cultura

Lavori ultimati, dopo un anno riapre anche la Chiesa degli Scalzi

giovedì 12 gennaio 2017
di Davide Pompei
Lavori ultimati, dopo un anno riapre anche la Chiesa degli Scalzi

A poco più di un mese dall'inaugurazione del restauro della Chiesina della Madonna delle Grazie di Bardano Alto, c'è un altro luogo di culto pronto ad essere riconsegnato ad Orvieto. La città del Duomo sì, ma anche di innumerevoli chiese – erano una decina, solo sulla Rupe, quelle parrocchiali già attive all'inizio dell'Ottocento – e altrettanti campanili.

Rimosso anche il telo verde da cantiere che copriva il portone d'ingresso, quest'ultimo torna a spalancarsi sabato 21 gennaio alle 10 per la messa presieduta da monsignor Benedetto Tuzia, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, che segna ufficialmente la riapertura della Chiesa rinascimentale di San Giuseppe e Giacomo, detta degli Scalzi.

La cerimonia arriva al termine dei lavori di ripristino della copertura e di consolidamento strutturale, durati complessivamente un anno. Cartello dei lavori alla mano, si è trattato di manutenzione straordinaria, coperture e opere varie di riparazione commissionate dall'Ente Religioso Confraternita degli Scalzi, che del bene culturale di interesse pubblico storico-artistico, specificamente e direttamente vincolato dallo Stato, è legittimo proprietario.

Il progetto, che ha interessato l'intera struttura dell'edificio comprendente sia la parte prettamente destinata all'esercizio del culto, sia una parte retrostante su Via dei Cartari, è stato approvato dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria. Ed è stato seguito, a titolo gratuito, dagli architetti Livio Farina e Roberta Mattioni e dall'ingegnere Stefano Stramaccioni, membri del Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia di Sant'Andrea a San Bartolomeo, guidata da don Luca Conticelli.

"Preziosa – tornano a dire dalla parrocchia – è stata la loro opera professionale nell’affrontare una situazione generale dell’edificio che si è subito evidenziata grave non soltanto per le precarie condizioni del tetto, ma anche per le difficili condizioni statiche dell’intero edificio". Giusto un anno fa, era stato anche realizzato un video in cui si documentano i lavori, aprendo quelle porte del cantiere rimaste chiuse, finora.

"Preliminare a qualsiasi intervento è stata la puntellatura di tutti i solai interni per procedere, in primo luogo, al consolidamento della parete che si affaccia su Piazza dei Cartari. Quest’ultima manifestava un movimento di rotazione verso l’esterno con un importante distacco dal resto dell’edificio nell’angolo con Via dei Cartari. Il distacco aveva coinvolto larga parte del solaio e della volta a cupola nei locali del primo piano. Un altro intervento è stato rivolto alla copertura che presentava un cedimento da parte di un'architrave centrale che, nel tempo, era scesa determinando un vistoso avvallamento del tetto. Particolarmente impressionante, poi, la situazione del campanile".

Si è trattato di lavori finalizzati alla riapertura al culto, con esclusivo riguardo alle lavorazioni necessarie alla messa in sicurezza della parte dell'edificio prettamente destinata all'esercizio del culto. Un intervento quanto mai necessario ed urgente che, secondo le stime, si aggira sui 280.000 euro complessivi. "Stiamo terminando la pulizia interna della chiesa - spiega don Luca Conticelli - la spesa dei lavori straordinari è di 267.000 euro, a cui aggiungere quella per i lavori interni. Come sempre faremo un bilancio pubblico".

La previsione iniziale di spesa era di 200.000 euro, coperta per il 50% con il contributo dell'8xmille per la Chiesa Cattolica, e già versato dalla Cei alla Diocesi di Orvieto-Todi, e per la restante quota dalla Parrocchia e dalla Confraternita dell’Annunziata. Importo del contratto: 187.767,80 euro, inclusi oneri di sicurezza.

Costruita tra il 1653 e il 1657 - quasi in contemporanea alla Chiesa di San Giuseppe Patrono - su progetto di Cosimo Poli, per volontà dello zio, il cardinale Fausto Poli che di Orvieto fu vescovo, la chiesa insieme a Palazzo Clementini, delimita il perimetro stesso di Piazza Ippolito Scalza e al suo interno conserva cinque altari. I santi titolari sono ritratti nel quadro del pittore romano Pietro Gagliardi, situato in prossimità di quello maggiore. Nel secondo altare dall'ingresso, nella parete orientale della chiesa, invece è presente un Crocifisso ligneo del 1576, attribuito allo stesso Scalza che risiedeva nel palazzo attualmente ai civici 6 e 7.