Possono incontrarsi le immagini di cronaca in un disco e in un libro? Stefano Corradino, giornalista orvietano di RaiNews 24, ha tentato questa operazione e c’è riuscito. Ne ha parlato e discusso in un originale annunciato incontro di una calda estate con don Luigi Ciotti. Parlare di diritti, di dignità legate a "Note di Cronaca" ha permesso di attraversare gran parte dei problemi di attualità del nostro Paese: guerra, accoglienza, povertà, sfruttamento e morti sul lavoro.
Don Luigi Ciotti non ha avuto bisogno di sollecitazioni, ha parlato della sua esperienza con il Gruppo Abele, della straordinaria azione di Libera, del suo impegno sempre dalla parte degli ultimi. "Insopportabile – ha affermato – come attraverso azioni legislative si tentino di ridurre i diritti acquisiti. Pensiamo ai migranti, alla storia di Koaussi Pli Adama, uomo della Costa D’Avorio imbarcatosi per sfuggire alla guerra e alla fame e che durante il viaggio verso l’Italia ha perso moglie e tre figli. Ci siamo dimenticati di quello che noi Italiani siamo stati, anche noi migranti; di come abbiamo vissuto le tragedie che oggi vivono i nostri fratelli che fuggono dalle guerre, dalla fame, e sono costretti a vedere i propri cari morti nel mare".
Ricordando Papa Francesco, don Luigi Ciotti ha voluto confidarci come Papa Bergoglio, in un colloquio riservato, parlando di suo nonno e sua nonna gli abbia confidato come i nonni avessero rischiato di morire in un naufragio. Ha voluto ricordare con grande onestà intellettuale che le misure sui migranti, non sono state solo decisioni dell’attuale governo, che la questione dell’accoglienza deve essere, per chi si richiama alla patria del diritto, un elemento centrale della propria umanità e democrazia. Invece accade che si sanzionino le O.N.G. che salvano le persone dalla morte.

Stefano Corradino ha intervallato le considerazioni di don Luigi Ciotti con i suoi pezzi musicali, molto intenso quello su Lisa Picozzi giovane ingegnere morta sul lavoro, del dolore della madre che conta i passi dal cancello del cimitero fino alla tomba: 102 passi.
E anche su questo tema don Luigi Ciotti ha parlato di come il profitto ad ogni costo, oltre alla disattenzione alle misure di sicurezza, portino a quel bilancio che nei primi mesi del 2025 ha significato 225 morti, il 10% in più rispetto all’anno precedente.
Anche su questo don Luigi ha posto l’accento su come lo sviluppo, l’economia, non possa avere il primato sula salute e la sicurezza della persona. Uno sviluppo senza rispetto per l’ambiente ci porterà al disastro, a quello che già abbiamo conosciuto: cambiamento climatico, grandi piogge e alluvioni, siccità, nuove malattie con nuove forme virali, come sottolinea Antonella Viola biologa di fama internazionale, intervistata da Stefano Corradino.
Quest'utimo ha poi sollecitato nuovamente don Luigi Ciotti su di un tema a tutti noi di Articolo 21 molto caro: la libertà di stampa e la censura. "Non ostacoliamo la ricerca della verità e la libera informazione – ha detto don Luigi Ciotti – non ostacoliamo quei giornalisti che vogliono raccontare il male, il malaffare. Abbiamo ricordato i 30 anni dalla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin che stavano cercando la verità sui veleni e sono morti”.
In più passaggi viene toccato il tema dell’informazione attaccata dalla mafia e oscurata da poteri economici. Don Luigi Ciotti ha parlato di monopolio nei giornali, del servizio pubblico, di argomenti difficili e oscurati, o peggio intimiditi dalle querele risarcitorie milionarie. C’è l’urgenza di una informazione sempre più libera in un momento in cui la realtà da raccontare è difficile e complessa. La conclusione l’ha voluta dedicare tornado sui giornalisti che hanno perso la vita per scrivere e andare a vedere storie scomode, morti per questo senza che le famiglie abbiano ancora avuto verità e giustizia.
Dunque ha citato Andrea Rocchelli, Giulio Regeni, Mario Paciolla, Italo Toni, Graziella De Palo Aberto Trentini. "So che questi temi - ha detto - mi sono e ci sono molto cari alla comunità di Articolo 21". Quanto alle guerre, "non sono solo due, sono 56, e l’Europa cosa fa? L’Onu cosa fa? L’Europa della democrazia della civiltà del diritto, cosa propone? Propone il riarmo! 450 miliardi di Euro per le Armi per fabbricare morte, mentre le persone faticano a tirare avanti.
Mi dicono, don Luigi, quando parli di guerra e di Israele sii prudente, ma di fronte a quel massacro quale prudenza? Bisogna chiamarlo per quello che è un genocidio, quando ammazzi in modo libero donne e bambini, quando li prendi per fame come vorresti chiamarlo? Io penso che tanti ebrei israeliani così come tanti palestinesi non vogliano la guerra ma la pace, il popolo non vuole la guerra.
Sono tre anni che l’Ucraina e il suo popolo sono bombardati, le città distrutte, dopo 3 anni si parla di negoziati ma anche qui l’Europa doveva muoversi prima. siamo asserviti alla “dittatura del Profitto. Andare nella direzione del riarmo credo sia immorale e antistorico. Il compito che noi dobbiamo avere è categorico, abbiamo bisogno di un cambiamento radicale nel nostro agire non basta commuoversi, bisogna muoversi".
Chiudendo don Luigi Ciotti ha ricordato don Tonino Bello, fondatore di Pax Cristi, e il suo insegnamento lasciatogli in eredità “siate contaminatori di Pace” – ha detto “contaminate con questo “virus” di bellezza”. Grazie a don Luigi Ciotti, grazie a Stefano Corradino e grazie a "ONE. Orvieto Notti d'Estate".
Giuliano Santelli - Fabiola Di Loreto
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