GENTE CHE PASSA. Orvietani ritratti dal vero dalla penna degli alunni di una Scuola Media

Quelli che state per leggere sono il frutto di un esperimento didattico di scrittura creativa: prendere una classe, nella fattispecie la 2H della Scuola Media Statale "Scalza e Signorelli" di Orvieto, e farla uscire dall'aula, armata solamente di carta e penna, per una missione specialissima: cogliere ritratti dal vero di persone ignare, in qualche modo interessanti, come normalmente fanno i pittori o gli acquarellisti, e al contempo catturare un pezzo di vita di questa città, vista attraverso chi la percorre, ogni giorno, con la sua faccia, i suoi modi di vestire, di camminare, di muoversi, i suoi discorsi qualsiasi. Mettendo insieme i vari lavori, mi è venuto da pensare che il risultato fosse leggibile come una sorta di reportage sui generis scandito da singolari "fotografie scritte", raccolte al volo dallo sguardo attento e curioso di un gruppo di ragazzi che osservano, forse per la prima volta con questa intensità, la città e suoi abitanti. Un documento forse utile, in ipotesi remota, per uno storico del futuro: ecco come era Orvieto, nello scorcio tra P.zza S.Giuseppe e il Duomo, il 31 maggio del 2010, dalle ore 9.30 alle 11.00.
Ma i racconti che, bontà vostra, leggerete, non si limitano, come da teoria da antologia scolastica, a duplicare il reale: sarebbe stato tutto sommato facile. E noioso. L'obiettivo che il loro professore aveva posto ai suoi ragazzi era un po' più ambizioso: cogliere soggetti che trasmettessero, o suggerissero, un certo "qualcosa", cercando di abbracciarli in tutta la loro complessità, raccogliendo di nascosto notizie e informazioni di ogni tipo, pezzi di conversazione, per poi però lavorarci sopra con la fantasia per coprire i "buchi" del reale. Insomma, prendere una persona, di per sé intrigante, e farla diventare personaggio, delineando frammenti e ipotesi di vita per comporre alla fine un singolare, e credo affascinante, puzzle.
L'esperimento, che avevo già provato un paio di anni fa con un'altra bella classe, ha dato, a mio modo di vedere, dei risultati interessanti, anche perché gli alunni sono stati generalmente molto bravi sia nel lavoro di documentazione "sul campo", sia nel cercare di ridurre il reale a quella apparente semplificazione a due dimensioni chiamata "Scrittura". Lo strumento per farlo, come spesso mi capita di ripetere, si chiama "Stile", e in tal senso alcuni di questi lavori mi appaiono, se l'affetto e la stima che ho per questi ragazzi non mi ingannano, decisamente notevoli e meritevoli, grazie all'interessamento amoroso di Laura Ricci e Orvieto News, della lettura di un pubblico più vasto del loro (fortunato) professore.
P.S.- Per preservare il "sapore" del del testo, minimi sono stati gli interventi del docente in sede di correzione: solamente un'armonizzazione dei tempi verbali, nonché qualche errore ortografico o di battitura. Orvieto News pubblicherà in ordine alfabetico, al ritmo di due al giorno, gli scritti degli alunni che hanno messo a disposizione i files e che, anche attraverso il consenso dei genitori, hanno dato l'autorizzazione alla pubblicazione dei lavori. Buona lettura!
prof. Andrea Caponeri
L’UOMO CHE ASPETTA
IL VECCHIO ALBERO

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