cultura

Venti Ascensionali: Cap Arcona, spettacolo teatrale su una cruenta tragedia ignorata dalla storia

mercoledì 24 gennaio 2007
Venti Ascensionali termina l'edizione 2006- 2007 dedicando due eventi al Giorno della Memoria: venerdì 26 e sabato 27 gennaio, per il ciclo Migrazioni fra musica e teatro, di nuovo una prima nazionale, CAP ARCONA, e sabato 27 gennaio due proiezioni del DVD di Ambra Laurenzi LE ROSE DI RAVENSBRÜCK. CAP ARCONA con ELISABETTA SPALLACCIA Ideazione e Regia FELIZITAS SCHEICH Con la partecipazione di LESTER BENESCH e la voce di LINDA WILLIAM’S Sala del Carmine ore 21.00 Prenotazioni consigliate: 0763/ 341265 La storia di Cap Arcona è una di quelle storie che non molti conoscono, il silenzio è calato pesantemente su quel tragico giorno del 3 maggio 1945. Hitler si era suicidato, la Germania era ormai capitolata e Himmler aveva dato l’ordine di caricare i prigionieri dei lager della zona di Amburgo sopra tre navi per non farli trovare vivi agli alleati. Una di queste tre navi era la Cap Arcona, una lussuosa nave da crociera, le altre due erano dei mercantili. La navi furono fatte salpare con a bordo 7.500 persone. La Raf, per ragioni tutt’ora inspiegate, bombardò massicciamente tutte e tre le navi, sulle quali, sostengono alcuni, erano issate le bandiere bianche, i sopravvissuti furono pochissimi: per sopravvivere i prigionieri si gettarono in acqua, ma neanche per loro vi fu scampo alcuno, l’aviazione cominciò a colpire con i mitra senza pietà alcuna. I libri di storia non parlano di quell’orrendo massacro, l’Inghilterra non ha mai ammesso le proprie colpe. “Quello che mi ha colpito di questa tragedia - afferma la regista Felizitas Scheich - è il paradosso estremo: i prigionieri, che si trovavano su questa nave di lusso, non avevano assolutamente nulla, né da mangiare né da bere e, per di più quelli che avrebbero dovuto liberarli, si rivelano come loro carnefici”. Ancora una volta il teatro scava nella storia, rimette insieme tasselli dimenticati, ricostruisce per restituire alla memoria. L’attrice protagonista racconta questa storia incarnando quattro testimoni diretti e indiretti di una delle tragedie navali più spaventose mai avvenute. “Non è stato facile reperire il materiale perché gran parte della documentazione è stata fatta sparire - continua Felizitas Scheich - Le testimonianze più cospicue fanno riferimento alla Francia, perché molti di quei prigionieri erano di nazionalità francese.” . Per quelle vittime nessuna commemorazione, nessuna lapide, molti vennero sepolti alla meno peggio lungo la spiaggia, a nulla sono valse le richieste del comitato dei sopravvissuti. Pesanti le responsabilità della stessa popolazione tedesca che non fece nulla per aiutare quegli innocenti e che ha voluto dimenticare come hanno voluto dimenticare i governi di allora, quello inglese e la successiva democrazia tedesca, che pur avendo agito pesantemente sui responsabili del genocidio non è in alcun modo intervenuta per far luce su questa triste vicenda ed affidare i colpevoli almeno alla storia. Lo spettacolo si chiude dunque con una domanda: perché? Quale il motivo di un tale inutile massacro? Perché, poi, anche la cancellazione della memoria? E una riflessione aleggia anche in merito a quest’ultimo punto: la memoria, quella memoria che si va perdendo perché ormai sono rimasti in pochi a poter raccontare ancora dell’orrore dei lager nazisti, la memoria che dev’essere preservata e passata come testimone di generazione in generazione affinchè, realmente, si possa continuare a dire: “Mai più Auscwitz!”.

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