opinioni

Profeti, profetesse e Libertà. Quel che di Forza Nuova (e non solo) è pericoloso

giovedì 22 novembre 2007
di laura
Sono stati giorni duri questi ultimi, di sconcerto politico e di folgorazioni repentine: Berlusconi che cerca di riverniciare Forza Italia con l'operazione gazebo cavalcando lo scontento e il populismo (forse aveva voglia di competere alla grande con Beppe Grillo) e, in scala locale, l'improvvisa folgorazione di Parrano di cui ci giunge notizia: la consigliera di AN Irma Trombetta che passa a Forza Nuova. E in più, su un altro versante, Perugia che conquista il gotha della cronaca nera nazionale con l'agghiacciante storia di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nel capoluogo umbro nella notte di Halloween. Di Berlusconi no, ma di Meredith e di Irma c'è cospicua traccia sul sito web di Forza Nuova, e vale la pena riportare come. Il delitto di Perugia, che propone come antidoto "DIO, PATRIA e FAMIGLIA" contro ogni droga e contro la dissoluzione dell'era presente, stimola, tra le altre, queste a loro modo interessanti riflessioni: "Il relativismo morale, l’edonismo e il nichilismo dei valori che fino a pochi anni or sono infettavano ristrette elités - (che, nota di redazione, si scriverebbe con l'accento sulla prima "e", ossia “élites”) - di intellettuali degenerati hanno fatto breccia, grazie a Mediaset-Costanzo-De Filippi, tra le fasce più giovani e sprovvedute della popolazione. Le false parole d’ordine, figlie del’68, che hanno imposto la teologia del politicamente corretto e del “vietato vietare!” hanno fatto il resto. Diffusione di massa e ad età sempre minore di droga, promiscuità sessuale e pornografia, la presenza di masse di extracomunitari senza storia e senza scrupoli hanno reso pane quotidiano della cronaca il sacrificio sanguinoso dei membri più deboli della società: bambini, donne, anziani. Ci vogliamo veramente salvare? Non c’è che un sistema: ritorno chiaro ai valori di “DIO PATRIA e FAMIGLIA”; fine delle sofistiche distinzioni tra droghe leggere e pesanti, tra consumo e spaccio; repressione durissima contro chiunque consumi o diffonda droga; rimpatrio immediato e forzato di ogni straniero che non sia in Italia per ragioni di lavoro utili alla nostra nazione. Al messaggio di morte proveniente da Perugia rispondiamo con una mobilitazione di quella parte sana degli Italiani che non vuole gettare la spugna". Ho sempre diffidato dei toni retorici e profetici e, a dir la verità, anche di tutti i profeti di sventura, figuriamoci quando si accomunano anche a un'evidente e lugubre xenofobia, che spinge a definire “masse di extracomunitari senza storia” popoli che hanno talvolta una storia ben più antica della nostra e, al di là delle mele marce che contraddistinguono tutte le etnie del pianeta, una pari sebbene diversa dignità. Deve essere però proprio questa visione salvifica, questo pensare che c'è una parte buona e sana degli Italiani che non vuole gettare la spugna e potrà salvare non “il mondo” - che tutto sommato poco interessa - ma la peninsulare “patria”, ad aver entusiasmato la Capogruppo di minoranza di Parrano, che nel suo appassionato intervento non esita, tra l'altro, a dichiarare: " Il cristianesimo di FN nata, come orgogliosamente ricordato nel manifesto politico, sotto la protezione dell’Arcangelo Michele (quale altra forza politica ha il coraggio di dichiarare in un mondo di laici supponenti, illuministi e scettici, che affida ad un angelo le proprie sorti?), è irrimediabilmente lontano da quello, pallido di paura e ignavia, che caratterizza tanti cristiani, moderni, tolleranti e di sinistra. E’ il cristianesimo di chi non crede sia normale permettere ai maomettani di invadere i nostri confini (ma non erano sacri appena qualche decennio fa?) e magari bivaccare nelle chiese, di chi il Venerdì preferisce dedicarlo al Sacro Cuore e non alle preghiere degli imam. Un cristianesimo che non ha dimenticato la pagina del Vangelo in cui Cristo i mercanti nel tempio li prende a scudisciate ed ammonisce i peccatori con una severità (Cristo pare non abbia ceduto a tentazioni buoniste!) che fa tremare le vene e i polsi". La mia prima e solida formazione è di stampo francese, avviata, ahimè, proprio tra quelle élites di intellettuali degenerati e relativisti che nel '68 - al di là dei facili slogan che si sono trasmessi a una memoria approssimativa e senza approfondimenti - hanno fondato molti buoni presupposti del pensiero e della cultura del secondo novecento. Proprio quei degenerati mi hanno insegnato l'analisi e il valore del testo e, questo testo appena citato, senza bisogno di troppi commenti parla da sé. La politica dovrebbe essere una pratica aderente alla realtà, ragionata e