cultura

I relatori presenti nelle varie sezioni

venerdì 3 marzo 2017
I relatori presenti nelle varie sezioni

FOTOGRAFIA

Andreas Bitesnich, fotografo e musicista austriaco, famoso per i suoi nudi ed i suoi ritratti fotografici. I suoi lavori appaiono regolarmente sulle più importanti riviste internazionali. Inizialmente impiegato come commerciante, Bitesnich scopre la passione per la fotografia quando un amico, un assistente fotografo, gli mostra la sua raccolta di fotografie in bianco e nero. Non avendo esperienza nel campo fotografico, comincia a imparare tutte le tecniche più rilevanti della fotografia. Nel 1989 decide di lasciare il suo lavoro di rivenditore ed inizia a lavorare come fotografo professionista. Si specializza fin dall’inizio in foto di viaggi e soprattutto in ritratti e nudi, temi nei quali raggiunge risultati assoluti, dividendo il proprio lavoro tra l’Austria, l’Italia, la Germania, e gli Stati Uniti.
Oggi, Bitesnich è uno dei più famosi fotografi di nudi del mondo, ha composto diversi brani musicali sotto l’etichetta Soundhotel.

DDiarte. Quando, nel 1999, Zé Diogo e Diamantino Gesù creano i DDiArte, a quel tempo era solo un laboratorio di pittura. Dopo varie esperienze nel campo della fotografia digitale, nel 2003 hanno scoperto il mezzo ideale per esprimere la propria creatività con la Fotografia Digitale artisticamente ritoccata. Nel contesto della storiografia dell’arte, l’uso della fotografia, e più specificamente, ritoccare fotografie, è una novità. Nell’ambito del loro lavoro, i DDiarte hanno però lo scopo di innovare per stimolare il pensiero critico negli spettatori. I loro lavori possono essere interpretati come opere satiriche, in un mondo globalizzato ancora pieno di differenze, altri come opere puramente sceniche, da contemplare, altre ancora sono opere che gridano contro la discriminazione o un omaggio alla bellezza incancellabile.

Katharina Jung. Le esplorazioni surreali della giovane artista costituiscono una passeggiata oltre la soglia del reale e le leggi del razionale, con le visionarie sperimentazioni fotografiche. La Jung trasforma sogni ad occhi aperti in viaggi nell’oltre, immagini concettuali, ritratti drammatici e delle proprie emozioni, che ricerca anche quando scatta self o esplora immagini e dimensioni già viste. Questa ventenne cresciuta tra foreste, laghi, fiumi e vallate della piccola città di Hermeskeil, a sud-ovest della Germania, ha scoperto la fotografia nel 2012, ella trae ispirazione dal contatto sempre sorprendente con madre natura.

Riccardo Venturi, fotografo dell'agenzia Contrasto dal 2001, ha intrapreso la carriera di fotogiornalista nel 1988 coprendo inizialmente notizie ed eventi di carattere nazionale. Dagli anni Novanta ha esteso il suo interesse ad avvenimenti di carattere internazionale che lo hanno portato alla realizzazione di numerosi reportage di guerra, in special modo le conseguenze sui civili dei conflitti in Afghanistan ed in Kosovo che gli sono valle, rispettivamente, il World Press Photo nel 1997 ed il Leica Honorable Mention nel 1999. Alternando il suo interesse per le notizir con la ricerca personale, viaggia costantemente in Africa, Medio Oriente, Asia e Sud America avvalendosi della collaborazione con diverse ONG e lavorando per le più importanti riviste e testate giornalistiche.  Negli anni Duemila ha realizzato altri due notevoli progetti fotografici: “TB”, sulla tubercolosi nel mondo in collaborazione con il World Health Organization, e un secondo progetto sugli infortuni sul lavoro in collaborazione con l’Anmil, che sfocia sia nel volume fotografico “NO agli infortuni sul lavoro” sia in una mostra itinerante esposta in più di cinquanta città italiane che ha avuto come prima tappa la Camera dei Deputati a Roma. Negli ultimi anni è stato impegnato tanto sul fronte nazionale quanto su quello internazionale pubblicando altri due importanti progetti fotografici: nel 2014 con il libro “DPR 448” sulla realtà della giustizia minorile in Italia, e nel 2015 con la monografia “Haiti Aftermath”, pubblicata in edizione inglese e italiana, che racconta gli eventi e le conseguenze del terremoto che hanno sconvolto l’isola dal 2010 al 2015. Progetto quest’ultimo che ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali e gli fa conquistare il suo secondo World Press Photo nel 2011. Nel giugno 2016 ha pubblicato “Italians and the UK- A Love Story”, volume edito da Peliti Associati e un web documentary a cura dello studio Scomunicare, dedicato all’immigrazione italiana in Inghilterra a partire dai primi anni del XX secolo, progetto sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e realizzato in collaborazione con National Geographic media partner.

