sociale

Buone notizie per gli anziani. Il loro futuro a Orvieto e nell’Orvietano

mercoledì 24 maggio 2006
di laura
Nel mondo e nell’Italia che, quanto a media anagrafica della popolazione, invecchia, l’Umbria si attesta su valori di tutto rispetto: è la seconda regione, dopo la Liguria, con la più alta percentuale di anziani e si prevede che nel giro di pochi anni arriverà al primato nazionale. Nel panorama regionale, con gli oltre 11 mila trecento anziani, pari al 26,7% della popolazione, è l’Orvietano la zona territoriale che detiene il primato: indice di un’alta qualità della vita se, come è sano, inevitabile e giusto, ci abituiamo a leggere in positivo una mutazione epocale che, da vari punti di vista, richiede nuove modalità di approccio. Se poi si scende ancor più nel particolare, a fronte di questa percentuale sono 847, pari al 7,49% gli anziani non autosufficienti e, dato consolante e interessante, in questo caso non è l’Orvietano a detenere il primato: indice, questa volta, della qualità degli interventi e delle buone politiche di prevenzione. E’ il risultato ancora inedito di un’indagine dell’Istituto di economia e statistica dell’Università di Perugia, reso noto in anteprima dall’assessore regionale alle Politiche Sociali Damiano Stufara nel suo intervento conclusivo durante l’odierno Consiglio Comunale aperto sul tema degli anziani. E consolanti sono apparsi altri dati sulle pratiche politiche e i risultati del welfare umbro, così come positivi e precisi sono risultati gli impegni che, con rara e lodevole chiarezza, l’assessore Stufara si è assunto rispetto ad alcuni nodi cruciali di Orvieto e dell’Orvietano. Snidando il solito lamento della marginalizzazione e dell’abbandono di questo territorio da parte della Regione matrigna – questa volta venuto esclusivamente dal centro destra – Stufara ha ricordato come di fronte al blocco di nuove autorizzazioni per le residenze protette, la Regione abbia autorizzato – unica deroga – proprio i 20 posti della Villa di San Giorgio che l’Istituto Piccolomini Febei si appresta a restaurare, con fondi propri (che verranno dall’alienazione di una proprietà in Allerona) e con oltre 700mila euro assegnati a questo scopo dalla Regione; e come siano stati aumentati, sempre in questo territorio, da quattro a dieci i posti di RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale). Senza trionfalismi, azioni riconosciute di certo insufficienti in rapporto al crescere dei bisogni della popolazione anziana, ma comunque in controtendenza rispetto alla riduzione di quasi il 50% operata sul welfare dal passato governo nazionale. Buona notizia per tutti, e non solo per l’Orvietano, il nuovo governo vuole finalmente dar corso a quel fondo per la non autosufficienza decretato per legge ma, di fatto, mai istituito. Il neo ministro Ferrero ha intenzione di farlo decollare entro l’anno e l’Umbria, una delle poche Regioni ad avere, nonostante i tagli, un bilancio sano senza aver ridotto i servizi al cittadino, intende istituirlo in modo autonomo ancor prima del varo nazionale. Precisa scelta politica che nel Sociale vede, oltre all’indubbio valore umano e solidale, un vero e proprio volano di sviluppo, un campo a cui connettere occupazione ed economia a fronte della crisi della risorsa industriale. Dissipati, infine, anche i dubbi rispetto alla destinazione di Palazzo Nicosia, il bene romano del lascito De Solis assegnato definitivamente alla ASL proprio in questi giorni da una sentenza della Cassazione, dopo una serie di ricorsi giudiziari da parte dei legittimi eredi. Alcune dichiarazioni ambigue del direttore generale D’Ingecco avevano fatto temere per la sua effettiva destinazione, così come da legato, “all’Ospedale Civile di Orvieto con lo scopo di fare una corsia per i vecchi cronici malati non accolti all’ospizio locale di San Giorgio, né assistiti dalle loro famiglie”. E oggi il timore di veder spalmato il lascito su altri territori ha dato tra l’altro, a molti interventi di consiglieri e non, una vera e propria impronta - è il caso di dire “legittima” - di “il lascito De Solis a Orvieto, giù le mani da Palazzo Nicosia". Ma