cultura

Coesioni e grandi nomi fanno bella la nuova stagione del Mancinelli

sabato 20 settembre 2014
di Davide Pompei
Coesioni e grandi nomi fanno bella la nuova stagione del Mancinelli

Pierfrancesco Favino serve due padroni, Pino Strabioli cuce un abito nuziale. Per Glauco Mari, si tratta di una pura formalità. Per Vincenzo Salemme, di sogni e bisogni. L'omaggio a Modugno ha i baffetti di Giuseppe Fiorello. Lillo & Greg anticipano Enrico Montesano e Max Tortora. Sul palco del Mancinelli, poco a poco, prendono corpo le illusioni del circo-teatro, l'impegno del teatro civile, l'effervescenza naturale dei musical, il fascino eterno del balletto. Prosa e nuova drammaturgia, lirica e cabaret. Produzioni autonome, con partecipazioni indigene.

Come parti fondamentali di un tutto. Come singole tessere di un grande puzzle. Quello composto da iniziative come "Scuole a teatro" e "Buffet al foyer" e dalle rassegne nella rassegna "Visioni di futuro", "La Domenica dei Piccoli" e "Amateatro" che per il quarto anno si estende fino ad Abbadia San Salvatore, toccando Umbria, Lazio e Toscana. Quello che va a comporre la "Danza delle Ore". Con l'auspicio che siano liete e altrettanto brillanti, quelle vissute dagli spettatori sotto gli affreschi di Cesare Fracassini. Sia pure in un tempo liquido e affamato come quello moderno.

"È dedicata al tempo presente – ammette subito Maurizio Panici, direttore artistico di ArTè Teatro Stabile d'Innovazione – la nuova stagione del Mancinelli. Il nostro 'dopoguerra' è un tempo di macerie interiori, solitudini e vuoti giovanili in cui la cultura ha bisogno di gambe. Istituzioni e privati devono offrire la cornice per poter operare in un Paese che ha bisogno di un progetto. Ciò che è rimasto fuori dal cartellone, è solo per un incastro di date". I tasselli posizionati, invece, combaciano, eccome. Non è un caso se il collante che tiene stretti i cocci della vita e uniti i frammenti del mosaico, scelto anche per fare da filo conduttore ai 23 spettacoli in arrivo, dopo anni passati a invocare "Connessioni" e rilanciare "Condivisioni", porti il profetico nome di "Coesioni".

Sono quelle tra un teatro che da 21 anni è motore della cultura non più solo cittadina ma territoriale e il suo pubblico. Quelle tra una città, bellissima e faticosa, e chi la abita e poco spesso la ama. Tra un teatro stabile in perenne evoluzione e le tante compagnie pronte a portare il meglio delle loro produzioni artistiche, grandi classici o vivaci debutti. Realtà indipendenti, emergenti, innovative. Saperi autoriali, pesi attoriali.

"Coesioni" è l'imperativo più ripetuto venerdì 19 settembre in occasione della presentazione della nuova stagione teatrale, sotto l'occhio partecipe di alcuni dei protagonisti degli spettacoli in cartellone quali Pino Strabioli contento di essere "nel teatro dove ho conosciuto il teatro", Orso Maria Guerrini accanto a Cristina Sebastianelli, Raffaello Simeoni, Andrea Brugnera e Tiziano Panici. Suo, l'invito a "sostituire la parola paura con cultura, con il compito anche politico di alimentare il fuoco dell'arte".

"Da qualche mese – esordisce il sindaco Giuseppe Germanifaccio parte del consiglio d'amministrazione della TeMa, in attesa di nominare il presidente. In tutti questi anni l'associazione ha portato avanti la cultura ad Orvieto. Diamo atto ad alcuni soggetti, pubblici e privati, che ogni anno contribuiscono al sostegno di un progetto di crescita culturale sopperendo alle difficoltà economiche dell'amministrazione. Siamo in un periodo complesso ma anche entusiasmante, accostabile con le dovute proporzioni al dopoguerra. Da qui occorre ripartire con i fondi ma prima ancora con idee, forze e voglia di fare. Consapevoli dei problemi e delle aspettative. In futuro, la collaborazione deve continuare".

"L'appello – aggiunge l'assessore alla cultura Vincenzina Anna Maria Martino è quello di apprezzare e incorraggiare le coesioni del territorio, a partire da quelle contenute in un cartellone importante, ricco di sfumature, che nella sua varietà riesce ad assicurare elevate qualità artistiche e a dare eterogeneità di performance. Malgrado le difficoltà, siamo riusciti ad avere una programmazione di livello che identifica nel Teatro Mancinelli il centro propulsore della cultura in un comprensorio sempre più esteso, dall'alto Lazio alla bassa Toscana".

"La presentazione della nuova stagione teatrale – prosegue Vincenzo Fumi, presidente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto – è sempre un momento sentito. Negli ultimi tre anni, l'ente è intervenuto insieme alla Cassa di Risparmio di Orvieto e alla Banca Popolare di Bari a sostegno di questo fiore all'occhiello del territorio nel tentativo di renderne più efficiente la gestione. Si è trattato di un contributo economico straordinario e transitorio che non mancherà anche in futuro, anche se in maniera minore a causa della diminuzione delle risorse. 'Coesioni' è forse il titolo più azzeccato degli ultimi tempi. Se in una comunità non c'è coesione sociale, non c'è sviluppo. Servono coesione di intenti e di vedute".

"Negli anni – fa eco il consigliere regionale Fausto Galanelloè cresciuta la capacità di organizzare eventi e allestire cartelloni di una simile qualità. Oltre al supporto istituzionale, servono coraggio e volontà. Credo che la capacità di una simile organizzazione, nata e cresciuta sul territorio, possa essere di insegnamento, come spinta per incrementare la cultura non solo in termini di ritorno economico. Il nuovo sistema regionale che guarda alla cultura fa leva su altre esperienze del passato".

"Oggi più che mai convinti – conclude Enrico Paolini, direttore organizzativo di ArTè – siamo convinti che occorre reagire con creatività, intelligenza, conoscenza e cultura. In questo, il teatro può diventare strumento prezioso per contribuire a ri-connettere la comunità su nuove frequenze per condividere visioni di futuro e per creare una nuova coesione sociale-culturale-economica, necessaria per camminare insieme nella stessa direzione".

Tutti gli spettacoli in cartellone