Letizia Battaglia. Oltre 200 scatti, provini e vintage print inediti provenienti dall’archivio storico della grande fotografa, insieme a riviste, pubblicazioni, film e interviste di quella che è riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti, ma anche per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. Non solo “Fotografa della mafia” ma anche testimone della vita e della società del nostro Paese. Il suo lavoro si distingue per l’appassionato impegno sociale e politico. Per trent’anni ha fotografato la sua terra, la Sicilia, con immagini in bianco e nero crude e dolorose, denunciando l’attività mafiosa con reportage coraggiosi e incisivi per il quotidiano «L’Ora» di Palermo. Un album ininterrotto il suo, che passa dalle proteste di piazza a Milano negli anni Settanta al volto di Pier Paolo Pasolini, dai tanti morti per mafia, alla inconsapevole eleganza delle bambine del quartiere della Cala a Palermo; e poi le processioni religiose, lo scempio delle coste siciliane, i volti di Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino al feroce boss Leoluca Bagarella. Un ritratto a 360 gradi per restituire l’intensità che caratterizza tutto il suo lavoro: dagli scatti all’impegno politico, dall’attività editoriale a quella teatrale e cinematografica sino alla recente istituzione del Centro internazionale di fotografia a Palermo. Convinta della validità dell’impegno civile come fattore di cambiamento, nel corso degli anni ha messo talento e passione al servizio di cause diverse, dalla questione femminile, ai problemi ambientali, ai diritti dei carcerati, in veste di fotografa, regista, editrice, ambientalista (è stata consigliere comunale, assessore e deputato regionale). Perlustrando la costa est di Palermo, assegnatale nell’ambito del progetto atlante italiano 003, ha ripreso luoghi contrassegnati da evidenti segni di degrado, con immagini forti e dirette, di elevata coerenza formale. Ma è un degrado che, come sottolineano le didascalie molto particolareggiate, è solo una delle tante conseguenze di quello morale e civile. Che può trarre riscatto solo da una forte partecipazione.

Antonio Gibotta e le sue vite da reporter. “La fotografia deve far vibrare le corde dell’emozione di chi la osserva mantenendo sempre una dose di mistero: deve essere un dono particolare che produce immagini che parlano con semplicità e grazia, senza astrattismi o confusioni”. Antonio Gibotta, campano, ha solo 28 anni ma il suo curriculum racconta di più vite. Negli ultimi anni ha esposto a New York, Francia, Cina, Bruxelles, oltre a varie sedi in Italia. Nato ad Avellino nell’agosto del 1988, si è subito appassionato alla fotografia, osservando da vicino l’opera del padre, un affermato fotografo professionista. Ben presto ha trasformato la sua passione in professione, accumulando un notevole bagaglio di esperienza nella realizzazione di lavori e reportage di viaggio, in Italia e soprattutto all’estero, ritagliandosi una propria identità fotografica.  Nel 2010 il primo reportage di viaggio con Edoardo Agresti. Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali. Nel 2016 si è classificato al terzo posto al POY Picture of the year international categoria Feature Picture Story, primo classificato al FIPA Italy International Photography Awards nella categoria Reportage, primo nella categoria Reportage Movie Awards e secondo nella categoria Storia: un suo racconto rientra tra le 21 storie multimediali esposte al 5th LUMIX Festival for Young Photojournalism in Germania. Al centro del suo obiettivo ci sono “l’uomo e l’attualità delle tematiche sociali”. La sua fotografia urla con i suoi silenzi, profondi ed enigmatici come il suo nero. “Ogni viaggio che faccio – dice - è un’esperienza nuova, una continua scoperta. Un momento molto forte è stato il percorso fatto a Lourdes al seguito degli ammalati, in particolare dei bambini che raggiungono il Portogallo sul treno bianco. Mi ha permesso di riflettere sulle fortune che abbiamo e spesso non apprezziamo”. Nel febbraio 2017 si è classificato secondo al World Press Photo nella categoria People con “Enfarinat”, lavoro dedicato alla cosiddetta “battaglia degli infarinati” si tiene ogni 28 dicembre a Ibi in provincia di Alicante, in Spagna. “La nuova dipendenza” è invece dedicato all’utilizzo quasi smodato che i giovanissimi fanno di internet e social networks: “E’ un argomento che seguo da otto anni ormai – afferma - noto che è una generazione nella quale non riesco a riflettermi: non sono vecchio, ma vedo un grande distacco. Socializzano sul web, si fidanzano in chat, litigano sui forum. Per carattere sono taciturno, mi piace studiare e osservare, per questo prediligo la fotografia, mi permette di esternare con un click riassuntivo di un’attenta analisi quello che sento”. Speranza e gelo sono protagonisti che si intrecciano in “Over 1000 migrants in the polar temperature of Belgrade”, progetto nato dalla presenza di centinaia di migranti, per lo più afghani, siriani e iracheni, che da mesi hanno trovato rifugio nei depositi abbandonati lungo la ferrovia a Belgrado nel loro cammino di avvicinamento ai confini dell’Unione Europea. Temono di essere respinti e per questo evitano le strutture di assistenza ufficiali. Però fotografare vuol dire anche rispettare. L’immagine può far male e a volte la macchina fotografica può essere un’arma. Guai a perdere la sensibilità. “Purtroppo – ammette - con il proliferare di cellulari e tablet, tutti possono essere testimoni di un attimo. E temo che così facendo, abbiamo perso l’innocenza: non si ha paura di mettere in piazza la privacy altrui”. Il suo consiglio a chi vuole avvicinarsi alla professione è semplice quanto determinato: “Odio chi dice che ormai è già stato fatto tutto. E’ una resa in partenza, e non va bene. Ai ragazzi dico: andate a vedere cosa c’è di non detto con le immagini nel mondo. E’ questo il primo passo da fare. Ma è tosta. Tanto, davvero tanto”.

