Arturo Annecchino al Mancinelli. "La musica è un diritto che vogliamo nutrire"

Venezuelano di Caracas e romano d'adozione, è in Umbria da più di trent'anni. Vive a Lugnano in Teverina, ma si sente cittadino del mondo. "Credo che tutti – dice – lo siamo un po'. È il luogo che ci ospita in questo nostro passaggio, abbiamone cura". Autore di opere radiofoniche, ideatore di performance teatrali, il Maestro Arturo Annecchino è compositore vulcanico e pianista raffinato.
Sue, le musiche di tutti gli ultimi film di Sergio Castellitto con tanto di nomination come "Migliore Canzone" al David di Donatello per l'intensa pellicola "Venuto al Mondo". Dal progressive alla classica contemporanea, per un viaggio onirico senza confini, è un'opera-concerto quasi rock quella da lui scritta e interpretata, che lo porta sul palco del Teatro Mancinelli di Orvieto sabato 3 novembre alle 21.
Uno spettacolo dal sound energico come in "Nouei" o ritmo sussurrato come in "Tatatango", passando per nenie sognanti – su tutte, "Dan Din Den Don" – capaci di innescare vibrati emotivi, tra dissonanze e armonicità viscerali. Autenticamente in grado di elevarsi alle più alte sfere di empatia e sensibilità espressiva quando il pianoforte, solo, si fa mezzo espressivo dell'anima più intima, la sua.
Il contesto è quello della terza edizione di "Diritti a Orvieto. Human Rights International Film Festival" in cui si innesta agevolmente per quel legame naturale con il cinema che pratica ma anche "per ricordarci che la musica, cosi come tutte le arti, è un diritto anch’essa, un diritto che vogliamo nutrire, e coccolare anche. Le arti, il mistero che ci offrono, con invito a lasciarsi andare...".
Nota dopo nota, lo farà sul palco insieme con la collaborazione dei musicisti orvietani della Synphònia Band, affiancando al suo pianoforte il talento di Martina Sciucchino (voce), Simone Stopponi e Alberto Porcacchia (chitarre), Michele Fiori (tastiere ed elettronica), Emanuele Ranieri (basso), Luca Costantini (batteria e percussioni).
E quello di un'ospite speciale come la cantante Ivanka Mazurkijevic, croata di Zagabria. Insieme, per un caleidoscopio di stili, atmosfere e sonorità narranti che, in una lingua immaginaria, catturano attimi di un lungo viaggio. In "Missalaika" – questo, il titolo dell'annunciato evento – la musica appare legata da un filo sottile, fragile e forte al tempo stesso.
Rosso, come il sentire. Ambasciatore universale dei diritti, come il linguaggio parlato da ogni arte a chi ha antenne per coglierlo. "Nel diritto di esistenza – suggerisce – un'esercitazione/metafora sull'ascolto. Nel momento in cui prestiamo attenzione all'ascolto gli universi meravigliosi dell'altro si schiudono, i nostri cuori si risvegliano e prendono forma di sorriso".
Predisposizione e apertura all'incontro possono ancora far germogliare bellezza. Dall'incontro con Prem Sing e l'Associazione "Le Rane", nel 2010 ad Orvieto prese vita e forma la corale "Opera Fumetto", l'originale esperienza gialla e itinerante che vide sfilare per le vie della città oltre mille partecipanti.
"Uno dei momenti di quell'opera lo suoneremo in 'Missalaika'. Nasce da lì il rapporto con gli allora Pedro Ximenex. La collaborazione è cresciuta ed è nata la Synphònia Band insieme a Storie di Note e Rambaldo degli Azzoni, Lara Maroni e iCompany. Abbiamo fatti diversi concerti in Italia. Ed eccoci ad Orvieto, come di ritorno".
I biglietti – 12 euro intero, 10 euro ridotto + d.p. – sono in vendita al Botteghino del Teatro Mancinelli e online su www.ticketitalia.com.

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