l’assessore Stufara, nel suo intervento conclusivo è stato chiaro: nessun dubbio, nessuna spalmazione; il lascito De Solis sarà utilizzato per questo territorio. Al di là delle buone notizie concrete che non guastano mai - non ultima quella dell’imminente ristrutturazione della Villa di San Giorgio, illustrata in modo dettagliato e trasparente dal dottor Edoardo Romoli, presidente dell’Istituto Piccolomini Febei - buona notizia complessiva è il fatto che, sulla base del serio, documentato e dettagliato lavoro dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Orvieto Cecilia Stopponi (concretizzato in un documento che pubblicheremo nelle prossime ore), a partire dai rapidi mutamenti sociali e culturali che hanno portato a dover ridefinire la tipologia e il ruolo dell’anziano, è stato completamente ridefinito l’approccio a questo tema. Percorso che del resto nell’ambito n. 12 (il comprensorio di cui Orvieto è Comune capofila) è da tempo iniziato per l’attenzione che, anche in accordo col Piano Sociale Regionale, è stata sempre accordata alle politiche di benessere e di prevenzione. Se con le problematiche sanitarie l’anziano deve, prima o poi, necessariamente misurarsi, si è molto spostata in avanti l’età in cui si trova ad affrontare seri problemi di salute, e sempre più nettamente la terza età è popolata da uomini e donne ancora molto vitali, produttivi e competenti. Spesso loro stessi dediti al lavoro di cura si occupano dei familiari che lavorano e dei nipoti, sono sovente fonte di reddito per la stessa famiglia, sono impegnati in compiti solidali e di volontariato, godono di una seconda più libera vita in cui possono dedicarsi al proprio benessere e alle proprie passioni, non esitano a trasmettere memoria e saperi. Ben lontani dallo stereotipo “voce tremula, schiena curva e bastoncino”, l’anziano e l’anziana del duemila non sono più un impedimento ma una risorsa, e come tali bisogna abituarsi a considerarli, piuttosto che in termini di “costi sociali”. Quando poi, inevitabilmente, cominciano a non essere più autosufficienti, è il disagio sociale, piuttosto che quello sanitario, la loro prima malattia. In relazione alle condizioni che mutano, i Comuni dell’Orvietano stanno affinando gli interventi e la promozione dei servizi socio-sanitari: invece che l’emergenza diventa fondamentale la programmazione, e le indagini, i monitoraggi, gli strumenti di ascolto degli anziani diventano i punti di partenza su cui far leva. L’azioni chiave, in questa ottica, sarà fornire servizi alla persona sempre più mirati. La domiciliarità, l’affido e il patto di cura quando la persona è sola, il centro diurno, i gruppi appartamento, le case famiglia saranno tanti cardini per mantenere l’anziano il più possibile nel suo habitat naturale; la residenza protetta o la RSA dovranno essere solo l’ultima spiaggia. Contemporaneamente, la città dovrà sempre più modellarsi anche a misura d’anziano: valorizzazione dei centri anziani, percorsi pedonali, adeguamento strutturale delle abitazioni, centri diurni contribuiranno a mantenere l’anziano il più a lungo possibile autonomo, competente e in relazione con una comunità che dovrà essere altrettanto competente e informata sulle sue problematiche. In concreto, in queste linee d’indirizzo nelle quali già si muove tutto l’ambito n. 12 – sarà inaugurato a breve il primo centro diurno a Fabro - e che saranno tenute presenti per step successivi di intervento, le priorità individuate dall’amministrazione di Orvieto sono la ristrutturazione del Piccolomini Febei da destinare a residenza protetta (20 posti in un primo intervento, altri 20 in una seconda tranche) e centro riabilitativo, la realizzazione di un centro diurno e di una casa famiglia a Orvieto nella sede prossima a Piazza Duomo dell’ex Pediatria, la realizzazione di altri centri diurni a Orvieto Scalo, Ciconia e Sferracavallo. Per altre notizie o per notizie più dettagliate sull’argomento rimandiamo ad alcuni nostri precedenti articoli che riportiamo nella sottostante sezione “Leggi anche”.

Il documento sulle linee di intervento per la popolazione anziana approvato dal Consiglio Comunale di Orvieto