Sandro Iovine. Giornalista e critico fotografico  è nato nel 1961 a Roma dove, dopo il liceo classico, ha studiato Scienze Politiche con indirizzo Internazionale e lingua e cultura giapponese. Dal 1989 al 1998 è stato redattore alla Editrice Reflex, prima di trasferirsi a Milano dove, dal 1999, dirige la rivista IL FOTOGRAFO. Di recente è diventato responsabile del settore fotografia della Sprea Editori. Ha insegnato Storia della fotografia all’ISFCI di Roma e dal 2003 Fotogiornalismo e Comunicazione visiva presso la John Kaverdash Accademia di Fotografia. Ha tenuto Master presso il MIFAV-Università di Tor Vergata di cui ha condiretto l’organo di stampa F&D, le Università di Palermo, Pavia, Siena e Bologna. Ha collaborato con RAI-Radio 1, RAI-Radio 3, Radio 24 e Radio Svizzera Italiana, Paese Sera, Avvenimenti, Il Giornale di Napoli, Il Manifesto. Ha creato e diretto a Roma lo spazio Centro Fotogiornalismo. Ha curato numerosi libri fotografici, e nel 2011 è stato curatore della sezione fotografia di RomaProvinciaCreativa. Fa parte del comitato di valutazione all’interno del progetto Eyes in Progress.
Alla Convention di Orvieto presenta Andrej Semenov e Maxim Marmur fotografo russo selezionato dal FIOF in occasione del Photovisa Festival della Fotografia in Russia. Durante le giornate della Fotografia sarà presente alla convention, una delegazione di sette fotografi russi, con l’art director Irina Cmerjeva.

Alex Liverano è nato a Faenza e vive attualmente a Londra. Sin da piccolo si è interessato a appassionato all’arte della fotografia verso la quale ammette di nutrire un amore smisurato. Per diversi anni ha lavorato come fotografo in discoteca ed è lì che è nata la sua passione per le persone, le loro abitudini e stravaganze. Ama osservare gli esseri umani, immaginando chi siano e cosa facciano nella vita, prevedere i loro comportamenti e risultare invisibile ai loro occhi finendo poi per scattargli una foto. Ama vagare per le strade alla ricerca di qualcosa che possa stupirlo, odia la staticità, la prevedibilità e l’assenza di emozioni all’interno delle immagini. Ama confrontarsi, accrescere le proprie capacità e conoscenze, condividendo con altri fotografi, amanti di questa stessa passione, le emozioni che trasmette la Street Photography. Con questo spirito nel 2014 fonda il collettivo “Inquadra”. Numerosi i premi e i riconoscimenti ricevuti.

