politica

La relazione di Barbabella

venerdì 17 maggio 2013

Orvieto 2014. Per un Patto Civico
(Incontro stampa COVIP 16 maggio 2013)

Orvieto, come l'Italia, si è cacciata in un tunnel. All'origine non ci sono i fatti del 2009, perché tutto è cominciato prima, con le lotte di fazione. Non quelle medievali, che avevano comunque una patina di nobiltà, ma quelle del periodo post seconda guerra mondiale, che si sono proiettate fino ai giorni nostri. Lotte deleterie: hanno distrutto risorse, legami, prospettive e speranze. Ma, mentre nel periodo della guerra fredda potevano avere un fondamento storico, dopo hanno perso ogni giustificazione e sono diventate solo lotte di potere senza prospettive.

Il COVIP è nato per superare questa situazione, che aveva generato l'anatra zoppa e faceva presagire una pericolosa deriva della città, frutto perverso e inevitabile delle lotte di fazione. Facemmo per questo una proposta di collaborazione a tempo determinato tra gli schieramenti contrapposti nell'interesse supremo della città, per risanare il bilancio e andare poi a nuove elezioni e governare con rinnovato slancio. Non siamo stati ascoltati. Sono prevalsi i conservatori e ad essi va la responsabilità di non aver né risanato il bilancio né preparato il futuro.

Ma il COVIP ha comunque dimostrato che tra portatori di storie e culture diverse si può collaborare, si possono tirar fuori proposte di governo e si possono mettere in primo piano l'interesse generale della città e i problemi reali dei cittadini che la abitano. Ha dimostrato che nell'epoca in cui viviamo bisogna avere una visione ampia e lì dentro vanno collocate azioni concrete e coraggiose per assicurarci il nostro destino. Sappiamo bene che molto non dipende da noi, ma sappiamo anche che noi possiamo interpretare la realtà e comunque in ogni caso non ci è dato di poter sfuggire alle nostre responsabilità.

Così, esaminando il passato e il presente con la preoccupazione di intercettare la luce della speranza, siamo arrivati alla convinzione che dal tunnel si può uscire e che è possibile dire anche come. Perciò ci mettiamo in gioco, con un percorso che, mentre è individuale e collettivo, prima di essere di persone è di idee e di metodi, per cui solo al termine sapremo chi eventualmente si impegnerà concretamente e con chi, per fare che cosa e come. Per questo partiamo con un'assemblea pubblica per lanciare un blocco essenziale di concetti e di proposte. Da qui cominceremo a registrare contributi (integrazioni, approfondimenti, correzioni) e disponibilità di soggetti (individuali e/o collettivi) ad impegnarsi con noi per scrivere una nuova pagina di storia orvietana.

Lo ripetiamo: a fondamento della nostra proposta c'è la convinzione che è necessario e possibile uscire dal tunnel se si superano le contrapposizioni preconcette e le lotte di fazione che hanno ingenerato sfiducia e depressione. La parola guida dunque sarà cooperazione, e di conseguenza il punto centrale della verifica di fattibilità dell'operazione "Patto Civico" sarà la rilevazione dell'esistenza delle condizioni di cooperazione, cioè la disponibilità reale delle diverse articolazioni della città a cooperare, facendo prevalere i sentimenti di coesione e gli interessi di tutti, in cui peraltro legittimamente si proiettano gli interessi di ciascuno.

 


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