cultura

"Le storie nella Storia". La Soprintendenza racconta l'Opera del Duomo

lunedì 25 maggio 2020
di Davide Pompei
"Le storie nella Storia". La Soprintendenza racconta l'Opera del Duomo

A "La Mappa Tiroli", la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell'Umbria e delle Marche ha già dedicato una scheda sul proprio sito, nell'ambito dell'iniziativa #iorestoacasa, per la rubrica "Le storie nella Storia", che raccoglie documenti, antichi e moderni, su luoghi, fatti e persone del territorio umbro e marchigiano che raccontano il passato. Con la stessa pianta realizzata nel 1768 e da poco recuperata ed esposta nella Sezione Storica della Nuova Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi", anche il Comune di Orvieto ha aderito a "Viaggio in Italia".

Ovvero il flashmob virtuale lanciato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo in collaborazione con Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, Touring Club Italiano e "I Borghi più belli d’Italia" per scoprire il Belpaese attraverso i suoi tesori, come appunto le antiche e rare carte geografiche degli archivi e delle biblioteche dello Stato. Sui propri canali social e digitali, la stessa Soprintendenza prosegue ora nel documentare la grande storia che ha accompagnato un simbolo come il Duomo di Orvieto, a partire dall'ente che se ne occupa.

Statuti, capitoli e decreti dell'Opera del Duomo di Orvieto, databili tra i secoli XV e XIX, rientrano anche nel progetto di digitalizzazione dei diversi statuti umbri. Una fonte attendibile e documentata dalla cui lettura si apprende che "alla fine del XIII secolo la costruzione del Duomo di Orvieto comportò la ridefinizione di uno spazio, di un’ampia area cittadina, dove sorgevano la Chiesa di Santa Maria, antica Cattedrale, e la Chiesa del Capitolo dedicata a San Costanzo". Dal 1284 al 1295 circa, il vescovo Francesco Monaldeschi svolse un ruolo di primo piano.

Nella predisposizione dell’area destinata ad ospitare il Duomo e nell’organizzazione tecnico-amministrativa del cantiere. Questi, i principali punti della relazione del funzionario Alessandro Bianchi. "L'Opera – si legge – nasce nel 1290 per esigenze pratiche di gestione del cantiere del Duomo in costruzione e ha una prima origine ecclesiastica. È amministrata da un rettore scelto dal vescovo denominato operarius. Attualmente è un ente autonomo avente il preciso compito di provvedere alla manutenzione e conservazione del Duomo e all’amministrazione dei suoi beni.

Questo è il risultato di un percorso storico complesso e graduale, che si concretizza nel passaggio da una semplice organizzazione di cantiere a un organismo dotato di personalità giuridica". "La costruzione della Cattedrale di Orvieto ebbe inizio alla presenza di Papa Niccolò IV che posò la prima pietra. Parteciparono all’impresa il vescovo, Francesco Monaldeschi, il Capitolo della Cattedrale e il Comune, dando ciascuno il proprio contributo in termini organizzativi e finanziari. Nel 1300 la magistratura comunale dei Signori Sette, consoli delle arti, emanò una normativa.

 

Questa assegnava alla Fabbrica una gestione finanziaria separata, fissava la struttura amministrativa, stabiliva l’obbligo delle registrazioni contabili, la durata delle cariche e i salari. Il signum, lo stemma, della Fabbriceria lo si trova nello statuto del 1421. Parallelamente alla codificazione della struttura e funzionamento dell’Opera, si definisce anche lo stemma della Fabbrica – che ha la forma di una croce potenziata rossa, con ai quattro lati le lettere gotiche OPSM (Opera Pia Sancte Marie o Opus Pium Sancte Marie), circoscritta in un anello.

Nel 1553, allo Statuto del 1421, vengono aggiunti nuovi capitoli per meglio definire i compiti degli ufficiali dell’Opera e, nell'organigramma, viene introdotta una nuova figura: il cassiere. Nel 1553, la prima riforma dello Statuto. Il ruolo più rappresentativo era quello del camerlengo". La relazione si conclude con i regolamenti post-unitari per l’amministrazione dell’Opera del Duomo e regi decreti 1866-1884. Il fascino di queste storie nella Storia, invece, è da considerarsi tutt'altro che concluso.

Per ulteriori informazioni:
www.opsm.it