cultura

"PietreNuvoleConfini". Tre incontri di Guido Barlozzetti per "I Martedì del Classico"

lunedì 7 maggio 2018
di Davide Pompei
"PietreNuvoleConfini". Tre incontri di Guido Barlozzetti per "I Martedì del Classico"

La solidità della pietra. La leggerezza aerea delle nuvole. I confini dell’ultima mappa possibile. È filosofica sintesi di suggestioni, gioco intellettuale e al tempo stesso terapia per la/l'(in)sanità mentale, via di fuga dalle trappole del noto, dei concetti e dei fondamenti, la mini-rassegna aperta alla città, pronta a fiorire nel mese di maggio nell'Aula Magna di Palazzo Clementini.

Per iniziativa dell'Associazione Ex Alunni del Liceo Classico "F.A. Gualterio" di Orvieto, l'istrionico giornalista Guido Barlozzetti declina il tema "PietreNuvoleConfini" avvalendosi di note, immagini e suggestioni curate dall'amico Massimo Achilli. Tre appuntamenti, un unico divertissement astrattivo che, con un percorso a tappe, dà continuità al ciclo de "I Martedì del Classico" inaugurato da Alberto Satolli.

Si inizia martedì 8 maggio alle 18 con "Pietre". Ovvero la solidità delle cose, la loro identità indiscutibile, il principio di identità e non contraddizione, l'analogico, il fondamento. Si disserta di "Nuvole" martedì 15 maggio alla stessa ora per riflettere del cielo di contro alla terra, lo spirito di contro al corpo e alla materia, il divenire rispetto all'essere, l'immaginario e la metamorfosi.

Il punto di separazione e di contatto, l'istante, la linea, la soglia, il bordo impossibile tra essere e divenire, tempo e spazio, conscio e inconscio, analogico e digitale, umano e non umano sono, invece, le coordinate mentali all'interno delle quali verterà il ragionamento di martedì 22 maggio, sempre alle 18 concentrandosi su "Confini".

"Tre incontri – sottolinea il presidente dell'associazione Carlo Carpinelliche si annunciano particolarmente interessanti per l'originalità del tema e per l'eleganza e l'arguzia del relatore". Attinge al vocabolario di greco antico, quest'ultimo, estrapolando la preposizione μετα con l'accento grave su α e successo vario nella modernità.

"Funziona come prefisso – osserva l'ideatore – a indicare significazioni che rimandano a trasformazione, successione o - è il caso che ci interessa - una dimensione dell'oltre rispetto al perimetro delle scienze, dei saperi diffusi, delle categorie vigenti (ancorché affaticate e sempre più incerte) e alla carta in cui si stabiliscono i loro rapporti.

È un punto di vista sulle cose, un tentativo di considerarle fuori da parametri consolidati e alla luce della convinzione che il nostro modo di vedere le cose è quello che le fa esser tali: le 'cose', il mondo, noi che ne facciamo parte non siamo degli oggetti, definiti e determinati, rispetto a qualcuno - il soggetto con o, meglio, senza la maiuscola - che le guarda, le definisce, ne fa conoscenza.

È trans, post, inter. Non consiste ma predilige lo spostamento, la trasversalità, il bordo di contro alla separazione e alla fissità delle dimensioni. In questo senso è un punto di vista che si articola in una storia che non ha nulla della storicità tradizionale, ma si articola nelle fasi di un processo, giocato per pura convenzione, oltre che per comodità discorsiva, su una sorta di andamento dialettico, il vecchio schema tesi/antitesi/sintesi che non è stato inventato da Hegel, ma ha illustri precedenti, per esempio l'Inferno-Purgatorio-Paradiso di Dante, che per noi diventa un viaggio a tre stazioni, la prima che si oppone alla seconda, la terza che entrambe supera e conserva in una nuova prospettiva.

In attesa della prossima? Tre stazioni, tre dimensioni da visitare, tre mondi possibili, tre divagazioni per tre pomeriggi nel nome di una nuova no-scienza: la metalogia. Una provocazione, un invito a giocare, una sfida al presunto ordine delle cose in attesa di quello che verrà, a rimettersi nel movimento delle cose e dunque prima o dopo ciò che le rende tali".

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