cultura

Tommaso Lucchetti incomparabile guida tra arti ed orti

sabato 1 ottobre 2005
di Laura Ricci

Nella bella cornice del Museo Emilio Greco è stato possibile ascoltare questa sera, organizzata per “Orvieto con Gusto” da Sistema Museo, la prolusione dello storico dell’arte e della cultura gastronomica Tommaso Lucchetti, che con l’aiuto di qualche esemplare diapositiva ha svolto funzione di incomparabile guida nel percorso storico-figurativo “Tra arti ed orti, i giardini di sapere e piacere nel tempo: erbe ed ortaggi tra iconografia artistica e tradizione gastronomica”.
L’intervento del dottor Lucchetti ha ben ricostruito come dal Medioevo all’epoca contemporanea il repertorio figurativo abbia raccontato il mondo dell’orto e i suoi protagonisti, non solo nella loro realtà quotidiana e materiale, ma anche per tutte le suggestioni evocative e simboliche che gli ortaggi e il loro regno hanno creato nell’immaginario artistico e letterario.
Dal Medioevo delle miniature dei Taccuina Sanitatis e dei giardini gotico-cortesi, si è passati, attraverso i festoni rinascimentali e le nature morte sei-settecentesche, alle sperimentazioni figurative ottocentesche ed infine alle rielaborazioni provocatorie del novecento.

Lucchetti ci ha così condotto, attraverso simboli mutuati alla tradizione iconografica cristiana o popolare, dall’edenico, perfetto orto-giardino dei primi umani alle Stanze inghirlandate di pomi e verdure di Raffaello; dalle essenziali, vegetariane mense monastiche alla Venezia dei Campi e dei Campielli, piazzette-orto strappate alla laguna e al mare; dall’orto-giardino privato dei monaci, specchio ascetico o peccaminoso della loro anima, al realismo fiammingo o ottocentesco; dal potente raggio caravaggesco sulla cena di Emmaus alla familiare, dimessa luce delle tavole e delle cucine settecentesche di Chardin, dal manierismo seicentesco di Arcimboldo alla provocazione della lattina della Campbell’s tomato soup di Andy Warhol.

Spaziando tra mense dei ricchi e mense dei poveri, vivande di villani e di signori, cetrioli simbolo di peccato e zucche infestanti e poco nobili poste a proteggere Giona scampato alla balena, pomodori e patate solo da un paio di secoli giunti all’onore della tavola, leziose cipolle settecentesche e fagioli alla Carracci simbolo di povertà e fame, Tommaso Lucchetti ha infine condotto gli intervenuti, in senso proprio, a tavola, illustrando la derivazione storica delle ricette in degustazione, vegetali delizie approntate dallo chef Vincenzo Donadio, del ristorante “Duca d’Orvieto”.
Per chi ama l’arte, la storia e la buona e singolare preparazione dei prodotti dell’orto, il prossimo appuntamento tra arte e cibo è per sabato 8, alle ore 17 al Museo Faina, dove la seconda conferenza di Tommaso Lucchetti ci guiderà, con “Orti ed aromatari tra villa ed urbe : agronomia e saggezza alimentare nei miti classici e nelle antiche civiltà”, alla cultura dell’orto e dei prodotti vegetali nel mondo antico, in particolare nell’epoca romana.

Nell'immagine, cibi poveri ritratti da Chardin.

La domenica di Orvieto con Gusto