sociale

L'ordine del giorno dell’UNCEM

lunedì 20 ottobre 2008
ORDINE DEL GIORNO SUL RIDIMENSIONAMENTO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE VISTO l’articolo 34 della Costituzione Italiana VISTA la legge 59/97 e in particolare l'articolo 21 relativo al conferimento dell'autonomia alle istituzioni scolastiche; CONSIDERATO CHE le Scuole dei Piccoli Comuni e dei Comuni Montani rappresentano una risorsa umana e culturale dove spesso si incontrano situazioni di eccellenza educativa; CONSIDERATO CHE l’impervietà del territorio tuttavia catalizza il rischio didattico da cui discende spesso una condizione di progressivo isolamento aggravato dalla scarsità e dalla precarietà infrastrutturali; CONSIDERATO CHE i problemi principali che le scuole ubicate nei territori disagiati si trovano ad affrontare quotidianamente sono: la difficoltà a garantire la continuità educativa a causa del turnover dei docenti; la difficoltà a garantire la continuità organizzativa per il turnover dei dirigenti e la precarietà del personale ATA; la difficoltà a garantire la continuità temporale del servizio per la scure della chiusura che minaccia di anno in anno le scuole e gli alunni; l’esiguità del numero di alunni che in base ai criteri nazionali non consente di accedere a risorse materiali e professionali adeguate ai bisogni del territorio; la mancanza o insufficienza della collegialità tra gli adulti e di un sistema di relazioni sufficientemente stimolante per gli studenti; la diffusione delle pluriclassi che pone i docenti di fronte a difficoltà professionali del tutto particolari da cui sarebbe opportuno far partire una valutazione pedagogica e formativa; la precarietà delle strutture. CHIEDIAMO DI tutelare e valorizzare il servizio scolastico nei Piccoli Comuni per ovviare al trend di spopolamento che spesso affligge le zone disagiate; avviare politiche volte al superamento della precarietà prevedendo strumenti normativi specifici ed incentivi economici che siano in grado di garantire maggiore stabilità del personale e delle risorse, dotando altresì le scuole di adeguate attrezzature e strumenti didattici; investire sulla vivibilità e sulla sicurezza delle strutture scolastiche, che spesso sono tra i pochi luoghi di aggregazione e di socialità per i bambini ed i ragazzi, destinabili anche ad attività polifunzionali (biblioteca, cineforum, museo locale, Internet point) a servizio dell'intera comunità e della crescita della qualità culturale del territorio; prevedere specifici criteri di calcolo del rapporto alunni per classe e degli organici del personale che tengano conto delle situazioni territoriali vissute dai Piccoli Comuni, con particolare riguardo alle zone montane e alle piccole isole, considerando i forti disagi che deriverebbero dalla soppressione di punti di erogazione del servizio scolastico in queste aree; favorire forme associative tra Comuni per il miglior utilizzo delle risorse al fine di garantire adeguati servizi di trasporto, mensa, assistenza ed integrazione scolastica e la gestione in rete delle attività didattiche, in seguito all'aggregazione per carenza/mancanza di alunni di plessi vicini territorialmente; superare l’isolamento tra scuole, tra scuole e territori, attraverso la costituzione di reti supportate da centri territoriali come strutture di facilitazione e di sostegno alla formazione e alla sperimentazione, ed attraverso l’avvio di programmi di gemellaggio con scuole delle città, sia per un confronto di esperienze a distanza, utilizzando le tecnologie della comunicazione, sia per uno scambio di soggiorni di studio; favorire la sperimentazione di modelli organizzativi originali, a partire dalle esigenze dell’apprendimento, piuttosto che subordinare questo a criteri economici elaborati sul modello urbano, in modo tale che si possa affrontare il problema delle distanze, del numero di alunni, della collegialità, attraverso l’uso delle tecnologie didattiche e attraverso l’articolazione di nuove figure professionali (ad es. tutor della formazione a distanza); costituire una banca di buone pratiche, che fornisca percorsi possibili per affrontare i diversi problemi, con la prospettiva di fornire esempi su cui stimolare la riflessione delle singole comunità per trovare la risposta migliore e più adeguata ai propri bisogni, una banca di buone pratiche, da cui attingere e in cui riversare la propria esperienza.

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