sociale

Va deserta l'assegnazione dell'Albornoz. Polemica sul bando l'associazione "La Fortezza" che era interessata alla gestione

giovedì 30 giugno 2011
di Laura Ricci
Va deserta l'assegnazione dell'Albornoz. Polemica sul bando l'associazione "La Fortezza" che era interessata alla gestione

Scadeva in giornata odierna, e la gara è andata deserta, il bando pubblico per la concessione temporanea di aree all'interno della fortezza Albornoz, il cui canone annuale di concessione minimo era stato stabilito in € 2.500,00 l'anno: in pratica - ha fatto notare il PD in una mozione, considerandolo troppo vago e superficiale - a circa 208,00 euro mensili.

A protestare contro la procedura scelta - ossia il bando e non l'assegnazione diretta - è con una lettera un gruppo di imprenditori locali che, a partire dall'aprile 2011, aveva stabilito contatti con l'amministrazione per ottenere lo spazio al fine di utilizzarlo per iniziative di vario tipo: spazi gioco e piscina per bambini, per l'esibizione dei gruppi musicali del comprensorio, presentazioni di libri, eventi artistici, spazi di ristorazione affidati a varie associazioni. Insomma, scrivono, iniziative che portassero gente a Orvieto nei mesi estivi.

Secondo gli imprenditori e i soggetti associativi che si sono messi insieme nell'associazione "La Fortezza", l'amministrazione comunale "si è inventata un bando" per trovare il modo di scaricare su chi aveva voglia di fare qualcosa per la città i costi di manutenzione della fortezza, quantificabili, specie considerando i giardini, in circa 60 mila euro. Ma secondo il consigliere delegato al bilancio Pizzo, da noi interpellato in proposito su questa e su altre questioni, a termini di regolamento di fare il bando non si poteva fare a meno,  considerando che c'era di mezzo una rilevanza economica in termini di guadagni di gestione. Troppo comodo, afferma, procedere alla vecchia maniera, il Comune paga le spese e chi gestisce guadagna.

In ogni caso, l'Associazione La Fortezza non ha partecipato al bando e lo ha reso polemicamente noto: "L'associazione non parteciperà al bando - si legge in una nota - ma chiede pubblicamente che altre aziende partecipino alla vita dell'associazione, per dare un segnale a chi ci governa che siamo stufi del non fare o di essere boicottati per tutto quello che si propone, vogliamo far rinascere Orvieto creando momenti di opportunità in tutti i settori ma per fare questo abbiamo bisogno di gente, aziende, associazioni, che hanno voglia di investire in tempo, in idee ed economicamente visto che il Comune non riesce ad essere un supporto per le iniziative messe in campo".
Dell'Associazione "La Fortezza" fanno parte Interni in di Antonio Ercolini, Soc IRE di Rodolfo Bracchetti, Mencarino Vittoriano, Tiziano Pontremoli, Moreno Beritognolo, Associazione UISP, Mandini Marco, Marrocolo Marcello, Massimo Morri della Compass Multimedia srl, Gallinella Mauro della Cooperativa COMI.

Sul bando, il gruppo PD aveva fatto eccezioni in senso restrittivo: "Il bando non prevede dei vincoli nella destinazione d'uso della struttura né indirizzi per quel che concerne le attività da svolgersi all'interno - è scritto in un'interrogazione presentata dal consigliere Moscetti - cosicché all'interno della Fortezza potrebbero realizzarsi manifestazioni palesemente contrastanti con le caratteristiche del luogo o del tutto incoerenti con l'immagine di Orvieto città dell'arte e della cultura. L'uso di importanti spazi pubblici e storici, in una città come Orvieto, mai dovrebbe essere disgiunto da un progetto di carattere culturale e artistico tale da giustificare l'uso e le particolari condizioni di assegnazione. Nel caso specifico, il lasso temporale di concessione del bene (15 giorni) si configura come una sorta di privatizzazione di un bene comune che risulta essere tanto più insostenibile quanto più risulta priva di contenuti pubblici e culturali; un'iniziativa del genere, considerato l'oggetto del bando (somministrazione di alimenti o bevande e/o per il tempo libero) e senza le condizioni di specificità culturali che una proposta del genere dovrebbe invece possedere, non si differenzierebbe di molto da quelle commerciali già esistenti e che già ora contribuiscono all'offerta relativa al tempo libero di residenti e turisti. In conseguenza di tutto ciò, l'attività di mescita realizzata all'interno della Fortezza entrerebbe in concorrenza diretta con attività già esistenti; in altre città d'arte italiane gli spazi pubblici di notevole rilevanza storica vengono concessi sulla scorta di un progetto di animazione culturale validato da un'apposita commissione. Pur apprezzando l'idea di restituire alla città la Fortezza dell'Albornoz, non si può convenire sul percorso che ha accompagnato tale decisione, che resta opaco e poco comprensibile".

Deve essere questo passaggio che ha spinto i soggetti che si erano interessati alla gestione di un progetto che definiscono "ambizioso" a fare luce sulla questione dal loro punto di vista. Resta il fatto che, sulla gestione di un bene di questo tipo, è inopportuno percorrere una strada di trattativa pressoché privata e che, magari dopo un percorso partecipativo rivolto a molti soggetti culturali, sociali e imprenditoriali, la strada del bando non è certo peregrina ma si configura, per regolamento, congrua.

La nota integrale dell'associazione La Fortezza