cultura

Ujw #27, il diario di Elio Taffi - Quinta giornata. Genialità, Pace, Silenzio

giovedì 2 gennaio 2020
di E.T.
Ujw #27, il diario di Elio Taffi - Quinta giornata. Genialità, Pace, Silenzio

Buon Anno Nuovo a tutti! Nonostante le 4 della notte precedente, Elio Taffi al risveglio è pimpante come un grillo. Che tempo, ragazzi! Il 2020 inizia con un bel sole luminoso che mi accompagna sino al Bar Sant’Andrea; il primo caffè dell’anno me lo prepara il buon Marco…

Secondo qualche collega, una delle grandi sorprese della XXVII edizione di Umbria Jazz Winter è il giovane pianista e compositore Isaiah J. Thompson, per cui mi reco alla Sala Etrusca del Palazzo del Capitano del Popolo per verificare di persona.

Impressionante, infallibile e geniale!

Così definirei questo talento sul quale già il grande Wynton Marsalis aveva scommesso volendolo accanto a sé in molte formule, dal quartetto e quintetto fino alle formazioni più estese come la grande orchestra del Jazz al Lincoln Center. Ad Umbria Jazz Winter si presenta in trio, con Philip Norris contrabbasso e Zach Adleman batteria. Bambino prodigio (suona dall’età di 5 anni) e di provenienza classica (basta osservare la compostezza della mano e l’infallibile diteggiatura che utilizza negli arpeggi a più ottave per rendersene conto), Isaiah porta sulle spalle tutta la letteratura pianistica jazz di oltre un secolo di produzione.

Me ne rendo conto riconoscendo, nelle sue improvvisazioni, chiari stilemi di Jelly Roll Morton, Oscar Peterson, Dave Brubeck, rimodulati con una naturalezza imbarazzante. Per altro, la sua velocità di esecuzione dei melismi con la mano destra (che spesso doppia, omofonicamente,  con la sinistra) è eccezionale. Da lasciare a bocca anche il perfetto incastro con i colleghi del trio; ci sono passi quasi a cadenza che lui esegue in simbiosi col suo virtuoso contrabbassista e che mi sorprendono per il perfetto tempismo: roba da ore ed ore di prove. “For phineas”, sua composizione originale, è al contempo originale e travolgente e rivela le spaventose potenzialità di crescita artistica di questo meraviglioso pianista.

Il pubblico risponde con ovazioni entusiaste al termine di ogni brano: Isaiah ha conquistato Orvieto!

La Messa della Pace è un'altra tappa irrinunciabile del cartellone di UJW.

Il Duomo abbraccia una folla oceanica; raramente mi è capitato di vedere tanta affluenza. Sino in fondo, vicino al fonte battesimale, si assiepa un moltitudine di genti, per altro gestita in piena sicurezza.

I migliori cantanti e musicisti gospel provenienti dalla Virginia e da New York si compattano sotto il nome di “Every Praise & Virginia Union Gospel Choir”; l’ensemble continua la tradizione eccelsa dei cori Gospel che, sin dai primi anni, hanno animato la Santa Messa del primo gennaio.

J. David Bratton è il regista musicale della formazione, si tratta di un peso massimo della musica Gospel, rispettato tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, in virtù di numerose tournée che lo hanno fatto conoscere ed apprezzare. “The first Noël” è eseguita in una versione commovente e di gran classe, grazie all’apporto fantastico del tastierista di cui, mi scuso, non ricordo il nome.

Toccante l’omelia del Vescovo di Orvieto-Todi don Benedetto Tuzia; il richiamo alla semplice ed onesta operosità degli umili pastori collocati nel presepe, è molto efficace e rende benissimo l’idea di stimolare nell’uomo il ritorno ad una quotidianità ed ordinarietà di impegno coniugata ad una sincera disponibilità d’animo verso il prossimo.

Al termine della Messa, il coro Gospel dà vita ad un concerto vigoroso e vibrante, la cui intensità è potenziata dall’austerità e dalla maestosità dell’architettura interna della Cattedrale. L’applauso finale, fragoroso, dura infinitamente.

Che purezza di emozione…

Faccio un salto velocissimo al Teatro Mancinelli, forse posso ascoltare gli ultimi due brani del concerto “Tempo di Chet”, che vede protagonisti Paolo Fresu tromba, Dino Rubino pianoforte, Marco Bardoscia contrabbasso. Arrivo qualche secondo prima che inizi “The silence of your heart”, la meravigliosa ballata scritta proprio da Rubino e che ho ascoltato varie volte in quanto, per me, splendida.

Il tempo lento scelto per l’esecuzione mi sembra perfetto a sottolineare la profondità della melodia; suona, Fresu, con la sua proverbiale delicatezza quasi a non voler increspare la dolcezza della musica. Un bellissimo momento, così diverso dall’esplosivo Gospel che ho ascoltato sino a pochi minuti fa eppure con la sua forte carica emozionale.

Il mio Umbria Jazz Winter, ennesima indimenticabile esperienza, si conclude qui però… Non riesco a chiudere senza…

E sia! Mi reco nuovamente al Ristorante Al San Francesco che conclude il suo impegno col Cenone di Fine Festival. Sento proprio il bisogno di rituffarmi nel clima festoso che solamente la musica dei “New Orleans Mystics” sa ricreare. I quattro ragazzi sono in forma smagliante ed esibiscono giacche fulgide e fiammanti (la loro specialità), che la sola vista vale il prezzo del biglietto!

Ascolto le magnifiche “Hey there lonely girl” e “I'm losing you”: solo ora sono veramente pronto per salutare tutti gli amici di Umbria Jazz Winter #27, felice come un bambino per avere, ancora una volta, fatto parte di questa avventura.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno pazientemente letto il diario musicale di Elio Taffi; ho cercato di trasferirvi tutte le emozioni e la passione che ho provato in questi cinque giorni, con l’intento di farvi consapevoli di quella che io chiamo Magia della Musica.

Ringrazio quanti hanno lavorato affinché l’edizione 2019/2020 cogliesse gli straordinari successi che ha raggiunto.

Ringrazio tutti i musicisti che hanno suonato e cantato ad Orvieto e che ci ricordano, nota dopo nota, quanto sarebbero sbiadite le nostre vite senza i colori della musica.

Per ultimo, rivolgo il ringraziamento più sentito al signor Gabriele Anselmi, direttore di www.orvietonews.it, che mi ha concesso nuovamente l’onore di seguire UJW #27 per la sua testata.

Auguro a tutti un Felice Anno Nuovo 2020, sperando di ritrovarvi tutti alla prossima edizione #28.

 

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