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Vagabondaggio letterario a Serrona, casa "narrante" di Bonaventura Tecchi

venerdì 16 marzo 2018
di Davide Pompei
Vagabondaggio letterario a Serrona, casa "narrante" di Bonaventura Tecchi

"Amò con tale intensità Bagnoregio e le sue campagne da farne motivo fra i privilegiati sulla sua tavolozza letteraria". Qui nacque nel 1896, lo scrittore Bonaventura Tecchi che "amava parlare della 'sua' Teverina come di un’antica terra sospesa, di un paesaggio di confine, a metà via tra l’Umbria, aerea e mistica, e una Tuscia viterbese, viceversa, tutta terragna e positiva, sempre concretamente radicata al mondo".

"Non sarei diventato scrittore - recita la targa a lui dedicata collocata nel 1995 all'interno del Belvedere, intitolato nel 2014 ai magistrati Falcone e Borsellino - se non fossi vissuto... nella Valle di Civita con la visione davanti agli occhi degli scritti bianchi del tufo dorato dei ruderi estrosi e luminosi del paese che muore", sospeso com'è tra i calanchi.

Una voce, la sua, da riscoprire, per riappropriarsi anche di quella, altrettanto evocativa, di un luogo simbolo in grado di parlare a chi è in grado di ascoltare. E di mettersi in cammino, fino a fare meta del vagabondaggio letterario, la sua villa abbandonata di Serrona, nei pressi della frazione di Vetriolo, "la casa rustica delle lunghe estati di una solitaria infanzia, radicata dunque nella stagione delle sue prime fantasticherie".

"Poi ti avvicini all’immobile, in lenta rovina – annota Antonello Ricci, raffinato paroliere – gli giri un poco intorno: ed ecco la sobria-nuda cappella sull’angolo, che gli evocava il Duomo d’Orvieto. Ecco i resti della viuzza lastricata, che gli pareva il corso di una città. Ecco i ruderi del forno, l’accenno di una torretta finto-antica, i ricoveri per le bestie abbandonati, Ed ecco la finestra dell’affaccio su Civita, sublime. Da una prospettiva assolutamente magica e inconsueta, quanto ormai dimenticata.

Da tutto. Dappertutto. Riverbera l’eco degli infiniti-suggestivi passaggi da cui questa casa della memoria e dell’anima – centrale in termini di poetica, per quanto spesso dissimulata, decentrata, addirittura depistata attraverso la costruzione di diversi punti di vista narrativi, affidati, d’occasione in occasione, ai più vari personaggi, d’invenzione e non: fossero essi vecchi medici condotti a fine carriera o giovani figli d’emigrati rientrati per la prima volta d’oltreoceano – volle far capolino nell’opera tecchiana.

Dagli idilli paesistici di 'Antica terra' al diario di guerra 'Un’estate in campagna'. Dalla saga in minore de 'I Villatàuri' alla raccolta 'Resistenza dei sogni'. Dalla prosa d’arte del giovanile 'Il nome sulla sabbia' al romanzo più tardo (e sommamente malinconico) 'Tarda estate'.
Riportando le parole di Tecchi a risuonare nei luoghi che le ispirarono, per guidarne a evidenza la poetica sottesa. Con qualche modesta inattesa-preziosa scoperta critica: per esempio, il ricalcarsi – attraverso un passo della Legenda maior francescana – dell’amorevole figura di una mai conosciuta madre in quella, altrettanto amorevole e però affannata, della madre di Bonaventura il santo…".

L'iniziativa, organizzata dai "Civita Writers" di Emiliano Macchioni e guidata dallo scrittore Antonello Ricci e dall'attore Pietro Benedetti de "La Banda del Racconto" in collaborazione con Officina Culturale "I Porti della Teverina" di Gianni Abbate e con l’associazione "Agorà" di Giulio Onori, gode del patrocinio dell'Unione dei Comuni della Teverina.

Terzo di otto appuntamenti de "Il Giardino Letterario. Incontri di Scrittura sulla Valle dei Calanchi", cerchia in rosso sul calendario la data di sabato 17 marzo e fissa per le 15 la partenza dalla piazza principale di Vetriolo, distante 7,3 chilometri da Bagnoregio. La passeggiata-racconto si conclude intorno alle 17 davanti a un aperitivo targato Magna Civita, nel corso del quale tirare le somme di un'esperienza.

Altro non è, quest'ultima, se non un modo originale e nuovo di raccontare e al tempo stesso vivere responsabilmente il territorio, gettando luce su aspetti critici inediti dell'opera del celebre saggista, esperto germanista e narratore italiano, laureato in lettere all'Università degli Studi di Roma dove ottenne anche la cattedra in Letteratura Tedesca.

Solo dopo, però, essere internato al campo per ufficiali di Celle-Lager, a Nord di Hannover, dove condivise la prigionia con Ugo Betti, Carlo Emilio Gadda, Camillo Corsanego ed altri intellettuali dell'epoca. Un'esperienza forte, rievocata nel libro "Baracca 15C" del 1961 che fu decisiva nella scelta di Tecchi di dedicarsi allo studio del mondo letterario della Germanistica.

In caso di maltempo persistente sarà tutto rinviato a sabato 24 marzo, con le stesse modalità e la quota di partecipazione di 7 euro. Per ulteriori informazioni: 346.3622680