ambiente

Roberto Minervini risponde a Itw Lkw Geotermia Italia

venerdì 18 aprile 2014
Roberto Minervini risponde a Itw Lkw Geotermia Italia

Riceviamo da Roberto Minervini e pubblichiamo.

Egr Dott Cardinali,
mi sembra il caso di rispondere, cercando di essere chiaro e puntuale, ad alcune osservazioni emesse dalla soc ITW LKW, ma preferisco farlo a Lei, in quanto ha molto apprezzato un paio di miei scritti e stimolato anche a ribattere alle asserzioni dell'ITW quindi, per la generale stima che Lei nutre nel comprensorio, non voglio certamente deluderLa. Un altro motivo per cui mi rivolgo a Lei è che l'articolo che mi accusa è firmato genericamente a nome della ITW LKW, insomma non un nome e cognome, e presumo che, se dovrò citare qualcuno per diffamazione, dovrò pure fare una visura alla Camera di Commercio ed individuarne il legale rappresentante.
Ciò detto, ci tengo a precisare che cerco sempre di non fare affermazioni approssimative o di cui non sono sicuro, specie poi su questioni serie. Faccio attività di ricerca scientifica da molti anni (non in geotermia) e questo mi ha abituato ad una certa "fedeltà" nelle cose che scrivo.

"La terra trema", come certamente Lei ricorderà Dott Cardinali, ma evidentemente all'ITW LKW non lo sanno, è il titolo di un importante film di Visconti del 1947, quindi il riferimento a terremoti in atto non esiste, è come se, intitolando un mio articolo sulle pale eoliche "Via col vento", qualcuno si sentisse offeso sulla tenuta delle sue pale. Riguardo al "procurato allarme" ci andrei piano, in primis perché in passato la presunta facilità con cui si è sottovalutato un rischio di terremoto all'Aquila, ormai cinque anni fa, avrebbe causato, secondo il tribunale che sta processando i presunti responsabili, molti morti e feriti. Tribunale che, in primo grado, ha già condannato alcune persone a vari anni di galera. Poi, vede Dott Cardinali, non riesco proprio a capire perché nell'articolo dell'ITW LKW si parli sempre e solo del loro impianto, senza considerare che le domande del comprensorio sono molte di più, questo vuol dire che, fatto uno, è facile che si facciano anche gli altri, e poi chi lo dice che l'impianto "pilota" dell'ITW sarà il primo?

Comunque sia credo che le vocazioni di quel comprensorio non siano verso questo tipo di sviluppo considerata la fragilità (lo dicono i geologi) dell'area sia dal punto di vista geologico che per le grandi falde idropotabili, ma anche per le caratteristiche paesaggistiche e turistiche. Il fatto che in Amiata si usi l'alta entalpia, credo oltre i 150° Dott Cardinali, o la media mi risulta che cambi poco nella tecnologia, ma molto nelle rese e comunque l'impatto zero non lo può garantire nessuno se non dopo lunghi e accurati studi, anzi, molti tecnici hanno espresso forti perplessità, oltre che sulla metodica, anche sulla localizzazione.

Il grosso capannone per il raffreddamento del refluo poi è attivo notte e giorno con numerosi grandi ventilatori che non sono certo come canti di grilli nelle notti d'estate, ma forse più simili al rombo di un aereo che non decolla mai. Naturalmente per la gioia dei residenti e delle numerose case di "riposo" per anziani dell'area. Non vedo poi come si possa dire che a Latera, dove è stato realizzato un impianto simile a quelli proposti da varie società nel comprensorio orvietano e laziale, non si sono verificati terremoti se l'impianto, una volta terminato, costato centinaia di miliardi di lire, non è mai stato messo in produzione dall'ENEL.

Il riferimento sugli aspetti sanitari dei rischi delle emissioni geotermiche dell'Amiata nasce da dati presentati, nel corso di un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati il 5 Marzo scorso (in cui il sottoscritto rivestiva solo il ruolo di "moderatore"), dal Dr Valerio Gennaro dell'Ist. Nazionale Mesoteliomi nella relazione dal titolo "Geotermia in Amiata: referto epidemiologico quale strumento di prevenzione".

Riguardo invece alla comparazione fra geotermia ed impianti a carbone due geologi di fama internazionale Riccardo Basosi e Mirko Bravi affermano in una recentissima ricerca (1 Marzo 2014): "...le emissioni delle centrali geotermiche sono dello stesso ordine di quelle a carbone..." mentre "... il potenziale di acidificazione è 2 volte quello delle centrali a carbone... la produzione geotermica non può essere definita - carbon free- ....mentre è certo che al momento attuale il ciclo binario (quello previsto per l'Alfina ed altre aree ndr) non è la migliore soluzione dal punto di vista dei costi e della efficienza produttiva." Consiglio poi, a chi volesse saperne di più sugli interessanti esperimenti condotti sui pozzi di Latera (Prof Moia), di leggere per intero le relazioni riscontrate fra sismicità e prelievo di fluido geotermico. Credo anche, dopo questa lettura, che, per un sano principio di precauzione, penseremmo tutti di soprassedere a questo tipo di utilizzo in attesa di maggiori conoscenze su come si comporta "il diavolo là sotto".

Sulla questione poi, molto interessante, dei terremoti dell'Emilia non so proprio perché l'ITW ignori i prelievi di petrolio in Emilia, eppure dovrebbero essere informati che già dal 1940 si estraeva gas e petrolio in quell'area. Come del resto evidenziato dalla relazione recentemente emessa da un team internazionale di esperti geologi dell'ICHESE chiamati ad esprimersi sulla eventuale correlazione fra attività estrattiva profonda (gas e petrolio) ed attività sismica indotta e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Science: "....several factors rule out a connection between crude oil production at Cavone (in Emilia appunto ndr) and the 20 May earthquake: an absence of small quakes induced directly by the oil production..."

Caro Dott Cardinali naturalmente ci sarebbe molto altro da dire, quindi, come credo possa dedurre anche un profano di geotermia, rivendico nelle mie asserzioni verità, documentazione e soprattutto disinteresse. La ringrazio sentitamente della Sua attenzione e mi scuso di aver approfittato della Sua cortesia,

Prof. Roberto Minervini