Heinz Stephan Tesarek è nato a Vienna nel 1976 ed è fotoreporter e fotografo documentarista. I suoi reportage hanno raccontato delle guerre in una Jugoslavia in disfacimento, della “war on terror” in Afghanistan e degli atti terroristici degli islamisti radicali nel Caucaso e in Europa. Tra il 2001 e il 2005 ha vissuto a Mosca, fotografando principalmente in Russia e in Europa orientale.
Dopo il suo ritorno a Vienna, ha iniziato a lavorare al progetto “Zwischenzeit” (Interim) attraverso il quale indaga tematiche attuali, affrontando gli orrori della guerra e il contrasto dell’odierna società divisa tra la popolazione benestante e quella degli emarginati.  Tesarek lavora per riviste e giornali come News, Der Spiegel, Süddeutsche Zeitung Magazin, Forbes Magazine e il New York Times. Il suo lavoro ha ricevuto diversi premi, tra cui un Pictures of the Year International (POYi) Premio di Eccellenza, e il Premio Fotografia Objektiv per la migliore foto per la stampa Austriaca negli anni 2011 e 2013. E’ in mostra in Italia con una selezione di quaranta immagini scelte dal suo progetto “Interim (Zwischenzeit)”. La serie con cui il documentarista austriaco riflette sul tema “Quo Vadis Europa?” viene presentata in occasione della XV edizione di FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma e sarà in mostra ad Orvieto dal 10 al 28 marzo 2017

WEDDING CINEMA

La dolce vita. Giordano Borghi nasce a Reggio Emilia nel 1972. A vent’anni ha ricevuto in regalo una reflex Canon e, da allora, ha maturato la passione per la fotografia sviluppando e stampando nel bagno di casa i rulli in bianconero. Nel 1994 frequenta il corso di fotografia dell’Istituto Italiano Moda&Spettacolo di Bologna e lì comincia a concretizzarsi l’idea e la voglia di trasformare un semplice hobby in professione. Dal lontano 1998 ha sempre vissuto di fotografia commerciale, lavorando per agenzie pubblicitarie e clienti nazionali ed internazionali quali Kohler Engines, Loacker, Kellogg’s, Biffi, Cioconat, Cariparma, Coop, Despar, Datalogic, Midland, Pinko, Gaudi, Denny Rose ed altri. Nel 2010 ha cominciato ad interessarsi ed approfondire il linguaggio del video vincendo nel 2014 il premio “Italy Most Popular Videography” di Wedding Industry Experts Awards e partecipando l’anno successivo ad un workshop di Philip White, uno del maggiori videografi di matrimonio al mondo. Lo scorso anno abbandonata l’attività di fotografia per dedicarsi solamente al settore matrimoni. Oggi, il 90% della clientela di Dolcevita Wedding Cinema è straniera: Regno Unito, USA, Canada ma anche paesi del Medio ed Estremo Oriente.

Daniele Donati, video grafo, è nato a Chiaravalle (AN) nel 1971. Diplomato nel 1994 come Operatore Cinematografico e Televisivo ha un ampio curriculum lavorativo che spazia da operatore televisivo per RAI 1, RAI 2 e SKY per programmi televisivi nazionali a Direttore della Fotografia, operatore e montatore per lungometraggio cinematografico “Un uomo e una voce” su Beniamino Gigli che uscirà al cinema nel 2017, a regista e direttore della fotografia A.C.M Agrosound e nella realizzazione di wedding film basati su storytelling, sonoro ambiente e fotografia dell’immagine utilizzando solo un’ottica 50mm.

COMUNICAZIONE E VIDEO

L’agenzia Thelma & Friends è un HUB CREATIVO animato da registi, autori, grafici, videomaker, fotografi, scrittori, musicisti ed artisti di ogni genere. Ad Orvieto i suoi professinist terranno un workshop su come creare una web serie. Come nasce una web serie, il suo legame con i linguaggi di narrazione visiva e tradizionale, le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione (attrezzature e diffusione web) i due sbocchi principali: cinematografia/televisiva e branding per le aziende.

Hermes Mangialardo. Cartoonist, videomaker, Visual performer, 3D mapper. Dal 2003 Hermes Mangialardo si occupa di tutto ciò che ruota intorno all’animazione digitale. Dai corti ai videoclip, premiati nei maggiori festivals nazionali e internazionali fino a Videomapping 3D e visual live performace e stage video designer, attività per la quale nel 2009vince il titolo Best Italian VJ. Dal 2006, insieme ad uno staff di designer, ha creato Plasmedia, un’agenzia specializzata nella comunicazione digitale in generale (Web, animazioni, video, carta stampata, applicazioni multimediali, video arte ). Nel 2008 crea per MTV la serie Urban Jungle. Ad Orvieto Fotografia, Hermes realizzerà un video mapping da proiettare durante le serate della convention e terrà un corso di video mapping, per videomaker e studenti, nel quale illustrerà come ideare e costruire dei videomapping.

