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A.Ge Orvieto presenta "Rosa di Rocca". Dal giardino didattico alla linea cosmetica

martedì 15 dicembre 2015
di Davide Pompei
A.Ge Orvieto presenta "Rosa di Rocca". Dal giardino didattico alla linea cosmetica

Conserva simbolismi antichi e sfaccettature olfattive del fiore che in maggio ha fatto di Rocca Ripesena "Il Paese delle Rose" e inebria della sua essenza anche il Natale. Elegante, il nastro rosa srotolato lungo le scale del Palazzo dei Sette. Raffinato, l'invito dell'Associazione Italiana Genitori Orvieto che domenica 13 dicembre nella Sala del Governatore ha presentato la nuova linea cosmetica "Rosa di Rocca", ottenuta dalla selezione di rose rare dal mondo piantate nel borgo e raccolte in estate. All'alba, per preservare ogni nota odorosa.

Nasce così "Burro di Rose", una crema demulcente a base di burro arricchito con olio di rose, da lavorazione ad enfleurage – antichissima tecnica che consente di estrarre gli oli odorosi da fiori e sostanze vegetali – ricca nella stesura e rapida nell'assorbimento, particolarmente indicata come trattamento quotidiano e rito di cura di bellezza. E poi "Acqua di Rose", tonico astringente, lenitivo e rinfrescante, antichissimo rimedio di bellezza noto ed apprezzato per le innumerevoli qualità che aiutano a ritrovare la fisiologica luminosità cutanea e a distendere i tratti.

Entrambi, prodotti in maniera completamente naturale, senza petrolati, siliconi, conservanti e coloranti e vestiti di gradevole packaging. "Abbiamo iniziato quasi per scherzo – ha esordito Monia Pieroni, presidente dell'A.Ge – ma non intendiamo fermarci qui. In cantiere, infatti, c'è la realizzazione di un profumo alla fragranza di rose. Nei secoli, scrittori e artisti hanno identificato nella rosa il simbolo di bellezza e amore. Per noi incarna la metafora del prendersi cura di un luogo, in collaborazione con chi lo vive.

Per questo, desideriamo coinvolgere bambini e ragazzi a partecipare all'iter di lavorazione, cura e adozione simbolica delle rose del roseto. Per tre-quattro mesi, una volta alla settimana, alle 5:30 del mattino siamo andati a coglierne i petali. Aver ritrovato intatto, il loro profumo in questi prodotti è stata una vera emozione. Invitiamo chiunque a partecipare con noi a questa esperienza. A gennaio, è prevista la piantumazione di altre rose nel giardino didattico dove le biodiversità convivono".

È questo, ad oggi, il progetto più importante dell'A.Ge. Orvieto operativa dal 2008, annaffiato dalla costanza e dall'impegno volontario di molti per rendere sempre più capaci di futuro le radici dell'armonia e della collaborazione. Compresa quella di Andrea Graziani, fragrance designer ed esperto in cosmetica, che ha declinato la rosa nella tradizione millenaria del profumarsi, passando in rassegna riti e sortilegi d'innata bellezza, cosmetica e cura, il legame stesso con la formula della bellezza e l'uso della rosa come nuova frontiera della cosmesi.

Dall'acqua celeste di Caterina Sforza, ottenuta da macerazioni controllate, all'intruglio a base di succo di petali che consentì alla settantenne Elisabetta, regina d'Ungheria, di andare in sposa al re di Polonia, di trent'anni più giovane, fino ai giacigli di boccioli di rose di Caterina de' Medici, che faceva precedere il suo arrivo dall'aspersione dei luoghi di acqua di rose. Da Firenze a Parigi, a quest'ultima si deve la nascita della profumeria in senso moderno.

"Gli alambicchi dell'Officina di Santa Maria Novella – ha spiegato – costituiscono la prima industria cosmetica. Le rose sono state rese ornamento domestico in Cina nel 3000 a.C. Esistono circa 2000 tipologie, ma in cosmetica se ne utilizzano non più di 3-4. Numerosi, i trattati che parlano delle rose come medicamento, formula di bellezza ma anche salute. Nel nostro caso, la scelta dell'enflorage è stata legata alla fioritura continua. Le quantità, infatti, non lo consentirebbero.

Altra tradizione recuperata è quella dell'acqua di rosa, portata ad ebollizione, che ha mantenuto il colore senza aggiunta di acidi. Oltre alla dimensione chimica, c'è quella più suggestiva ed emotiva del recupero dell'armonia e del prendersi cura. Far odorare le rose ai bambini consente lo sviluppo di capacità olfattive e immunitarie più raffinate. Si presta a considerazioni filosofiche, infine, la constatazione che, nella rosa, il punto di massima bellezza coincide anche con quello della senescenza".

 

Per ulteriori informazioni:
www.rosadirocca.com - ageorvieto@age.it
338.1940386