cultura

Nella Cripta del Santo Sepolcro. Dall'articolo su "MedioEvo" alle riflessioni in biblioteca

mercoledì 15 febbraio 2017
di Davide Pompei
Nella Cripta del Santo Sepolcro. Dall'articolo su "MedioEvo" alle riflessioni in biblioteca

Acquapendente, Gerusalemme d'Europa. Liberata, nelle ottave di Torquato Tasso. Replicata, sotto una delle cattedrali più belle dell'Alto Lazio. Appartenente storicamente all'ordine benedettino, la basilica edificata nel X secolo è dedicata al Santo Sepolcro e conserva una pietra macchiata di sangue che secondo la tradizione da lì proviene. Collocata com'è lungo la Via Francigena, nel periodo medioevale era frequentata da pellegrini e crociati diretti a Roma. Nel corso dei secoli è stata oggetto poi di numerosi interventi estetici.

Praticamente immutato, il fascino ipogeo delle 24 colonne in pietra coronate da ricchi capitelli - dominati da figure zoomorfe e vegetali - che impreziosiscono la cripta, dove si trova il sacello che contiene la reliquia. Una struttura che riproduce, appunto, in miniatura la Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Sopra, la basilica a tre navate divise da pilastri, con transetto e abside sopraelevati. Sotto, l'imperdibile cripta in stile romanico dell'XI secolo, articolata in trentaquattro campate coperte da volte a crociera impostate sul gioco di archi e colonne che suddividono la pianta in nove piccole navate, coperte da volte a crociera costolonate, che formano la caratteristica "T".

Va oltre la struttura architettonica per rievocare e approfondire il contesto storico del Medioevo nascosto, l'interessante articolo dal titolo "La Gerusalemme replicata", a firma di Giuseppe M. Della Fina, membro del comitato scientifico della rivista "Archeo", pubblicato sul numero di febbraio 2017 del mensile "MedioEvo. Un passato da riscoprire". Otto, le pagine corredate di suggestivi scatti fotografici, cartine esplicative, illustrazioni, testimonianze e riferimenti bibliografici. Com'è nello stile divulgativo della rivista.

"Nel corso del Medioevo – recita il sommario – a quanti volevano rendere omaggio al Santo Sepolcro, ma non potevano affrontare il lungo pellegrinaggio fino ai luoghi della Passione, vennero offerte alternative efficaci e meno rischiose: città grandi e piccole, infatti, si dotarono di strutture che imitavano il celebre monumento. La più antica delle quali si può ammirare nella cripta della cattedrale di Acquapendente".

Al centro, quest'ultima, anche dell'incontro che giovedì 16 febbraio alle 17 porta in cattedra alla Biblioteca Comunale di Acquapendente oltre al direttore scientifico della Fondazione per il Museo "Claudio Faina" di Orvieto, il direttore editoriale delle riviste "Archeo" e "MedioEvo" Andreas M. Steiner. E ancora: Laura Andreani, responsabile dell'Archivio dell'Opera del Duomo di Orvieto, Renzo Chiovelli, presidente del Centro Internazionale Studi "Santo Sepolcro" di Acquapendente. A fare gli onori di casa, per i saluti, il primo cittadino Angelo Ghinassi e il parroco, don Enrico Castauro. Titolo dell'iniziativa: "Il Santo Sepolcro di Acquapendente. Riflessioni dall'articolo di Giuseppe M. Della Fina".