cultura

Inaugurata nei Sotterranei del Duomo la mostra fotografica "La Storia Ricomposta"

martedì 10 dicembre 2019
Inaugurata nei Sotterranei del Duomo la mostra fotografica "La Storia Ricomposta"

Un folto pubblico ha partecipato sabato 7 dicembre, al Museo Emilio Greco di Orvieto, all’annunciata inaugurazione della mostra fotografica “Le Statue nel Duomo di Orvieto. La storia ricomposta nelle immagini del fondo fotografico Raffaelli Armoni Moretti e di oggi”, realizzata dall’Opera del Duomo in occasione del recente ritorno in Cattedrale delle Statue dell’Annunciazione, degli Apostoli e dei Santi protettori dopo l’esilio forzato di ben 122 anni a cui erano state costrette.

La mostra realizzata con la collaborazione di ICCD Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e della Soprintendenza ABAP Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria è stata allestita nei Sotterranei della Cattedrale con il contributo di: GAL Trasimeno-Orvietano, Consorzio Vino di Orvieto e Cassa di Risparmio di Orvieto.


E’ proprio la suggestiva ambientazione dei sotterranei del Duomo, dove le celebri sculture vennero confinate per lunghi anni, a documentare e restituire ai contemporanei alcuni dei momenti più significativi di oltre un secolo di storia. 
Accanto agli scatti di oggi realizzati dalla Soprintendenza ABAP Umbria, che documentano il complesso restauro dei basamenti e delle sculture ed il loro riposizionamento nella originaria collocazione dell’interno della Cattedrale, il percorso espositivo offre alla vista (e alla memoria) dei visitatori le fotografie più antiche di Luigi Armoni e Luigi Raffaelli, in parte concesse da ICCD / Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e in parte di proprietà dell’Opera del Duomo, che riproducono proprio il contesto interno del duomo prima del 1897. Immagini che sono state il contesto della dimensione storica e la fonte per il riposizionamento filologico delle statue.

Nei saluti istituzionali il Presidente dell’Opera del Duomo Gianfelice Bellesini, nel ringraziare le autorità, i tecnici e gli sponsor presenti, ha parlato di “un evento importante che ci rende felici per la città, per la cultura e per la storia. Un evento che è il culmine di un lavoro iniziato ad aprile 2018 e che ha visto coinvolte molte collaborazioni istituzionali ma anche molte risorse”, mentre il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha sottolineato che “Orvieto sta vivendo un momento storico per un ritorno straordinario nel suo Duomo di opere d’arte molto importanti nella storia dell’arte. Un ritorno che è frutto di un lavoro complesso. Possiamo dire che c’è una grande attenzione da parte della stampa internazionale e nazionale su questa grande operazione e siamo certi che, chi verrà quest’anno ad Orvieto vivrà una emozione nuova”.

Subito dopo sono stati proiettati il video-racconto “Il Ritorno. Il ritorno delle Statue nel duomo di Orvieto”, curato da Massimo Achilli della Soprintendenza ABAP Umbria nell’ambito della collaborazione che ha riguardato tutto il progetto di riposizionamento delle statue in situ. Un racconto fatto di immagini accompagnate dalle musiche originali appositamente composte da Alfredo Sirica e Michelangelo Palmacci, grazie alla sponsorizzazione di Gondrand – Gruppo Fercam e di Berilli Group, partners tecnici del progetto. Prima della visita alla mostra sono stati proiettati alcuni brani del documentario “Arte negata”, concesso da RAI Teche, dedicato alla tormentata vicenda delle statue manieriste del duomo di Orvieto, realizzato per RAI Uno nel 1996 dall’autore-regista Nino Criscenti con la collaborazione di Federico Zeri che molto si adoperò per il ritorno delle statue in Duomo.
 
“Il video dà il senso epico di questo restauro – ha commentato Guido Barlozzetti - ci dà il senso della ricchezza che abbiamo nel nostro Duomo. Ci dà anche il senso del tempo che passa. Queste statue della fine del 500 poi imprigionate, dimostrano che in realtà, paradossalmente contraddicendo se stesso, il Duomo è un organismo vivente. Oggi ci ritroviamo di fronte ad un ritorno che dà il senso intrinseco di una città che vive e che deve continuare ad accompagnare il cammino di questa insigne opera d’arte.

E’ un pensiero effimero e storico al tempo stesso. Il Duomo e questa complessa operazione di restituzione delle statue racchiudono gesti che non valgono solo per il momento in cui vengono fatti ma dicono di un impegno per il futuro. Vorrei ricordare che nel 1964, in una notte, non senza polemiche, vennero collocate sulla facciata del Duomo di Orvieto le porte in bronzo di Emilio Greco. Allora se ne parlò molto, ma oggi non le percepiamo nemmeno più rispetto alla vetustà del duomo”.  “Penso anche che dobbiamo riflettere molto su come comunichiamo l’arte – ha aggiunto Barlozzetti – Nino Criscenti è un giornalista che appartiene a quella età della Rai che, in quanto servizio pubblico, era una sorta di agenzia culturale del Paese. Ne è stato protagonista. Quella generazione oggi in Rai non c’è più, ma si può tornare indietro”. 

