"Ascanio e Vitozzo Vitozzi da Bolsena. Prima di Torino nello Stato della Chiesa"

Una figura poliedrica, quella di Ascanio Vitozzi, che continua a suscitare interesse ed approfondimenti. Alla vigilia della giornata di studio di sabato 14 settembre, giunge anche il contributo dello studioso Fabiano Tiziano Fagliari Zeni Buchicchio che osserva come sia stata accertato da tempo (Carboneri, 1966), proprio dai registri di Battesimo del Duomo di Orvieto l'assenza del suo nome e quindi la conseguenza che Ascanio non sarebbe mai nato in Orvieto.
"Del resto - osserva lo studioso - nei suoi testamenti Ascanio Vitozzi non nomina mai Orvieto, ma soltanto nel codicillo testamentario dell'8 maggio 1615 nomina Bolsena, dove si trova il palazzo Vitozzi, e dove era vissuto come fratello insieme al cugino Francesco Vitozzi, tanto da chiamare nipote Vitozzo Vitozzi (figlio di Francesco), sepolto con Ascanio nella medesima chiesa della Trinità di Torino.
Già Pericle Perali nel 1919 osservava l'assoluta mancanza nei documenti orvietani tanto su Ascanio che su Vitozzo Vitozzi. Invece nel fondo notarile di Bolsena si trovano diversi atti su Vitozzo Vitozzi, moltissimi su Ercole Vitozzi, padre di Ascanio (l'ultimo del 1555). Infine in un atto chiarificatore del 1579, rogato proprio a Bolsena, Ascanio Vitozzi è detto proprio di Bolsena da suoi concittadini che lo conoscevano e lo stimavano per le sue capacità professionali".
Di seguito un articolo recentemente pubblicato su "Studi Piemontesi" in occasione dei 400 anni dalla morte dei due ingegneri e architetti di Bolsena.

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