ambiente

Biomasse. La preoccupazione dell'ARS: impossibile reperire 100 mila tonnellate annue di materiale sul territorio

giovedì 20 marzo 2008
di Associazione per il Rinnovamento della Sinistra
E’ notizia di questi ultimi giorni, con l’avvicinarsi delle festività pasquali “guarda caso, quando molti sono via per ponti e ferie “dell’affiorare di nuovo alla luce l’approvazione e la conclusione dell’accordo Comune–SAO sull’alienazione da parte del primo a favore del secondo di tutta la gestione dei rifiuti e la svendita totale degli immobili della nostra discarica. Tempo fa noi come ARS ed altri facemmo un gazebo per la raccolta di firme sull’imminente possibilità di veder approvare la autorizzazione/concessione alla SAO “ora ACEA società di Roma” per smaltire nella discarica di Orvieto rifiuti speciali , poi realmente accaduto, e costruire ad Orvieto un impianto a biomassa . Oggi come all’ora vogliamo ribadire: chi garantirà i cittadini sia sul versante ambientale che sanitario? esempi in tal senso ve ne sono molti, vedi la situazione della Campania e di Terni,dove sono stati indagati amministratori e tecnici e funzionari. Una volta uscito l’ente pubblico chi controllerà i rifiuti che arrivano e l’inquinamento che si produce nella nostra zona? a distanza di poche settimane il tutto miracolosamente si avvera, accordo tra le due parti in via d’ultimazione, impianto a biomasse da 5 a 10 megavatt. Per dare il senso della grandezza dell’impianto, per esempio nel Lazio questi sono massimo di 1,5 mw” vendita d’immobili ecc. Per far vivere una struttura così grande serviranno circa 100000 ton. annue di materiale, cosa impossibile a reperire sul solo territorio Orvietano, con la necessità di andare a cercare in giro per il “MONDO” materiale da bruciare. Tutti rassicurano che si brucerà solo “LEGNA”. Sulla realizzazione non vi è un piano credibile di utilizzazione delle materie da bruciare, per la quantità necessaria e per la reale disponibilità. Il rischio che si può correre è determinato dal fatto che si può bruciare altro, questo per altro è avvenuto in altre situazioni simili. Vorremmo capire se sono stati fatti studi di settore, e se sì da chi, rispetto a impatto ambientale, salute, capacità territoriale di ospitare un tale mostro con il serio rischio di aggravare ulteriormente il livello di inquinamento dell’aria del nostro territorio già sufficientemente inquinato. Per non parlare poi del fatto che Orvieto da questa cessione non avrà nessun beneficio ai fini di bilancio. Siamo convinti che spetta ai cittadini decidere. E’ fatto obbligo alla politica di non precorrere le volontà del popolo, ma viceversa su aspetti così importanti e fondamentali che gli amministratori ascoltino questo, prima di decidere di cose così importanti. La politica oggi pensa che una volta al potere chiunque possa fare ciò che vuole, ma non è così, la sovranità rimane al popolo. Non possiamo rinunciare alla salvaguardia della salute dei cittadini e ad un progetto serio di fattibilità dell’impianto a biomasse a favore di pochi spiccioli.

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