L'intervista che Silvi rilasciò per orvietonews
Maresciallo Silvi, nei limiti della riservatezza, ci può spiegare in cosa consiste la sua missione?
Faccio parte del contingente sanitario all’interno di in campo-base nel deserto, denominato “Bolla di sicurezza”. All’interno di questa area oltre a noi italiani ci sono gli americani, i sud-coreani e gli olandesi. Io mi occupo dell’amministrazione del settore sanitario. Dal nostro campo partono le colonne di automezzi super scortati che caricano i viveri in Kuwait per poi distribuirli alle truppe alleate.
Ci può descrivere il campo-base “Bolla di sicurezza” ?
Sono tutte tende più o meno grandi che occupano un notevole spazio, siamo in una zona desertica vicino alla città di Tallil. Nel campo base oltre alle compagnie, uffici, zona ospedaliera e mensa c’è anche una pista d’atterraggio per gli elicotteri ed i caccia alleati.
Nel suo ospedale è arrivato qualche ferito?
Proprio giovedì è arrivato un soldato con una frattura scomposta al braccio. Per ora assistiamo solo i nostri uomini, ma a breve cominceremo una campagna sanitaria nelle scuole irakene e quando sarà il momento faremo assistenza all’intera popolazione.
Cosa l’ha colpita appena arrivato nel campo?
Il caldo, con temperature che sfiorano i 50 gradi, e le continue tempeste di sabbia che ci obbligano a portare ogni giorno gli occhiali protettivi. Fortunatamente nelle nostre tende c’è l’aria condizionata. Un altro particolare che ha colpito un po’ tutti è il magnifico cielo stellato che ogni notte campeggia sopra le nostre teste.
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