cultura

"Le Cripte del S. Sepolcro di Acquapendente e del SS. Salvatore al Monte Amiata"

domenica 30 dicembre 2018
di Davide Pompei
"Le Cripte del S. Sepolcro di Acquapendente e del SS. Salvatore al Monte Amiata"

Tra assonanze architettoniche e archetipi stilistici, tra fascino ipogeo e collegamenti storici. È dedicato a "Le Cripte del Santo Sepolcro di Acquapendente e del Santissimo Salvatore al Monte Amiata nell'ambito delle cripte ad oratorium della Tuscia" il nuovo approfondimento bibliografico curato dall'architetto Renzo Chiovelli, già autore tra le altre pubblicazioni del recente "Le mura medievali di Acquapendente nell’ambito della storia delle fortificazioni ed i loro restauri".

Il volume è stato presentato giovedì 27 dicembre nella Sala Capitolare del Museo d'Arte Sacra di Abbadia San Salvatore, nell'ambito degli eventi e delle iniziative volte alla valorizzazione della Via Francigena. Accanto all'autore aquesiano, sono intervenuti Margherita Eichberg, soprintendente per l’archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, don Carlo Prezzolini e Stelvio Mambrini, entrambi storici locali.

Che, dal canto loro, hanno fornito interessanti spunti in vista di studi futuri. Al centro, il confronto fra le suggestive architetture mariane dell'antichissima cripta della senese Abbazia del Santissimo Salvatore al Monte Amiata, fondata intorno al 750, che conobbe il momento di maggiore splendore tra il X e il XII secolo, e quelle della Basilica Concattedrale del Santo Sepolcro che, nel periodo medioevale, era frequentata da pellegrini e crociati diretti a Roma.

Monumentale, la prima – con le sue 35 colonne, di cui 24 (come quelle aquesiane) originali, di forma cilindrica, scanalate, a varie facce o arricchite da originali ornati – è considerata modello e capostipite di numerose cripte romaniche, a sala o ad oratorium, che si estendono sotto le aree presbiteriali della maggior parte delle più belle e importanti chiese romaniche della vicina Tuscia Viterbese, oggetto, già nel 2013 di un interessante convegno di studi.

Organizzato dal Centro di Studi sul Santo Sepolcro, costituito da Parrocchia e Comune di Acquapendente e curato proprio da Renzo Chiovelli. Affiorano, così, inedite considerazioni sulla diffusione e sul riuso di elementi architettonici antichi o altomedievali nelle cripte, dei loro metodi di analisi e di datazione da sottoporre ad ulteriori indagini conoscitive ed opere di valorizzazione per un'auspicata riscoperta culturale, nonché turistica, di veri e propri gioielli spesso misconosciuti.