cultura

Dal collezionismo della maiolica italiana al futuro della città di Orvieto

martedì 26 dicembre 2017
di Elena Tanara
Dal collezionismo della maiolica italiana al futuro della città di Orvieto

Come annunciato, nella giornata di mercoledì 20 dicembre si è svolta presso l'Atrio del Palazzo dei Sette, la presentazione del nuovo libro dello storico orvietano Lucio Riccetti sulla maiolica in Italia tra l'Ottocento e il Novecento. L'opera, suddivisa in quattro capitoli, non si sviluppa in modo lineare ma riunisce elementi e temi all'apparenza non legati, riportando puntuali riferimenti ed illustrazioni, insieme ad una nutrita biografia.

"Siamo naturalmente portati a collezionare - ha spiegato Riccetti - dagli oggetti più semplici come i francobolli alle opere artistiche di inestimabile valore, spinti da una tradizione antichissima, tramandata di pari passo con il progresso dell'uomo". Ambientato nel tardo Ottocento, il libro descrive la collaborazione tra il famoso banchiere e collezionista statunitense John Pierpont Morgan e il mercante d'arte di origine franco-napoletana Alexandre Imbert, in cui Morgan trova il canale privilegiato per acquisire numerose collezioni, tra cui maioliche di grandi valore.

Sviluppando la trama intorno a questi due personaggi, l'opera ricostruisce efficacemente una delle epoche più importanti per il mondo del collezionismo. Dopo Firenze e Orvieto, le prossime presentazioni del libro sono già in programma a Faenza e Roma. Presentandolo a Orvieto, il presidente della Sezione locale di Italia Nostra ha risposto anche alla domanda di Riccardo Campino, titolare della Libreria dei Sette, sulle strategie da adottare per invertire la tendenza rispetto allo spopolamento e alla crisi del centro storico.

"Sempre più spesso - ha detto - sentiamo questo paragone assurdo tra Orvieto e Civita di Bagnoregio, fatto da chi propugna per la nostra città soluzioni analoghe a quelle del piccolo centro laziale. Sono discorsi inconsistenti. Civita ha sette abitanti e funziona turisticamente proprio perchè non svolge più alcuna funzione urbana vitale, è un museo a cielo aperto. La rinascita di Orvieto deve invece passare per una ripresa di quei servizi utili alle persone e all'economia che ne hanno fatto nel passato una città vitale e non un'immagine da cartolina".

Riferendosi alle posizioni recentemente assunte da Susanna Tamaro che ha parlato di una città inerme e "bella addormentata" lo storico orvietano ha sottolineato come la scrittrice abbia "un ruolo importante ed è molto apprezzabile il suo amore per Orvieto". "Si tratta - ha detto - di un personaggio di grande rilievo che occupa da tempo anche un ruolo importante come componente del consiglio dell'Opera del Duomo. Questo ente ha tutte le potenzialità per svolgere un ruolo incisivo nella vita culturale cittadina".