politica

Aggiornamento delle linee di governo e RPO: dopo un Consiglio fiume forse una fase di rilancio e stabilità

martedì 20 giugno 2006
di laura
Dovrebbe ripartire per Orvieto, con gli atti approvati in Consiglio Comunale ieri, una fase di stabilità politica e di rilancio economico che sembra essere per la città l’ultima grande occasione per inserirsi in modo propositivo, ma soprattutto politicamente forte, in tutta la fase di riorganizzazione che sta investendo a vari livelli il territorio e l’assetto politico-istituzionale di Provincia e Regione. Da un lato l’aggiornamento delle linee di governo del Sindaco, che tenendo conto anche di quanto emerso dagli orientamenti e dalla discussione, talvolta anche animata e serrata, di questo ultimo anno (basti pensare alle vicende Benano, MCO, Tione, al prossimo Forum di sostenibilità di Agenda 21, alle scelte operate nel recente Consiglio sulla popolazione anziana), proietta Orvieto verso quel ruolo sempre più precisamente individuato di realtà orientata verso lo star bene, la filiera TAC (Turismo-Ambiente-Cultura) e la soft economy, con giuste ambizioni e buone speranze di giocare un ruolo guida nella riorganizzazione del sistema turistico, che da locale va a trasformarsi in provinciale. Dall’altro la trasformazione di RPO da snc a srl, fatto che dopo un periodo di forti criticità dovrebbe riavviare la fase operativa per giungere alla concreta rifunzionalizzazione della ex caserma Piave. Speranze che non dovranno sottovalutare i punti di debolezza e le imprescindibili azioni da attuare, se anche nel Consiglio di ieri è stato più volte ribadito – dal Sindaco nell’illustrazione delle linee e via via nel dibattito – che per Orvieto città dell’economia dolce non si potrà prescindere da un riordino e da una riqualificazione urbana dei quartieri periferici, da un ampliamento della zona industriale in vista di insediamenti ecocompatibili, dal secondo stralcio della Complanare indipendentemente dal casello nord – semmai aggiuntivo e non sostitutivo -dalla sinergia con i comuni dell’area orvietana ma anche con i territori delle regioni limitrofe, per una città competitiva che sia nell’Umbria ma anche nel sistema Centro Italia. Senza dimenticare il ruolo politico forte che la città dovrà giocare nella costituenda multiutility provinciale che andrà a gestire i servizi a rete; nel sistema rifiuti di cui, con l’impianto de Le Crete, è un pezzo fondamentale; nel riordino degli enti endoregionali. Qualche perplessità anche rispetto alla classe dirigente, se le si chiede di fare quello “scatto in avanti” che tuttavia resta un’affermazione un po’ vaga e che non si può improvvisare. All’approvazione delle aggiornate linee del programma di governo del Sindaco si è arrivati senza troppi scossoni: con 15 voti favorevoli, compresa la minoranza di Altra Città che ha affermato di condividere, pur con qualche distinguo rispetto a qualche atto deliberativo contraddittorio, la forte impronta ambientalista del documento; e con la benevola astensione di Forza Italia, motivata dall’apprezzamento per l’intenzione di dare forte rilevanza al territorio. Giusto Alleanza Nazionale si è dichiarata “fortemente contraria”, con il no di Olimpieri motivato dal significato a suo avviso esclusivamente politico di questo aggiornamento che “trova – ha detto – in Conticelli un nuovo alleato e rimette insieme i cocci su un documento privo di prospettiva”. Meno lisce invece, com’era del resto prevedibile, la discussione e le determinazioni su RPO, che hanno portato al preannunciato atto di trasformazione della società da spa a srl. Molto più duro, in questo caso, l’atteggiamento di Conticelli, che pur ribadendo stima e fiducia verso la figura del presidente di RPO Franco Raimondo Barbabella, ha parlato di “pesante sconfitta sulla scommessa dell’amministrazione”, di “ipocrisia nel mascherare con atti opportuni una vera e propria crisi politica”, di perdita di tempo prezioso e di errori di partenza nella costituzione del cda, fatto secondo la logica della rappresentanza politica della maggioranza piuttosto che secondo altri e più opportuni criteri, che magari avrebbero potuto includere anche l’inserimento di esperti di alto profilo, oltre che della necessità di una verifica dell’operato di RPO che, in questa fase di trasformazione, andrebbe operata a suo avviso in modo più approfondito. Secondo quanto illustrato dal sindaco Mocio, la trasformazione di RPO da spa in srl è resa necessaria essenzialmente per il crearsi di problemi finanziari relativi all’impossibilità di ricapitalizzare la società a causa del patto di stabilità e per il presentarsi del problema del pagamento dell’ICI, non più dovuta con il ritorno del bene alla piena proprietà del Comune. Pienamente approvato l’operato fin qui svolto da RPO e dal suo presidente, tanto che si è definito il business plan presentato al Consiglio Comunale il 22 giugno 2005 una “documentazione valida, completa, esauriente, la base irrinunciabile per la futura azione per la riqualificazione delle Caserme. Dopo questa fase di trasformazione – ha continuato il Sindaco – ci si concentrerà sulle azioni per la fattibilità del progetto”. Interessante l’intervento di Franco Raimondo Barbabella, fatto in sede di Consiglio, come ha tenuto a dichiarare, in qualità di capogruppo SDI. Unico ad aver sottolineato, nell’ambito degli interventi sull’aggiornamento delle linee di governo, il fatto che il documento rappresenta, oltre che l’inserimento in un quadro regionale e provinciale mutato, il tentativo della maggioranza di guardare avanti dopo innegabili difficoltà politiche, è stato anche il solo ad ammettere che almeno qualche mese prezioso, in attesa di queste risoluzioni, rispetto alla Piave lo si è perso. E se nell’intervento sul precedente punto aveva ribadito l’importantissimo ruolo che la Piave può giocare nella filiera TAC per fare il salto di qualità, nel parlare di Piave in modo più specifico è stato poi realisticamente cauto, sottolineando il mutare di alcune condizioni rispetto a un anno fa. Unico, anche in questo caso, a mettere in evidenza il problema politico, laddove la vicenda della stagnazione dell’argomento Caserme ha ancora una volta sottinteso, ha affermato, “il tentativo di azzerare la società per azioni e il suo operato”. “La vera discussione – ha detto – è stata sul futuro della città, su cosa si dovesse fare. Ora RPO resta, le si toglie l’incombenza della gestione del patrimonio, scompare l’ICI. Ma sia ben chiaro, se il Comune vuole la società lavora, se non vuole no: dipende dal quadro politico. Mi auguro che siano superate le discussioni sul che fare e come, penso che stiamo andando alla fase finale. Quello che lo SDI chiede oggi, è che se si mantiene, la società deve operare. Avanti dunque, perché consideriamo l’operazione Piave determinante non solo per Orvieto ma per tutto il territorio". Dopo una risoluzione respinta di Conticelli, mirante a una rivisitazione del business plan, e l’annuncio della non partecipazione al voto di Cortoni – RPO è uno strumento che si è creato da sola la maggioranza, ha detto il consigliere di Altra Città, e dunque mi assento - la revoca della Convenzione con RPO spa è stata votata con 14 voti favorevoli, 1 contrario (Olimpieri di AN), 1 astensione (Conticelli); e la trasformazione di RPO in srl è passata ancora con 14 voti favorevoli, 1 contrario (Olimpieri) e 2 astenuti (Conticelli e Cortoni). Fuor di Consiglio, ad operazioni concluse, l’impressione è che, dopo tanto rimestare, si vada a una fase di relativa stabilità: la quiete dopo la tempesta. RPO resta, sia pure con il suo nuovo stato giuridico; e anche se molti avevano dato per scontato il tramonto di Barbabella, poiché la trasformazione della società non implica quella del cda è più che probabile che, dopo il pubblico e generale apprezzamento di ieri, lo storico presidente resti al suo posto, tutt’al più supportato da qualche piccolo assestamento nel consiglio di amministrazione. A questo punto, anche a giudicare dall’intervento di Marino Capoccia - che ha riguardato l’inserimento di quelle che erano le linee dei DS per la città, per la riqualificazione del centro storico in particolare, nel quadro generale della mission di RPO - vista la sintesi delle diverse posizioni, e visto anche il ricompattamento sulle ampliate linee del sindaco essenzialmente dovuto alla recente tregua tra i DS, è legittimo pensare che neanche il tanto ventilato rimpasto di giunta si debba più temere. Passato anche il pericolo delle non improbabili mire della Regione sul patrimonio della ex caserma Piave, che di certo avrebbero indebolito il possibile ruolo di slancio in avanti di questo territorio, resta da vedere se – pur con qualche pendenza conflittuale ancora da chiudere – con il concorso di molti l’auspicato scatto ideale ed economico sarà possibile. Tanto per citare ancora un passaggio di Franco Raimondo Barbabella – e mi scusino gli altri, ma a cavallo tra SDI e RPO, dopo la suspence degli ultimi mesi è stato lui il protagonista – “o facciamo una politica tosta o si sparisce".

L'aggiornamento delle linee di governo del sindaco. Il documento