Elena Datrino presenterà ad Orvieto il progetto Facce da blogger, un itinerario inedito che punta l’attenzione su una serie di figure del nostro tempo che caratterizzano, come nessun’altra, l’evolversi della società e delle regole di comunicazione. Il progetto nasce dall’idea di ritrarre chi abitualmente entra in contatto con molte persone attraverso un mezzo esclusivamente verbale e, ancor di più, un modo scritto, tramite il mondo digitale: i bloggers. Alcuni tra i più famosi bloggers come Orazio Spoto, Caterina Stringhetta, Erica Battellani, Elena Borghi, Silvio De Rossi e Raffaele Arena saranno ad Orvieto per animare la città e creare dall’enogastronomia alla cultura, alla fotografia all’arte, interesse per il territorio.

In particolare, Orazio Spoto coinvolgerà la sua rete di Instagrammers di @igers_Italia facendo una comunicazione mirata non solo sul Festival, ma anche su tutto il territorio e la provincia di Terni; Caterina Stringhetta realizzerà un servizio speciale su Orvieto, spaziando dalle bellezze più note come il Duomo a palazzi, residenze storiche e dintorni. Erica Battellani farà, invece, un servizio di food sulla zona, dalle tradizioni alle nuove tendenze ai locali più esclusivi. Elena Borghi curerà un servizio sull’artigianalità e manualità del territorio; Silvio De Rossi e Raffaele Arena, infine, spazierano sulla promozione turistica del territorio.

Tommy Dibari (scrivere con le immagini. Lezione di scrittura creativa) è uno scrittore e autore televisivo italiano È stato autore di programmi televisivi su reti nazionali come il tg satirico Striscia la Notizia, Paperissima e Paperissima Sprint (Mediaset), Fiesta (MTV) e Artù (Raidue), attualmente è direttore artistico del Premio Nazionale Nicola Zingarelli e autore e regista  del Premio Nazionale “Leggio d’oro”, Oscar del doppiaggio, nonché docente di scrittura creativa presso il Centro Internazionale Alti Studi Universitari di Bari. Co-sceneggiatore di commedie come I figli non crescono più, adattamento teatrale dell’omonimo libro di Paolo Crepet e Gravi...danze, ha scritto e diretto diversi cortometraggi. Ha co-sceneggiato anche la parte italiana del film Un eroe a Roma del regista greco Panos Angelopoulos e uscito nel dicembre 2006 in Grecia, mentre, su invito del Governo eritreo, ha realizzato Asmara mon amour, un reportage sul tema dell’adozione a distanza dei bambini eritrei per conto dell’associazione AABE, da cui è stata tratta una campagna di sensibilizzazione. È l'ideatore, infine, di Creativa...mente, corso/percorso di creatività rivolto agli utenti di centri di salute mentale. A quattro mani con Di Credico, ha firmato la sua “opera prima”, il romanzo La Cambusa. Storia d’amore e di altre malattie (Editore Rizzoli - 2007) che avrà una trasposizione cinematografica per la regia di Duccio Forzano, ed ha pubblicato Non ho tempo da perdere (Cairo Editore – 2011). Sono del 2015 (Ed. Cairo) il romanzo autobiografico Sarò vostra figlia se non mi fate mangiare le zucchine. Storia di un’adozione e il racconto Rino, il ragazzo della carne  inserito nell’antologia letteraria Inchiostro di Puglia, (Autori Vari per Caracò Editore). Diversi i riconoscimenti, fra questi il Premio FIASO quale “migliore iniziativa formativa a livello creativo” tra tutte le Asl italiane nel 2012 con il progetto Creativa...mente, la medaglia del Senato della Repubblica nel 2014 per “la grande dedizione con cui cura ormai da anni in ogni suo dettaglio il Premio Leggio d’oro” e, nel 2016 il premio speciale Non Omnia Possumus Omnes (Non tutti possiamo tutto) nell’ambito dell’8^ Edizione del Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” con la seguente motivazione: “per aver forgiato le emozioni scatenate dalla sua creatività e per aver riunito la scrittura creativa e la poesia semplicemente con l’armonia dell’Amore".

 


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