“Il video-racconto è solo un viaggio emozionale – ha aggiunto l’autore, Massimo Achilli – non era semplice la sua realizzazione quindi ho cercato di restituire l’emozione che suscita l’attraversamento della città di queste grandi statue. Le immagini raccolte sono moltissime. Per giorni e giorni una macchina ha continuamente scattato foto durante le fasi di restauro dei basamenti e delle operazioni di trasferimento in Duomo delle opere d’arte. Probabilmente ed auspicabilmente andrebbe fatto un docufilm a fini didattici dell’intera operazione di restituzione delle statue”. 


“Il video racconta per immagini quello che è stato fatto. La mostra documenta la storia – ha affermato la Soprintendente ABAP, Marica Mercalli - il filmato vuole raccontare il lavoro della ricomposizione dei basamenti molto complesso poi il trasporto che non è stato affatto facile. Massimo Achilli svolge il suo lavoro di fotografo della Soprintendenza con grande professionalità ma ci mette quel gusto è quella passione che fanno la differenza. La suggestione dei documentari Rai è quella di documentare il nostro patrimonio. Oggi forse si fa ancora poco. La documentazione è la nostra storia. Se non avessimo avuto le foto non sarebbe stato possibile ricollocare le statue. Un dato ormai profondamente acquisito è che ogni opera ha dentro una storia, che il restauro deve esplicitare, come ci ricorda il concetto di restauro espresso da Cesare Brandi. Il ritorno delle statue nel Duomo di Orvieto è stato quindi un recupero storico senza ideologie. Oggi finalmente possiamo dire che è stata fatta questa ricucitura e questa ricostruzione storica”. 
 
“Il ritorno delle statue nel Duomo è stata per me una bella notizia, quando sono stato contattato mi sono sentito allegro – ha confessato, con grande emozione, Nino Criscenti – e, questa sera, vedere la presenza forte di una comunità all’inaugurazione della mostra fotografica, è una cosa bellissima. Segno che questa operazione è stata veramente voluta dalla comunità di questa città. Non posso non ricordare Federico Zeri che non si commuoveva perché era uno studioso. Credo però che se oggi fosse stato con noi sarebbe stato felicissimo. Lo avrebbe scritto su articolo di stampa,  magari aggiungendo alla fine: ‘….quante altre opere vanno salvaguardate!’.

Allora ricordiamoci bene l’Art. 9 della Costituzione Italiana che recita: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’.  È dunque una bella notizia di tutela quella che oggi ci regala Orvieto, protagonista di una operazione titanica che ha richiesto il recupero dei basamenti andati pressoché distrutti. Questa operazione è stata l’incontro tra più volontà che si sono unite perché questo potesse avvenire. Tutto questo è molto bello! Rivedendo le immagini del documentario ‘Arte negata’ mi sono ricordato della straordinaria disponibilità dell’Opera del Duomo che, grazie a Zeri, ci consentì di girare le immagini delle statue imprigionate nelle casse di legno. La cosa straordinaria fu quella di farci schiodare la cassa dell’Angelo annunciante del Mochi. Fu una liberazione eccezionale, anche se momentanea. Avrei voluto liberare anche la statua della Vergine ma era posizionata troppo in fondo e non fu possibile. Ecco, quella sequenza fu vista, nel 1997, al festival internazionale del film sull’arte di Montreal, in Canada, dove il programma Arte Negata vinse il premio per il miglior reportage sul viaggio tra i beni dimenticati dell’Italia. Ringrazio molto questa città”.
 
A riassumere le fasi salienti del progetto espositivo è stata Alessandra Cannistrà curatrice del MODO / Museo dell’Opera del Duomo. La visita alla mostra è stata poi curata dagli studenti della classe IV/A del Liceo Classico di Orvieto che la proporranno nuovamente ai visitatori sabato 14 e sabato 21 dicembre, negli orari del museo. Tale attività si inserisce nell’ambito della convenzione tra Opera del Duomo e IISACP Istituto Superiore di Istruzione Artistica Classica e Professionale per un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro mirato alle competenze sulla fruizione dei beni culturali che coinvolge oltre novanta studenti dei Licei Artistico, Classico e delle Scienze Umane.
 
La mostra fotografica nei Sotterranei del Duomo potrà essere visitata gratuitamente negli orari del museo, fino al 12 aprile. Il catalogo è pubblicato per i tipi di Palombi Editori – Roma.

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto