politica
Valorizzazione del Giardino della Regina nell’area archeologica del Campo della Fiera
mercoledì 19 ottobre 2005
Nell’area archeologica di Campo della Fiera, il Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storiche dell’Università di Macerata conduce dal 2000, con concessione ministeriale, regolari campagne di scavo che hanno portato alla luce notevoli resti archeologici.
L’ intervento programmato si prospetta dunque come un’opera di alto livello scientifico, proprio per la presenza di emergenze archeologiche di grande rilievo, che necessitano di forme di intervento adeguate alla complessità globale del sito, sia dal punto di vista geomorfologico che da quello prettamente archeologico.
Il progetto per l’area di Campo della Fiera interessa una superficie di circa 2 ettari, si estende ad ovest della Rupe in una zona compresa fra il fosso Rio Chiaro e l’acquedotto medievale. Con esso si intendono attivare processi di qualità dei luoghi, in grado di incrementare l’offerta turistica e di essere potenziali motori di sviluppo socio economico.
Articolata in settori distinti, l’area è caratterizzata dalla presenza di strutture pertinenti ad un lunghissimo arco cronologico, che va dal VI sec. a.C. al XIV secolo, dall’epoca etrusca, all’epoca romana e al medioevo.
A causa della presenza di una falda acquifera sotterranea, per la maggior parte dell’anno tali strutture risultano sommerse e, quindi, non visitabili. Gli interventi per la definitiva risoluzione del problema riguarderanno movimento terra, messa in opera della recinzione e dei cancelli, regimazione delle acque, realizzazione dei drenaggi a monte dell’area archeologica, collocazione di griglie e pozzetti, depolverizzazione della strada di accesso e pulitura dei fossi.
Data l’importanza dell’area archeologica e delle imponenti strutture già portate alla luce, durante l’esecuzione delle opere è prevista la costante presenza di archeologi ,che dovranno verificare la correttezza delle operazioni, eseguire la pulizia manuale degli strati archeologici che verranno rinvenuti a causa dei movimenti terra, documentare la stratigrafia graficamente (rilievo archeologico) e fotograficamente (camere digitali e convenzionali), anche con l’ausilio di strumentazione digitale e su supporto informatizzato, eseguire una prima valutazione archeologica delle strutture e dei reperti di nuovo rinvenimento, curarne l’inventario anche su supporto informatico. Gli archeologi cureranno inoltre la relazione finale sulle attività svolte durante le operazioni di assistenza ai lavori e supporteranno la Direzione Lavori nella soluzione dei problemi connessi con la valorizzazione dell’area.
Il progetto per l’area di Campo della Fiera interessa una superficie di circa 2 ettari, si estende ad ovest della Rupe in una zona compresa fra il fosso Rio Chiaro e l’acquedotto medievale. Con esso si intendono attivare processi di qualità dei luoghi, in grado di incrementare l’offerta turistica e di essere potenziali motori di sviluppo socio economico.
Articolata in settori distinti, l’area è caratterizzata dalla presenza di strutture pertinenti ad un lunghissimo arco cronologico, che va dal VI sec. a.C. al XIV secolo, dall’epoca etrusca, all’epoca romana e al medioevo.
A causa della presenza di una falda acquifera sotterranea, per la maggior parte dell’anno tali strutture risultano sommerse e, quindi, non visitabili. Gli interventi per la definitiva risoluzione del problema riguarderanno movimento terra, messa in opera della recinzione e dei cancelli, regimazione delle acque, realizzazione dei drenaggi a monte dell’area archeologica, collocazione di griglie e pozzetti, depolverizzazione della strada di accesso e pulitura dei fossi.
Data l’importanza dell’area archeologica e delle imponenti strutture già portate alla luce, durante l’esecuzione delle opere è prevista la costante presenza di archeologi ,che dovranno verificare la correttezza delle operazioni, eseguire la pulizia manuale degli strati archeologici che verranno rinvenuti a causa dei movimenti terra, documentare la stratigrafia graficamente (rilievo archeologico) e fotograficamente (camere digitali e convenzionali), anche con l’ausilio di strumentazione digitale e su supporto informatizzato, eseguire una prima valutazione archeologica delle strutture e dei reperti di nuovo rinvenimento, curarne l’inventario anche su supporto informatico. Gli archeologi cureranno inoltre la relazione finale sulle attività svolte durante le operazioni di assistenza ai lavori e supporteranno la Direzione Lavori nella soluzione dei problemi connessi con la valorizzazione dell’area.
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