ragionevole, laica ed aperta, neppur più “tollerante” quanto piuttosto “rispettosa”, con regole condivise, di differenze e diversità. Perché "tolleranza" è parola antica, che fu conquista degli illuministi dell'ormai lontano Settecento, ma che oggi dovremmo aver imparato a sostituire con "rispetto" e "pari dignità". Ma la battagliera signora Irma va ben oltre e, ispirata da Roberto Fiore, si lancia in una crociata revisionista contro l'aborto. Ma udite, facciamo parlare direttamente il testo: "Il cristianesimo di FN non cede di un passo di fronte alla mentalità attuale e confesso che mi ha sbalordito una posizione tanto radicalmente a favore delle mie congeneri; in un ambiente spesso accusato di maschilismo, Roberto Fiore sale in cattedra e dà lezione a tutte quelle donne, a tutte quelle femministe che hanno creduto di trovare dignità e libertà, trasformando in scannatoi i reparti di ginecologia. La battaglia contro l’aborto nella quale FN ha posizioni inconciliabili con la mentalità moderna, non è solo una rivolta contro la pena di morte a cui migliaia di nascituri vengono condannati dalle loro stesse madri, ma è un atto di attenzione e rispetto per la natura femminile, quella più vera e profonda, che l’aborto offende in maniera drammatica ed irrimediabile. Trent’anni fa ci hanno detto che le donne liberate potevano finalmente abortire, ora è davvero il momento di liberare le donne dall’aborto". Insomma, anni e anni di laiche battaglie di libertà cancellate da un unico credo revisionista. E l'insegnamento, a noi femministe pervertite che magari non abortiremmo mai, ma che non vogliamo negare questa opportunità ad altre situazioni, ci verrebbe da Roberto Fiore. Che comunque, come poco più in là la signora Irma conclude “nel desolato panorama italiano della politica e del pensiero ha conciliato splendidamente le nostre tradizioni più alte, onorando ancora una volta la politica e riscoprendo i suoi connotati più belli: spirituali e metafisici. Per tante altre ragioni, ma anche solo per queste, FN merita l’ammirazione incondizionata e totale di ogni italiano di buon sangue”. Non avrò buon sangue - e soprattutto sento di avere sangue molto internazionale e poco nazionalista - ma credo proprio che, come Davide Orsini invita a fare in un suo commento, sia ora di riflettere e di dibattere, fuori da slogan e da veti che lasciano il tempo che trovano, di questo pericoloso fenomeno in crescita. Credo che avrebbero il compito di farlo, in modo condiviso e trasversale, tutte le forze politiche che si considerano democratiche e ispirate più dalla ragione che dalla metafisica; meglio se da "un'appassionata ragione", ma pur sempre ragione deve essere, perché è con la ragione, non con le sorprese spiazzanti alla Berlusconi o con gli innamoramenti, che la politica si fa. Oppure... oppure si può trovare anche un'altra soluzione. Quello che è certo è che non ci si può più limitare a stigmatizzare Forza Nuova con la pur meritata accusa di neofascismo, ma che bisogna invece dimostrarne, contrapponendole modelli inversi e positivi, le posizioni revisioniste, illiberali e inattuali. Per questo credo che non basti, come propone la coalizione di centro sinistra di Parrano, convocare un Consiglio comunale aperto sulla “Memoria”, ma che ci si debba interrogare, insieme, anche e soprattutto sul presente – su come si è trasformato e si sta trasformando il mondo – e sul tipo di società che, a partire dall'analisi delle sue trasformazioni, proponiamo e desideriamo. In questo nostro duemila, ormai multiculturale e globale in ogni angolo di mondo, non è più tollerabile sentir sproloquiare verso gli extracomunitari senza storia e verso Maometto; né è tollerabile avere lezioni di femminismo, nell'era che se un valore vero e rivoluzionario ha saputo conquistare è proprio quello della libertà femminile, dalla consigliera Trombetti misticamente ispirata da Roberto Fiore. La quale libertà, ovviamente, non consiste certo nel puro aborto, ma in una riflessione ben più ampia e complessa che, più che dal vate maschio di turno, dovrebbe esserci ispirata dalla nostra esperienza, dall'osservazione e dalla demistificazione della realtà. Ma in un Paese che dall'oggi al domani – questo sì senza storia – ci sfodera “Il partito del popolo delle libertà”, forse urge anche che, non solo tra le famigerate élites di filosofi e intellettuali, ma soprattutto tra “il popolo” - nelle case, nelle scuole, nelle strade, nelle chiese, nei luoghi di lavoro, nella sempre d'effetto e ultracitata, abusata famiglia – si ricominci a dibattere su cosa mai possa e debba essere questa tanto invocata LIBERTÀ.

Se siete preoccupati per Forza Nuova (e non solo) tutti invitati all'incontro con il Professor Roberto Gatti!