenti alle associazioni ambientaliste sopra riportate. Ma l'analisi fatta dal vicesindaco Marino Capoccia e le risposte fornite ai capigruppo di minoranza presenti - Conticelli di Altra Città e Olimpieri di Alleanza Nazionale - non sono bastate a rassicurare né i consiglieri di minoranza né i cittadini che hanno ascoltato l'audizione. Proprio le associazioni ambientaliste hanno anzi elaborato un volantino che verrà distribuito oggi e domani sul territorio orvietano per spingere l'amministrazione a non portare in Consiglio l'accordo Comune-SAO senza prima aver risposto "alle molteplici domande di cittadini che vogliono chiarezza e partecipazione su scelte così importanti per il futuro della città". Mentre il vicesindaco Marino Capopccia rassicura sulla filiera corta rispetto a quanto verrà bruciato, che dovrebbe provenire dalla riconversione delle culture di tabacco della valle del Paglia, e afferma, più in generale, che tutte le precauzioni saranno prese e i paletti fissati in fase di progetto, molte sono le inquietudini degli ambientalisti, che incalzano l'amministrazione con una serie di domande: con quali biomasse si intende far funzionare la centrale - si chiede - e dove sono tutti i terreni incolti che possono produrre quantità di biomasse pari a 80.000 tonnellate annue? L’impianto a biomasse Terni ENA, con una semplice delibera dirigenziale, ora brucia rifiuti(CDR)anziché biomasse vegetali. Dove si intende costruire un tale impianto che dovrà incenerire le biomasse? Quali saranno i benefici reali per la comunità di questo progetto? E Gianni Cardinali, il noto esponente del WWF, interviene con una lettera aperta sull'argomento invitando a una riflessione e a un ripensamento. Anche sull'aggio ambientale e sull'impianto fotovoltaico che dovrebbe essere realizzato nei capannoni dismessi che il Comune cederà a SAO si apre un terreno di scontro. Mentre per l'amministrazione la trattativa condotta nell'ambito dell'ATO provinciale, che fissa norme e tariffe, è soddisfacente, secondo gli ambientalisti un aggio di soli 7 euro a tonnellata di rifiuti corrisponde a una svendita del territorio, specie quando i rifiuti sono speciali e provengono non solo dall'ambito provinciale, come gli urbani, ma da tutta Italia; e sul fotovoltaico si accusa l'amministrazione di distruggere il paesaggio senza aver interpellato la sovrintendenza e di non aver preso in considerazioni altre ipotesi nelle zone industriali. Ultimo interrogativo, infine, sulla cifra di 1.870.046 euro che il Comune deve corrispondere a SAO: gli ambientalisti chiedono di conoscere con chiarezza il perché di questo debito. Dai termini stessi dell'accordo sembrerebbe piuttosto chiaro, rispetto alla non esigua cifra, che si tratta di somme pregresse dovute per servizi di raccolta, trasporto, smaltimento, trattamento dei rifiuti, il cui pagamento è scaduto a dicembre 2007 e che il Comune si impegna a pagare entro 10 giorni dalla sottoscrizione dell'accordo; la cifra doveva essere, in realtà, anche maggiore, ed è stata diminuita grazie alla transazione dell'accordo. Ultima scottante questione, infine, la partecipazione. Secondo il Vicesindaco Capoccia un momento fondamentale è stato il Convegno sulle energie rinnovabili dello scorso novembre 2007, aperto all'intervento del pubblico e a cui hanno partecipato importanti esponenti del settore e la stessa ACEA; e, per quanto riguarda il futuro, tramite Agenda 21 verrà partecipata la fase progettuale; ma secondo le associazioni ambientaliste e Altra Città la partecipazione è qualcosa di più popolare e democratico e non è avvenuta in modo preventivo, cosa che una questione così scottante avrebbe richiesto. In ogni caso, il Consiglio comunale di giovedì 20 si annuncia davvero cruciale e, senza timore di essere smentiti, piuttosto caldo e frequentato. Il punto riguardante l'accordo potrebbe anche essere rimandato per operare una serie di approfondimenti, dato che qualche perplessità proviene anche da alcune frange della maggioranza.

Forti inquietudini sulla centrale a biomasse: gli ambientalisti chiedono chiarezza e partecipazione su scelte determinanti per il futuro della città.

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