economia

Katia Sagrafena tra le 50 donne italiane più influenti per il mondo della tecnologia

martedì 4 dicembre 2018
di Davide Pompei
Katia Sagrafena tra le 50 donne italiane più influenti per il mondo della tecnologia

Un posto tra le 50 donne più influenti e ispiratrici di un modello femminile che si afferma nel mondo del Tech nazionale e internazionale. Se lo è aggiudicato l'imprenditrice romana di nascita e orvietana di adozione Katia Sagrafena, cofondatrice e direttrice generale di Vetrya Spa, nella prima edizione di "Inspiring Fifty Italia", l’iniziativa che seleziona le persone (e personalità) più influenti nel settore.

A farlo è una giuria composta da personalità di spicco del mondo imprenditoriale, del business e dell’accademia su oltre 200 candidature. Dopo le varie edizioni che si svolgono nel globo, volute da Janneke Niessen e Joelle Frijters, debutta così anche in Italia la classifica – non si tratta, in realtà, di una competizione ma di un momento di confronto e ripensamento delle modalità con cui le donne riescono ad affermarsi – delle più rappresentative di un ampio spettro di specializzazioni.

Informatica, digital media, e-commerce, aerospazio, astrofisica, bioingegneria, biomedicale, robotica, ingegneria elettronica, telecomunicazioni, user experience design, servizi alle aziende, ingegneria chimica, medicina, farmaceutica, matematica, fino alla filosofia e all’etica, discipline umanistiche che mai come ora sono sempre più legate alle cosiddette "Materie Stem". Le donne che ispirano innovazione verranno premiate a gennaio presso la Microsoft House di Milano.

Tutte le Inspiring Fifty individuate nelle edizioni dei singoli Paesi, tra cui l’Italia, faranno parte d’ufficio del pool all’interno del quale verranno scelte le nuove Inspiring Fifty europee nel 2019. Si tratta, insomma, di un risultato d’eccellenza, a prescindere dall’immagine o dalla popolarità. Un esempio da seguire per tutti coloro che credono che le donne con il loro impegno possano essere valore aggiunto e fare la differenza.

Secondo una ricerca Microsoft, per il 45% delle studentesse italiane è importante avere un modello di riferimento femminile che sia fonte di ispirazione, stimoli l’interesse per le materie scientifiche e le incentivi a continuare il proprio percorso di studi in questo ambito. In Italia, il paradosso è che a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile del 30%, le aziende faticano a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno perché cresce sempre di più il divario tra le competenze realmente disponibili e quelle richieste dal mercato.

In altre parole, nel giro di due anni si creeranno oltre 135.000 posizioni qualificate nell’ICT, ma il rischio è di non riuscire a coprirle. Quanto alla co-founder e Coo di Vetrya, appassionata fin da bambina di numeri e codici della scrittura informatica, la sua esperienza fa scuola. "Avevo vent'anni – confida, 31 anni dopo – quando per la prima volta, in una conferenza, ho sentito parlare di Internet. Qualche mese più tardi in ufficio un collega ci ha mostrato come effettuare in Rete delle ricerche.

Il primo sito che abbiamo visto? Quello di Playboy. Un esempio emblematico per comprendere come il mondo tecnologico di quegli anni era esclusivamente declinato al maschile. Oggi, seppure ancora lentamente, qualcosa sta cambiando e sono convinta che l’innovazione tecnologica declinata al femminile, insieme allo scambio e alla condivisione di cultura siano la migliore garanzia di prosperità e di progresso sociale ed economico".

Con occhi al futuro e radici nel presente, consapevole di quel passato che poco più che 17enne l'ha vista imparare a scrivere le prime righe di codice su un Commodore fino a scegliere il mondo Hi-Tech per muoversi e lavorare. La laurea è arrivata più tardi studiando la notte, perché nel frattempo sceglie di diventare madre con la convinzione che la maternità non debba mai essere un impedimento alla carriera di una donna.

È per questo che nella sua azienda porta avanti politiche di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, perché la maternità non precluda mai alle donne la possibilità di crescita professionale. Il resto è storia, la sua e quella del marito Luca Tomassini insieme al quale nel 2010 fonda Vetrya, che sei anni dopo viene quotata in Borsa. 

A novembre 2017, nasce la Fondazione Luca&Katia Tomassini con l’intento di trasferire la cultura dell’innovazione e per stimolare l’auto-imprenditorialità dei giovani con percorsi formativi mirati e allo sviluppo di piattaforme concettuali e digitali. Un luogo di incontro, di condivisone, di contaminazione, di competenze ed esperienze. Come il Vetrya Corporate Campus dove mercoledì 5 dicembre alle 11 sarà presentato il libro di Luca De Biase "Il Lavoro del Futuro" (Codice Edizioni).