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Orto Medievale di San Giovenale, il Comune attiva la procedura d'intervento del FAI

venerdì 19 giugno 2015
di Davide Pompei
Orto Medievale di San Giovenale, il Comune attiva la procedura d'intervento del FAI

A poche settimane dal convegno "Il riuso di un’area verde urbana a Orvieto: l'orto medievale di San Giovenale", il progetto illustrato in occasione della terza edizione di "Orvieto in fiore" prosegue fiero il suo corso. L'amministrazione comunale ha attivato, infatti, in questi giorni la procedura di richiesta di contributo del FAI nella misura di 30.000 euro, in aggiunta al cofinanziamento di 3.000 euro a carico del Comune che garantirà la manutenzione ordinaria.

Cifre, queste, che consentiranno di avviare gli interventi di recupero, restauro e riqualificazione con l'impianto di colture orticole e arboree, ispirato alla tradizione monastica dell’Hortus Conclusus, e quindi la tanto attesa realizzazione dell'orto medievale. Per la classifica ufficiale pubblicata dal FAI in occasione della settima edizione del censimento "I Luoghi del Cuore", i voti espressi a favore del progetto sono stati 3.123. Anche se, da ulteriori conteggi, risulterebbero essere di più.

In ogni caso, la cittadinanza anche per effetto di un’alta densità di popolazione over 65 e di stranieri, ha manifestato una forte istanza collettiva che riconosce alla zona un'importante valenza aggregativa, sociale e di attività per anziani e giovani oggi riuniti nel Comitato di Quartiere, che sostiene con tenacia il progetto proprio per il valore identitario che assume quel luogo.

Con una superficie di circa 4000 metri quadri, l'area verde di proprietà comunale – posta sul ciglio della Rupe all'estremo lembo del pianoro antistante la Chiesa di San Giovenale ed esposta a nord-nord-est – costituisce l'unico spazio verde pubblico della zona, interessata finora solo da interventi di ordinaria manutenzione quali il taglio dell’erba e la rimozione di residui urbani e, per mancanza di risorse, non ancora consegnata pienamente ad Orvieto.

Di qui, l’istanza di riaprire una volta per tutte il cancello di quell'area preservandolo e presidiandolo come patrimonio prezioso per la sostenibilità della città. "Un bene da riqualificare con interventi di tipo agronomico per la valorizzazione delle peculiarità naturalistiche e paesaggistiche che lo contraddistinguono – è scritto nel progetto – anche al fine di fornire un modello di intervento ambientale e socio-culturale per stimolare partecipazione e aggregazione a scopo sociale, didattico e terapeutico nonché di integrazione etnico-culturale con nuovi ponti di cultura tra generazioni, abilità diverse ed etnie conviventi".

Tra gli obiettivi anche la promozione dell'orticoltura urbana come occasione di confronto e scambio in relazione alle diverse tipicità territoriali e tradizioni agricole rappresentate dalle diverse componenti etniche e generazionali. E poi la diffusione della "cultura del verde" per migliorare gli stili di vita, valorizzare il paesaggio come bene culturale con importanti ricadute in termini di sviluppo turistico. E, in collaborazione con la scuola, la funzione di percorso didattico per trasmettere indirizzi e stimoli alternativi al consumo.

Nessuna opera muraria, ma tecniche di ingegneria ambientale e sistemi che prevedono la suddivisione armonica degli spazi in base a forme geometriche simboliche del legame uomo-natura-universo. Un luogo dello sguardo e dello spirito – fruibile dalla comunità locale e da inserire nei percorsi turistici come nuova attrattiva del quartiere medievale – dove natura, devozione, lavoro e arte dell’uomo convivono.

"L’intervento che l’Amministrazione Comunale ha presentato al FAI attraverso il progetto dell’Orto Medievale di San Giovenale – spiega il sindaco Giuseppe Germanivuole essere un modello nuovo di azione che accoglie le istanze della comunità locale e del terzo settore coinvolgendo queste importanti risorse. Le aree verdi della città sono uno dei tanti segni della storia dell’uomo, e uno dei più rappresentativi esempi del suo interagire con la natura, anche in ambito urbano.

La direzione dei lavori è affidata all'Ufficio Tecnico del Comune, che si è fatto promotore del progetto, curato dall'ingegner Mario Angelo Mazzi, grazie al successo ottenuto da questa proposta nell’ambito dell'iniziativa del FAI. L’obiettivo è far conoscere e conservare il più possibile la memoria degli orti urbani, la cui fruizione va recuperata e riconsegnata socialmente e culturalmente alla collettività per radicare la coscienza della necessità di vivere quotidianamente il verde, di mantenerlo e presidiarlo".