cultura

Corporale, effettuata la ricognizione delle reliquie minori. Tuzia: "Bellezze da custodire"

martedì 8 dicembre 2015
di Davide Pompei
Corporale, effettuata la ricognizione delle reliquie minori. Tuzia: "Bellezze da custodire"

Minori, ma di eguale valore storico e valenza spirituale. Emblemi evocativi, al pari del Corporale venerato nella cappella del Duomo che ne porta il nome. Sono le cosiddette "reliquie minori", legate al miracolo di Bolsena che, in pochi sanno, erano conservate dentro vecchie teche posizionate in un apposito vano dietro una botola sotto il reliquiario all'interno del tabernacolo marmoreo dell'Orcagna.

Si tratta di purificatoi, manutergi e altri lini di diversa dimensione – 12x12 cm, 37x40, 27x34 – usati durante la messa del lontano 1263 o per custodire successivamente il Corporale, rimasti ugualmente impregnati di sangue – così come le Sacre Pietre dell'altare della Basilica di S.Cristina, a Bolsena – ed esposti per la prima volta dal 7 aprile al 26 maggio 2013 a fedeli e pellegrini sull'altare maggiore del Duomo in occasione del biennio giubilare, quando attraverso una peregrinatio lunga tre mesi anche l'ostia del miracolo raggiunse le nove vicarie della Diocesi di Orvieto-Todi.

Alla vigilia del nuovo giubileo, che si apre martedì 8 dicembre, una ricognizione e ricollocazione delle reliquie minori è stata effettuata, in forma privata, all'inizio del mese alla presenza del Capitolo dei Canonici della Cattedrale, dei rappresentanti della Diocesi e dell'Opera del Duomo. Ne ha fatto menzione il vescovo Benedetto Tuzia nel corso dell'annunciato incontro che ha inaugurato il ciclo di conferenze per l'Anno Santo della Misericordia, promosso dal Rotary Club di Orvieto che ha per tema "Eucarestia. Sacramento della misericordia, dono di bellezza e d'arte".

"Ci ritroviamo – ha detto il presule – in un luogo prezioso, bello non sono artisticamente e caro a questa città. Offre memoria di una vita bella, resa tale perché si è fatta dono. È l'arte, come frutto di fede, che celebra la grandezza e la bellezza di Dio. E allora è importante che questo scrigno di arte e bellezza sia oggetto di attenzione e studio. È una memoria che va custodita.

Abbiamo tutti il compito di essere custodi di bellezza. Osservando da vicino i mosaici della facciata appena restaurati, ho colto l'armonia dei volti descritta nei minimi particolari che da terra non si percepivano. Sono serviti quasi sette anni per completare la cappella del Corporale, iniziata a costruire nel 1350. È un summa eucaristica che consente picchi emozionali.

Sul piano del tabernacolo, dentro un contenitore d'argento e vetro e una cassetta di legno erano conservati alcuni frammenti di tessuto. È stata rinvenuta anche la borsa con lamine d'oro che, per cento anni, all'inizio, ha conservato il Corporale e sette lastre di osso traslucido che saranno musealizzate dall'Opera del Duomo. Dopo un'accurata ispezione, il tutto è stato riposto nelle nuove teche in argento, che recano i sigilli di Capitolo, Vescovo e Opsm, realizzate per consentirne una migliore conservazione".

Stessa cura e attenzione riservata al Corporale, oggetto all'inizio dell'anno di un attento check-up. Tra i precetti, resta quello di renderlo visibile solo in alcuni periodi. Luce, temperatura e umidità unite al fatto di essere rimasto imbollettato con chiodini su una tavoletta ed esposto per almeno 37 anni in verticale rischiano, infatti, di comprometterlo in maniera irreperabile.

"È una privazione – ha osservato il vescovo – non poter vedere sempre questa reliquia a cui tutti noi siamo legati, ma è anche una misura che si è resa necessaria per custodirne intatta la preziosità. Dobbiamo creare le condizioni ideali perché possa mantenersi più a lungo". Per decreto vescovile, dunque, rimarrà esposto solo da Pasqua a Pentecoste, in occasione del Corpus Domini, di S.Maria Assunta, titolare della Cattedrale, ma anche in occasione del Natale alle porte.

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