Nella giornata di domenica 25 maggio,
come annunciato, si è tenuto all’Hotel Oasi dei Discepoli di Sferracavallo l’incontro con due ragazzi del Rione Sanità di Napoli. Dopo una visita all’Oratorio della Misericordia di Orvieto, guidati dalla dottoressa Giovanna Bandinu, i ragazzi hanno portato testimonianza del loro operato nel rione napoletano.
Antonio ha raccontato la nascita dell'Associazione "La Paranza". La loro storia inizia nel 2001 con l’arrivo al Rione di don Antonio Loffredo, sacerdote che sin da subito si è posto l’obiettivo di dare delle alternative alla criminalità e alla povertà sociale, proponendo soprattutto ai giovani la cultura e la riscoperta del patrimonio artistico come mezzi di rivalorizzazione del territorio e di crescita personale. Dalla determinazione di don Antonio e di cinque ragazzi, dopo qualche anno, viene a crearsi il primo gruppo di giovani che si occupa dell’apertura delle Catacombe di San Gaudioso prima e San Gennaro poi.
Nonostante il primo periodo non sia stato facile, ben presto la loro caparbietà li ha portati ad ottenere ottimi risultati non solo in termini di visitatori, ma soprattutto di prevenzione sociale. Nel corso degli anni sempre più ragazzi si sono avvicinati all’Associazione "La Paranza", in cui non solo si offre un’alternativa alla criminalità, ma si propone una visione di speranza e di affermazione del ragazzo, fornendogli la possibilità di studiare, di lavorare e di socializzare.
Il risultato è stato ben accolto dalla comunità locale, nella quale si è sviluppato un vero e proprio senso di cambiamento, in cui il prendersi cura delle persone non deriva solo dal sopperire alle mancanze materiali, ma soprattutto quelle sociali e di relazione. Per fare ciò sono stati creati degli spazi di educazione, di socializzazione e ricreativi che, insieme al lavoro nelle catacombe hanno portato un miglioramento reale negli abitanti del posto.
Chiara è stata testimonianza vivente del percorso personale che si può intraprendere nell’Associazione "La Paranza". Sin da bambina ha partecipato all’attività di orchestra proposta dall’associazione, nonostante le difficoltà reali riscontrate nel 2008 con l’esplosione dell’autobomba avessero portato i suoi genitori a pensare di trasferirsi. La sua attività è proseguita poi anche da maggiorenne, svolgendo il Servizio Civile Universale proprio nelle catacombe. Dopo questa esperienza Chiara è diventata una delle lavoratrici de "La Paranza".