cultura

Un network di volenterosi per la rinascita del centro storico

lunedì 6 novembre 2017
Un network di volenterosi per la rinascita del centro storico

Restituire a Orvieto il primato della bellezza. Sfida enorme, ma non più rimandabile a cui è chiamata l'intera città. Se ne è discusso a lungo domenica 5 novembre in quell'Atrio del Palazzo dei Sette destinato a recuperare il ruolo di agorà - intesa come città, ma anche come modello di società che prevede la partecipazione attiva di chi la vive -  in occasione dell'annunciato secondo incontro-confronto promosso sul fututo del centro storico dalla Libreria dei Sette, che ha appena traguardato le 95 primavere e che tra poco più di 50 giorni rischia di chiudere per sempre i battenti.

"Orvieto - ha esordito Riccardo Campino, titolare della Libreria dei Sette - sta rapidamente cambiando faccia, cambiando pelle, è una città completamente diversa da quella di soli 20 anni fa e la sfida di chi l’amministra e contemporaneamente dei suoi cittadini deve essere quella di accompagnare questo cambiamento salvaguardando il bene più prezioso di qualsiasi luogo: la sua identità, la sua anima. Per fare questo, bisogna capire che è di primaria importanza proteggere in ogni modo il tessuto economico cittadino.

Così facendo si manterrà vivo quel delicatissimo equilibro, quel perfetto ecosistema che oggi ad Orvieto è ad altissimo rischio, ricordiamoci che la buona salute delle imprese commerciali e artigiane favorisce quella coesione sociale che è l’essenza stessa di una comunità viva e felice. Ripeto ancora una volta che a rischio oggi non c’è la chiusura di questa libreria, ma la perdita di identità di questa meravigliosa città. Dobbiamo essere coscienti che il momento storico che stiamo vivendo è molto delicato e ancor di più che in altri frangenti, anche le scelte politiche devono essere attuate con il bisturi del chirurgo.

Dico solo una cosa legata strettamente alla libreria perché anche pubblicamente ho dichiarato che avrei risposto ai cittadini in questa sede, di persona e non sui social. Non è stato piacevole leggere qualche giorno fa che l’ormai ex assessore al bilancio, a fronte delle nostre paventate difficoltà ad andare avanti, si fosse preso la briga di andare a spulciare i nostri bilanci in camera di commercio e tirasse fuori un dato, quello sul fatturato, che non ha nessuna valenza per stabilire la salute di un’attività.

L’unica voce che avrebbe dovuto leggere - cosa che non ha fatto, e questo è ancor più grave proprio per un assessore al bilancio - è quella che sintetizza il risultato finale di un esercizio economico, cioè l'utile o perdita d'esercizio. Se l’avesse fatto avrebbe potuto riferire che questo negozio negli ultimi quattro anni ha rasentato la perdita e nel 2016 ha infine chiuso in perdita. Ma la cosa ancora più triste è che se l’ex assessore mi avesse chiesto quei dati glieli avrei girati in pochi minuti, i nostri bilanci sono trasparenti al punto che oggi abbiamo deciso di esporli sulla parete a dimostrazione del fatto che non abbiamo nulla da nascondere o da tacere".

A dare voce al confronto, le testimonianze dell'archeologo Claudio Bizzarri, del giornalista Gabriele Anselmi, della fisioterapista Annette Hornstein, dell'ex sindaco Franco Raimondo Barbabella e ancora di Armando Fratini (Comitato Cittadino dei Quartieri), Gianluca Foresi (Orvieto 1264), Alessandro Punzi (Enoteca "La Loggia"), Massimo Aloisio (Orogami), Emanuela Leonardi (TeMa).

Affidate ad Alessandra Cannistrà, assessore alla cultura, le conclusioni di un ragionamento tutt'altro che concluso che vede l'impegno dell'amministrazione comunale verso un ampio progetto culturale e lo studio di formule che consentano al centro storico di fiorire e al Palazzo dei Sette di decollare come spazio espositivo. Si è costituito, intanto, un gruppo di persone che vogliono provare a smuovere la situazione. 

L'obiettivo perseguito è quello di unire mille persone in pochi mesi, convogliando tanta voglia di partecipazione in un progetto prima che si disperda nuovamente. Nei prossimi giorni si proverà a lavorare ad una proposta da sottoporre alla città a breve, al massimo entro tre-quattro settimane, affinchè se dovesse essere accolta con favore, poter approfittare del periodo che precede il Natale per raccogliere il maggior numero di adesioni.

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