Agricoltura in ginocchio. Per il presidente Cia Umbria: "danni pesantissimi in tutta le regione"

“Dopo un inverno ed una primavera molto piovosi il mondo agricolo attendeva un’estate calda e asciutta. Invece il settore sta registrando, in questo luglio bizzarro, temperature altalenanti mediamente più basse della norma che, combinate ad un’umidità elevatissima, stanno determinando danni molto seri a tutte le coltivazioni in atto.” Così Domenico Brugnoni, presidente della Cia dell’Umbria, sintetizza la drammatica situazione che si è determinata nelle campagne della regione per effetto dell’andamento climatico particolarmente anomalo.
“Come del resto sta avvenendo in tutto il Paese – continua Brugnoni – anche in Umbria stiamo accertando enormi problemi a cereali, vigneti, tabacco, patate ed altre colture ortive, causati dai ripetuti attacchi fungini che stanno mettendo in ginocchio le produzioni, con particolare aggravio per quelle biologiche. Registriamo tra i nostri associati situazioni, già conclamate come gravissime, per i cereali di cui ancora non si è potuta concludere la raccolta; il danno è molto pesante sia per la quantità che per la qualità delle produzioni, fortemente compromessa dall’eccesso di umidità, dall'invasione di erbe infestanti e dagli attacchi patogeni.”
Le previsioni meteo non buone per i prossimi giorni aggraveranno una situazione già drammatica per le produzioni cerealicole, che si traduce in rese tra le più basse degli ultimi 10 anni determinando addirittura la perdita dell'intero raccolto in molte aree interne della regione. “Crediamo che anche in Umbria, – conclude il presidente Brugnoni - dove sono tante le imprese agricole ancora in attesa di ricevere i risarcimenti per le alluvioni degli anni scorsi, l’andamento climatico anomalo debba essere ormai considerato a tutti gli effetti alla stregua di un evento calamitoso; pertanto non solo sarebbe necessario verificare se ricorrono le condizioni per decretare lo stato di calamità e indennizzare gli agricoltori colpiti ma occorre prevedere fin da subito appropriate misure di difesa e di sostegno in tutti gli strumenti di programmazione, in primo luogo nel Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, considerando che tali fenomeni si vanno intensificando di anno in anno.”
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