cultura

"Il Malato Immaginario" a "OrvietoScienza". Così la pièce di Molière si attualizza

martedì 19 febbraio 2019
di Davide Pompei
"Il Malato Immaginario" a "OrvietoScienza". Così la pièce di Molière si attualizza

Non solo scienza a "OrvietoScienza", ma anche una pièce teatrale in continuità con quanto già avvenuto per declinare il tema "Ambiente e disuguaglianze: chi fa più male alla salute?". Raccolgono provocazioni e spirito de "Il Malato Immaginario" (1673) del commediografo francese Jean-Baptiste Poquelin meglio noto con lo pseudonimo di Molière, nella versione ridotta di Bruno Bertolini, gli alunni dell'Istituto d'Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico e dell'Istituto d'Istruzione Superiore Artistica Classica e Professionale di Orvieto.

Insieme per un laboratorio di teatro che per il quinto anno consecutivo, grazie alla tenace volontà di alcuni suoi promotori, produce uno spettacolo afferente ai grandi temi della scienza e delle sue implicazioni fra tecnologia, ambiente, cultura e società. L’evento viene sostenuto unicamente sia attraverso i supporti didattici del Liceo Scientifico "Ettore Majorana" in collaborazione con il Polo Artistico-Classico, sia dall’attività svolta a fondo dagli allievi e dall’attento coordinamento portato avanti dagli insegnanti, fra forme di drammaturgia sperimentale e messe in scene studentesche.

Quattro, ad oggi, gli allestimenti realizzati. Nel 2015, lo spettacolo-reading di Giuseppe Longo "Einstein, ovvero fisica e immaginazione" per l'edizione dedicata al tema "Democrito aveva ragione?. Nel 2016, lo spettacolo di Bruno Bertolini "Condominio Il Cosmo" per "Qualcosa di nuovo sotto il sole". Nel 2017, "Un trapianto molto particolare" di Giuseppe Longo per "Robot Sapiens. Intelligenza Artificiale vs Intelligenza Naturale". Nel 2018, per "Fragile Italia. La Memoria e il Rischio", "Qualcosa accade", reading diretto dall'attore Andrea Brugnera. Quest'ultimo firma la regia della pièce, nella mattinata di sabato 23 febbraio nella Sala dei Quattrocento del Palazzo del Capitano del Popolo.

"Oltre ad essere un noto biologo – anticipa – Bertolini è autore di romanzi avventurosi e polizieschi. Si considera uno studioso 'trascinato' a scrivere. Qui, in verità, dalla finestra del suo ineffabile umorismo e del suo teatro, si ritrova a sorridere in compagnia del grande drammaturgo francese sopra tutti gli Arganti del mondo e sui clienti babbei loro epigoni, che insieme a certi truffatori della superstizione tecno-sanitaria possono dar luogo alla cattiva medicina. Il suo sapiente intervento di tagli e parafrasi sul testo giunge per raccontarci come la società dell’Ancien Regime di quei tempi che ci sembrano storici non sia poi tanto distante dalla nostra attualità.

La dabbenaggine caparbia e spocchiosa di Argante è la prima causa del suo 'male', una sorta d’ipocondria colpevole che rende i medici che lo circondano 'truffatori per forza' e in una girandola d’impiastri, clisteri e ricette, esalta l’immaginario. Così è immaginario, l’Universo in cui si dibatte il protagonista, che altro non sogna che di conquistarsi un dottore in famiglia per poter esservi curato gratis. È immaginario il mondo della sua seconda moglie, Belinda, che vorrebbe spogliare il vecchio di tutte le sue sostanze, fuggire col buffo notaio e sbattere in convento la legittima erede Angelica.

È immaginario anche quel che batte nel cuore e palpita fra i sospiri di quest’ultima e del suo promesso Cleante. Insieme, farebbero di tutto pur di unire i propri destini. È immaginario, infine, l’affaccendarsi della saggia e intraprendente Tonietta, una vera serva-padrona, che con l’aiuto di Beraldo, fratello d’Argante, riuscirà a sciogliere le varie situazioni e a riportare l’ordine in famiglia. Intorno a questa struttura, che Molière prese a prestito dall’italianissima Commedia dell’Arte, abbiamo immaginato a nostra volta turbinare una ridda di maschere, le abbiamo incastonate in rapidi intermezzi a sostegno della partitura.

Le proponiamo a significare i sogni, gli incubi, le contraddizioni e i terrori dei personaggi principali. Ne emerge l’universale caricatura del cattivo medico (ma anche del cattivo paziente!), colta in tutte le sue declinazioni. Apoteosi dell’antico dottore del teatro all'improvviso: Gratiano, Ciarlone, Balanzone. Canovacci e testi rappresentati nello spettacolo appartengono fedelmente a raccolte originali del XVII secolo. Quanto al laboratorio con i ragazzi, si è svolto a partire da dicembre 2018, intensificando negli ultimi mesi gli incontri a frequenza settimanale.

Gli allievi hanno potuto seguire un breve percorso di attività preliminare sulla costruzione della maschera, attraverso un lavoro sul personaggio condotto dal Maestro Angelo Crotti, Arlecchino di fama internazionale, penetrando in seguito le pieghe della drammaturgia molieriana. Nonostante il grande impegno che il testo di per sé rappresenta e la molteplicità pregressa dei singoli impegni di studio per ciascun partecipante, hanno tutti dimostrato con generosità, abnegazione ed energia, un notevole spirito di gruppo, essenziale alla creazione dell’atmosfera ludica e performativa. Le loro qualità ne fanno elementi idonei e sensibili per un eventuale percorso di apprendimento professionale".

Personaggi e interpreti:
Fabio Serafini (Dottor Gratiano, Argante)
Chuna Vaini (Tonietta, Ciarlone il Cavadenti)
Catalina Boran (Angelica, figlia di Argante, Amorosa)
Carlo Pagliaccia (Cleante, promesso di Angelica, Amoroso)
Edoardo Spinazzola (Belinda, matrigna di Angelica)
Lucrezia Dominici (Dottor Sudorini, padre, uno Zanni)
Aurora Cela (Tommaso Sudorini, figlio)
Chiara Filice (Beraldo, fratello di Argante)
Lucrezia Marcucci (Fiorante, farmacista del Dottor Purgone)
Bianca Salvi (Dottor Purgone)
Anderson Guano (Pulcinella, Zanni)
Marina Laezza (Arlecchino, Zanni)
Nicola Nicolai (Notaio, Brighella, Primo Zanni)
Andrea Brugnera (Magnifico, padre dell’Amorosa)

Maestranze:
Andrea Brugnera (messa in scena)
Peppe De Ninno (supervisione culturale, artistica e tecnica)
Peppe De Ninno, Adele Riccetti, Istitituto (organizzazione di laboratorio)
Aurora Cela, Chiara Filice (progetto grafico e consulenza costumi)
Lucrezia Dominici (assistenza trovarobato)
Edoardo Spinazzola (interventi musicali)
Flavio Zappitelli (apporto luci, audio)

Si ringraziano Luigi Petrangeli e John Skillen dello Studio d'Arte Fede & Storia per la messa a disposizione ad uso prove dei locali di Palazzo Simoncelli.