Nel Laboratorio de "L'Orvietan", dove si respira il profumo della storia

È un luogo nascosto, anche se dista solo qualche metro dal Duomo. Profuma di antico, anche se è allestito da poche settimane. Aperto a tutti, ma su richiesta. Non è museo, anche se consente di entrare nella storia di ciò che produce e fieramente imbottiglia. Fuori, ogni retorica. Dentro, un'esperienza sensoriale autentica. La vive chi ha l'opportunità di visitare il Laboratorio de "L'Orvietan", così come nella mattinata di mercoledì 5 giugno hanno fatto gli alunni della IV C della Scuola Primaria di Ciconia.
Un'uscita – o meglio, un'entrata – didattica, la loro, dopo aver approfondito in classe caratteristiche e proprietà di quel bouquet di oltre 25 erbe officinali – dalla malva alla ruta, dal rabarbaro alla lavanda fino alle resine alpine – che determinano il colore giallo intenso, con riflessi verde rame e dorati, il profumo complesso e la freschezza balsamica dell'amaro erboristico digestivo corroborante, il cui nome identifica sia il venditore che il luogo d'origine.
Rientra tutto nel progetto "Alimentazione e Cura". Tra i temi proposti da Maria Luigia Alunni, responsabile del Servizio Educativo della Sezione di Orvieto dell'Archivio di Stato – dove è conservata la licenza di vendita sulla pubblica piazza che nel 1603 Girolamo Ferranti ottenne dal Comune – c'era proprio la storia riscoperta de "L'Orvietan". Con il coordinamento dell'insegnante Filomena Panella, ne è nato un libricino che contiene anche un'invitante rima promozionale.
E invitante il laboratorio in Vicolo dei Dolci lo è davvero dal momento che l'ambiente, ricostruito con cura e raffinatezza, rievoca la suggestione di una spezieria del '700 con mobilia e arredi d'epoca reperiti sul mercato antiquario, albarelli e antiche farmacopee. Una grande vetrina raccoglie e custodisce parte dei documenti originali che testimoniano la longevità di quella storia finita in bottiglia. Libri e alambicchi convivono accanto ad uno spazio operativo.
È, qui, infatti che oggi viene prodotto "L'Orvietan". Ne hanno annusato l'aroma, cogliendo i passaggi della lavorazione – dalla macerazione alla fermentazione, fino all'imbottigliamento – i bambini. A dispetto della loro natura di "nativi digitali", non è sfuggita l'elettrizzante opportunità di avvicinarsi, sfogliare quei volumi e toccare con mano tanta storia locale, antesignana della moderna farmacia.
Valore aggiunto, il racconto appassionato del titolare Lamberto Bernardini – è lui, in fondo, il moderno "Orvietan" – che ha narrato loro le vicende di personaggi, venditori ambulanti di medicine e ciarlatani che, secoli fa, giravano l'Europa proponendo l'elisir e portando il nome della città fuori dai confini della Rupe. Al punto che fino alla fine dell'800 la parola stessa era diventata sinonimo di "antidoto inventato a Orvieto".
Per ulteriori informazioni:
0763.341060 – info@lorvietan.it

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