Le cose che pensano: alunni e alunne della 1H della Scuola Media Signorelli di Orvieto raccontano gli oggetti di una città

In questa rubrica, che ruba il titolo a una canzone di Lucio Battisti, continuiamo a pubblicare i risultati di un lavoro svolto dalla classe 1H della Scuola Media Signorelli di Orvieto sotto la guida del Prof. Andrea Caponeri. Vi troverete, speriamo, un piccolo ma sorprendente quadro di Orvieto, ma anche un bel pezzo di anima di questi splendidi ragazzi e ragazze di appena 11 anni, più o meno.
DESCRIZIONE DI UN TERRAZZO ABBANDONATO
PAOLO RICCI, 1H 2012-‘13
Osservando con più attenzione le pareti del Corso, ho notato un terrazzo abbandonato. Questo terrazzo mi fa pensare al balcone della mia nonnetta, nel quale ho trascorso la mia infanzia. Ricordo con molta nostalgia quando, nelle giornate di sole, portavo nel balcone i miei giocattoli preferiti e con i fiori del terrazzo creavo il mio parco giochi. Era il mio angolo preferito e qualche volta mia nonna mi trovava che dormivo beatamente. Osservandolo, vedo che le sue ringhiere sono molto arrugginite e hanno una forma molto strana perché sono ovali con all'interno dei cerchi con delle linee che partono a raggi. Il terrazzo è sorretto da piccole sbarre attaccate al muro che splende al riflesso del sole. Secondo me questo terrazzo è stato costruito per dei vecchietti. Era ricco di colori e ricco di fiori anch'essi colorati. Però a causa della morte dei vecchietti il terrazzo è rimasto disabitato ed ora è tutto arrugginito. I fiori si sono seccati e i vasi, a causa del vento, sono caduti e non è rimasto più niente. La bellezza e l'armonia di questo terrazzo, sicuramente di proprietà di nobili, sono andate distrutte dalle guerre, ma la sensazione che si prova guardandolo è emozionante.
LO STEMMA
ELENA MARIA LORENZOTTI, 1H 2012-‘13
La targa che voglio descrivere è fatta di pietra.
È posta in basso su un lato della Torre del Moro.
Ha medie dimensioni, però è molto ricca di particolari.
Al centro c'è un leone, con una coda molto lung,a che sembra un serpente che si arrotola su se stesso.
La bestia ha delle zampe molto grandi e muscolose e mi dà l'impressione che abbia delle caratteristiche uguali all'uomo perché cammina su due arti posteriori.
Tra le zampe porta una chiave legata al polso e in una ha una spada molto affilata e ricurva. Il manico è addobbato con riccioli.
Ha una folta e ricca criniera e un muso allungato come quello di un tenerissimo cagnolino.
In alto c'è una strana faccia con due enormi orecchie a sventola, un naso a patata, due occhi molto vispi e dei lunghi capelli che gli arrivano fino alle spalle.
La stessa faccia si trova nella parte bassa, ma non è cicciottella come quella sopra, bensì è molto più stilizzata, con orecchie piccole, occhi non molto svegli ed un piccolo nasino.
Il bordo è fatto di pietra nera come il nero delle tenebre. Nel contorno ci sono riccioli di diverse dimensioni.
Io penso che sia stata fatta da un grande artigiano per un re importante. Infatti, il leone è valoroso ed aggressivo.
Mi immagino che prima questa targa si trovava di sicuro nel castello del re a cui era dedicata, ma quando il castello fu distrutto dai nemici, la targa che era stata salvata fu portata su questa torre, così tutti la potevano ammirare!
IL CINGHIALE
MANUEL PORCARI, 1H 2012-‘13
L' oggetto che mi è parso interessante è un cinghiale in via del Duomo che con il suo colore marrone - grigio risalta sul muro screpolato di colore arancione sbiancato.
Il cinghiale si presenta con due orecchie grandi e degli occhi a mandorla simili a quelli di un giapponese. Dalla bocca spuntano due canini appuntiti come aghi, che probabilmente servivano ha difendersi.
Del cinghiale rimane solo la testa che è appesa al muro attaccata ad una cornice di legno simile a uno scudo di un valoroso guerriero.
Il corpo invece può darsi che sia andato a finire nel forno di qualcuno.
Ma come è finito lì?
Può darsi che fosse un maschio adulto che nell'intento di scappare si mise in una zona scoperta e il cacciatore lo uccise più facilmente, oppure nell'intento di proteggere il piccolo si sacrificò al posto suo.
Ma chi lo ha messo lì?
Può darsi che lo pose lì il proprietario che potrebbe essere morto o ancora vivo, chissà.
Il cinghiale sembra uno spirito che protegge il suo corpo ormai inesistente.

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