cultura

GENTE CHE PASSA. Orvietani ritratti dal vero dalla penna degli alunni di una Scuola Media

mercoledì 16 giugno 2010
di Prof. Andrea Caponeri
GENTE CHE PASSA. Orvietani ritratti dal vero  dalla penna degli alunni di una Scuola Media

Quelli che state per leggere sono il frutto di un esperimento didattico di scrittura creativa: prendere una classe, nella fattispecie la 2H della Scuola Media Statale "Scalza e Signorelli" di Orvieto, e farla uscire dall'aula, armata solamente di carta e penna, per una missione specialissima: cogliere ritratti dal vero di persone ignare, in qualche modo interessanti, come normalmente fanno i pittori o gli acquarellisti, e al contempo catturare un pezzo di vita di questa città, vista attraverso chi la percorre, ogni giorno, con la sua faccia, i suoi modi di vestire, di camminare, di muoversi, i suoi discorsi qualsiasi. Mettendo insieme i vari lavori, mi è venuto da pensare che il risultato fosse leggibile come una sorta di reportage sui generis scandito da singolari "fotografie scritte", raccolte al volo dallo sguardo attento e curioso di un gruppo di ragazzi che osservano, forse per la prima volta con questa intensità, la città e suoi abitanti. Un documento forse utile, in ipotesi remota, per uno storico del futuro: ecco come era Orvieto, nello scorcio tra P.zza S.Giuseppe e il Duomo, il 31 maggio del 2010,  dalle ore 9.30 alle 11.00.

Ma i racconti che, bontà vostra, leggerete, non si limitano, come da teoria da antologia scolastica, a duplicare il reale: sarebbe stato tutto sommato facile. E noioso. L'obiettivo che il loro professore aveva posto ai suoi ragazzi era un po' più ambizioso: cogliere soggetti che trasmettessero, o suggerissero, un certo "qualcosa", cercando di abbracciarli in tutta la loro complessità, raccogliendo di nascosto notizie e informazioni di ogni tipo, pezzi di conversazione, per poi però lavorarci sopra con la fantasia per coprire i "buchi" del reale. Insomma, prendere una persona, di per sé intrigante, e farla diventare personaggio, delineando frammenti e ipotesi di vita per comporre alla fine un singolare, e credo affascinante, puzzle.

L'esperimento, che avevo già provato un paio di anni fa con un'altra bella classe, ha dato, a mio modo di vedere, dei risultati interessanti, anche perché gli alunni sono stati generalmente molto bravi sia nel lavoro di documentazione "sul campo", sia nel cercare di ridurre il reale a quella apparente semplificazione a due dimensioni chiamata "Scrittura". Lo strumento per farlo, come spesso mi capita di ripetere, si chiama "Stile", e in tal senso alcuni di questi lavori mi appaiono, se l'affetto e la stima che ho per questi ragazzi non mi ingannano, decisamente notevoli e meritevoli, grazie all'interessamento amoroso di Laura Ricci e Orvieto News, della lettura di un pubblico più vasto del loro (fortunato) professore.

P.S.- Per preservare il "sapore" del del testo, minimi sono stati gli interventi del docente in sede di correzione: solamente un'armonizzazione dei tempi verbali, nonché qualche errore ortografico o di battitura. Orvieto News pubblicherà in ordine alfabetico, al ritmo di due al giorno, gli scritti degli alunni che hanno messo a disposizione i files e che, anche attraverso il consenso dei genitori, hanno dato l'autorizzazione alla pubblicazione dei lavori. Buona lettura!

prof. Andrea Caponeri

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